Anteprima

Binary Domain

Ultima fatica di Toshihiro Nagoshi e del suo Team YakuzaBinary Domain è oramai prossimo a fare il suo esordio su PS3 e Xbox 360. Per lenire in parte l'attesa e stuzzicare ulteriormente la curiosità dei player, Sega ha reso disponibile una breve demo, tramite la quale è possibile testare con mano una piccolissima porzione di ciò che il designer giapponese ha in serbo per noi. E Console Tribe non poteva certo tirarsi indietro dinanzi a questa opportunità .

di: Simone Cantini

Ultima fatica di Toshihiro Nagoshi e del suo Team Yakuza, Binary Domain è oramai prossimo a fare il suo esordio su PS3 e Xbox 360. Il gioco, difatti, è atteso nei negozi a partire dal prossimo 24 febbraio, ma per lenire in parte l’attesa e stuzzicare ulteriormente la curiosità dei player, Sega ha reso disponibile una breve demo, tramite la quale è possibile testare con mano una piccolissima porzione di quello che il designer giapponese ha in serbo per noi. E Console Tribe non poteva certo tirarsi indietro dinanzi a questa opportunità.

Copritemi!

Nel primo livello, ambientato per le strade della Tokyo futuristica allestita dai programmatori, avremo la possibilità di scegliere direttamente (tra una rosa di 4) i 2 componenti che andranno ad affiancare il protagonista nel corso della missione, ognuno dotato della propria personalità, nonché di particolari armi ed abilità. Potremo scegliere tra l’immancabile macchina da guerra, armato del più classico dei mitragliatori pesanti e capace di vomitare sulle macchine ostili ingenti quantità di piombo, un cecchino, un esperto in demolizioni munito di esplosivi e di un devastante RPG e, per ultimo, una sorta di scout. Una volta scelti i nostri compagni, avrà inizio la missione vera e propria, che consisterà nel raggiungere un fantomatico contatto dislocato nel quartiere.

Pad alla mano, non potremo fare a meno di notare come i controlli ricalchino il familiare schema già adottato in altri TPS (Gears of War su tutti), con i dorsali adibiti al fuoco, alla ricarica e alla mira. I pulsanti saranno, invece, utilizzati per lo scatto, l’attacco corpo a corpo, l’entrata e l’uscita dalla copertura e l’interazione ambientale, mentre alla croce direzionale è affidata la selezione delle armi. Insomma, da questo punto di vista, le novità non si sprecano di certo. Infatti il punto focale dell’intera produzione, come più volte sottolineato da Nagoshi stesso e dalla sua squadra, è costituito da un complesso sistema di comunicazione vocale, il quale ci permetterà di interagire in maniera assai profonda con i membri che, di volta in volta, andranno a comporre il nostro party.
Sono sufficienti pochi passi per entrare subito in contatto con questa tanto sbandierata feature, la quale può essere utilizzata sia in ogni momento, semplicemente ripetendo nel microfono uno dei tantissimi comandi disponibili, sia tramite l’utilizzo del grilletto sinistro. In seguito alla pressione di quest’ultimo, infatti, avremo accesso ad un piccolo menu contestuale, che ci proporrà di volta in volta il set di frasi più adatto alla situazione in corso. C’è da dire che il tutto funziona abbastanza bene, grazie ad un sistema di riconoscimento che, nonostante talvolta inciampi nel decifrare correttamente le nostre parole, si è dimostrato estremamente sensibile, al pari dei nostri compagni, assai reattivi a rispondere ai nostri ordini. Purtroppo l’esigua durata della demo non ci ha dato la possibilità di testare l’evolversi delle relazioni interpersonali tra i membri della squadra, le quali, sempre a detta degli sviluppatori, si evolveranno (sia in bene che in male) a seconda degli ordini che impartiremo. Tutto ciò andrà ad impattare sulla fiducia che i nostri compagni avranno nei nostri confronti, fiducia che assumerà un peso rilevante riguardo il loro livello di obbedienza.

Buona la prima

Nella prima parte della demo, come già detto, ci ritroveremo a dover fronteggiare un manipolo di robot ribelli lungo i vicoli di Tokyo. Questo spezzone di avventura, seppur breve, è più che sufficiente per farci apprezzare il sistema di gioco vero e proprio. I comandi si sono dimostrati assai reattivi e precisi, mentre il gunplay è apparso da subito solido ed estremamente divertente. Discreta anche l’I.A. che gestisce il comportamento degli avversari, i quali si sono rivelati più che semplici bersagli animati: i robot nemici sono costantemente alla ricerca di un riparo che li protegga dai nostri colpi e, quando la morfologia del livello lo permette, si producono in efficaci tattiche di accerchiamento. Dal punto di vista del crudo gameplay, quindi, il titolo Sega sembra promettere davvero bene. Chiude il primo livello della demo una boss battle assai divertente, nel corso della quale ci siamo ritrovati ad affrontare un poderoso mezzo corazzato, che dovrà essere privato del suo rivestimento prima che sia possibile saltargli in testa nel tentativo di metterlo definitivamente fuori uso.
Poco altro ci offre la seconda parte di questa breve sessione dimostrativa, la quale ci vedrà impegnati a fuggire da una stazione ferroviaria oramai sotto il controllo delle forze avversarie.

Sotto il vestito niente?

Sotto il profilo tecnico, Binary Domain appare caratterizzato da alti e bassi: se è vero che i personaggi principali e gli avversari si presentano molto curati, sia per quanto riguarda le animazioni che per quanto concerne la modellazione, lo stesso non si può dire degli elementi di contorno. I livelli provati, infatti, non godono affatto della stessa cura, presentando dei modelli poligonali decisamente poco entusiasmanti, nonché un campionario di texture non troppo incisivo. Nella media il set di effetti sonori, mentre non ci è parso particolarmente ispirato il doppiaggio in lingua italiana. Fortunatamente a bilanciare un impatto visivo poco accattivante ci pensa il gameplay, che si è rivelato davvero divertente. Se anche la storia dovesse risultare interessante e ben scritta, quindi in linea con gli standard a cui ci ha abituato Nagoshi con la sua saga più famosa, nonostante la veste estetica non faccia gridare al miracolo Binary Domain potrebbe davvero rivelarsi una piacevole sorpresa all’interno dell’affollato panorama dei TPS.