Anteprima

Hunted: Demon’s Forge & Brink

Quest'anno Bethesda promette faville: a condurre il carrozzone delle meraviglie c'e' sicuramente il quinto capitolo di una delle saghe RPG piu' amate in assoluto, The Elder Scrolls, che con Skyrim, promette di migliorare, potenziare e ripulire l'esperienza di gioco offerta dal predecessore Oblivion. A seguire vengono Brink e Hunted: The Demon's Forge, che sicuramente non godono della stessa fama ma promettono ugualmente di regalare interessanti ore di gioco ai videogiocatori. Invitati da Bethesda all'Hotel Hussler di Londra, abbiamo potuto mettere le mani sui due "neonati" della software house americana, e quanto abbiamo visto ci ha positivamente sorpreso.

di: Pasquale "corax" Sada

Oh brother, where are you?

Dicevamo precedentemente della natura particolare di Hunted che si presenta come un action fondamentalmente votato alla co-op. La base del gameplay è abbastanza classica e gli autori non ne hanno fatto mistero. Tre sono state le paroline magiche che hanno fatto da faro allo sviluppo: dark fantasy, old school e co-op. Infatti, nonostante i due protagonisti non abbiano una classe precisa, entrambi potrebbero essere ricondotti agli archetipi classici degli RPG. Caddoc, il grosso, pelato e tatuato omaccione, è uno che predilige lo scontro corpo a corpo, avvalendosi di armi da taglio e scudo per fronteggiare le orde di scheletri resuscitati. È una sorta di misto tra barbaro e guerriero con una certa versatilità utile in alcune situazioni. La giovane e sexy elfa, invece, è un miscuglio tra un ranger e un ladro, che preferisce darsi da fare con l’arco e affrontare la battaglia da una posizione di vantaggio. Proprio le armi da lancio ci permettono di parlare del sistema di copertura, elemento che sicuramente non compare in molti RPG. Come i nostri mercenari si dividono tra melee e ranged oriented così le orde di agguerriti nemici hanno pensato bene di addestrare uomini votati al sacrificio e scaltri arcieri. I nostri eroi avranno la possibilità di trovare copertura dietro staccionate, muretti e cumuli di pietre per evitare i proiettili dolorosi dei precisi avversari. È un elemento che conferisce agli scontri una varietà e diversificazione non trascurabile e che spinge sempre il giocatore ad adattarsi al personaggio che stringe tra le mani. Ovviamente in situazioni di estremo pericolo i nostri eroi possono estrarre un’arma secondaria e “saltare” sullo stile del proprio compagno. Non di rado ci siamo trovati costretti a riporre l’arco e sfoderare la spada, lanciando l’elegante E’lara in una serie di brutali randellate sui crani rinsecchiti degli scheletri, così come qualche volta il buon Caddoc si è trovato alle prese con la sua lenta ma precisa balestra per eliminare qualche nemico ben appostato. Hunted, quindi, si divide agilmente in due grosse branche contemplando il più classico action button mashing al fianco di sezioni puramente ranged che quasi ricordano alcuni illustri TPS.

Su questa struttura cresce una intelaiatura a missioni che promette di occupare i due mercenari in una serie di compiti diversi. In poche ore di gioco ci siamo trovati prima ad esplorare una serie di dungeon sotterranei alla ricerca di rune da usare come chiavi, poi ad affrontare vere e proprie battaglie campali in mezzo a rovine antiche, per poi finire in un cortile tempestato dai proiettili di una enorme balestra nemica. È qui che abbiamo dato il nostro meglio, eliminando con un headshot da distanza siderale il malcapitato ai comandi del trabiccolo e ricevendo sentiti complimenti dalla claque di sviluppatori: “Nice shot,man!”. In tutte le situazioni, compresa l’unica boss battle affrontata, è stato fondamentale utilizzare (e soprattutto capire) il sistema di sinergia dei due eroi. Caddoc ed E’lara non solo possono curarsi a vicenda, ma sono anche in grado di utilizzare magie utili ad aumentare e potenziare le proprie caratteristiche fisiche. A nostra disposizione ci sono due tipi di incantesimi, weapon magic e battle magic. I primi sono dei semplici “Cast” d’attacco, mentre i secondi vengono lanciati esclusivamente a beneficio del nostro compagno. È fondamentale tenere sott’occhio la barra mana e capire quando e come utilizzare il dorsale destro per potenziare il nostro compagno. Col tempo probabilmente si acquista familiarità con le caratteristiche dei due mercenari e si è in grado di scegliere con più cognizione di causa quali armi e quali magie utilizzare in determinate situazioni. Infatti durante l’avventura impersoneremo a turno uno dei due eroi, switchando sull’uno o sull’altro grazie ad alcuni cristalli sparsi per le mappe di gioco. A volte lo switch sarà obbligatorio per consentici di superare ostacoli e situazioni che necessitano di caratteristiche particolari di uno dei due mercenari. Per esempio, E’lara è l’unica in grado di infuocare le proprie frecce ed incendiare bracieri che liberano zone di gioco, mentre Caddoc, grazie alla sua forza, può spostare muri semoventi e scoprire nuovi path nei dungeon.

In fin dei conti Hunted: The Demon’s Forge ci ha piacevolmente sorpreso. L’idea di base è buona e divertente, con una co-op che regge anche quando è il computer a controllare il nostro compagno. Aver avuto la possibilità di giocare buona parte del titolo con un collega ci ha permesso di apprezzare a fondo le potenzialità di questo sistema, immergendoci completamente nella co-operazione strategica tra due compagni. Inoltre il titolo promette ben 20 ore di gioco per la campagna principale e un editor mappe (!) – chiamato Crucible – sul quale verranno rilasciati dettagli in seguito. Nell’attesa di poter mettere più concretamente le mani sul titolo completo, possiamo affermare con una certa facilità che gli amanti dei buoni RPGtroveranno pane per i propri denti.