
Gears of War: Reloaded
di: Donato Marchisiello“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”: la frase simbolo del Gattopardo, una delle opere maxime dell’umana (travagliata) stirpe, sembra sostanzialmente confermare, in un’accezione sicuramente molto più leggera e “superficiale”, quella che è la strategia Microsoft. Adattarsi significa sopravvivere, interpretando in modo ampio l’immenso aforisma coniato da Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ed è per questo che dopo decadi di hard e soft console war, testare un Gears of War su PlayStation 5 ha scatenato un turbinio difficilmente descrivibile di emozioni. La fine di un’epoca? L’inizio di una età della ragione (di stato)? Per chi come me professa da decadi l’abbattimento di ogni barriera ludica “artificiale”, questa è sicuramente una buona notizia.

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Ma veniamo alla polpa: nei giorni scorsi, abbiamo partecipato ad una beta multiplayer dedicata proprio all’atteso “remastered della remastered” del primo, indimenticabile Gears of War, chiamato Gears of War: Reloaded. Pubblicato originariamente nel 2006, Gears Of War: Reloaded ripropone l’esperienza completa, ottimizzata per l’hardware più recente su più piattaforme, contemplando cross play e cross progression, presentando il franchise Gears of War a una nuova generazione di giocatori. Una rielaborazione che sembra aver fatto davvero bene al capolavoro Microsoft, grazie ad un upgrade della risoluzione in 4K e a 120 fotogrammi al secondo per quanto concerne la complessiva fluidità.
Ma prima di passare all’esperienza in sé, parliamo del lavoro di “ristrutturazione” tecnica. Dalla mio breve take on, il gioco è parso funzionare in modo più che egregio, con il “re-make up” estetico che fa il suo lavoro e rende, tutto sommato, il titolo più che adeguato agli occhi della moderna audience seppur gli anni sul groppone si vedano tutti. Una scelta, dunque, quasi obbligata se si amano gli sparatutto in terza persona e se si è sempre stati fan duri e puri della grande P. Una scelta meno perentoria, invece, per chi abbia già saggiato il gioco in passato soprattutto nella non troppo vecchia rimasterizzazione, uscita dieci anni fa circa ma che tiene ancora il passo piuttosto bene.

Tornando alla beta, essa ci ha consentito di saggiare in due distinte sessioni di test, caratterizzate da altrettante modalità di gioco. Nei primi due giorni abbiamo saggiato un classico deathmatch, nella seconda ondata invece anche la modalità King of the Hill, una modalità non troppo dissimile da un classico match di controllo dei punti di cattura. In totale, sono state cinque le mappe calpestate, tra le due modalità di gioco. In generale, il multiplayer di Gears of War funziona ancora egregiamente e, nonostante si senta una certa vetustà (specialmente, nel design delle mappe, probabilmente un po’ troppo semplici per la moderna audience, e nel feeling dei controlli, rimasti ancorati all’originale “pesantezza” e rigidità di movimento), la personalità del gioco è ancora fortissima e l’esperienza multiplayer, a patto di adattarsi a dei canoni meccanici vecchi di quasi vent’anni, resta più che godibile.
The Coalition (in collaborazione con Sumo Digital e Disbelief) ha fatto in modo di sfruttare appieno i moderni vantaggi di PlayStation rispetto alla versione originale della serie, Xbox. Usare il controller su PlayStation 5 rende più piacevole che colpire i nemici e tagliare a metà gli avversari con la motosega, grazie ai grilletti adattivi disponibili sul controller Sony. Per quanto pure estetica, la “piacevolezza” nell’affettare i nemici è nettamente amplificata dalla tecnologia Sony.

Dunque, non ci resta che attendere il 26 agosto per (ri)saggiare nuovamente il prodotto Microsoft: sarà un successo così com’è lo è stato Forza Horizon? Il carisma e la qualità ci sono tutte, ma la prova del tempo è un arduo battesimo per tutti, “grandi” e “piccoli”. Siamo certi che la campagna, già da sola, giustifichi probabilmente il prezzo finale del prodotto (ben lontano da un moderno tripla A), ma la longevità di questa Reloaded si deciderà dalla “digeribilità” del comparto multiplayer. E perché no, anche da qualche novello contenuto “inedito” (d’altronde, sperare non è peccato).