Hardware-Test

Plantronics BackBeat Fit 300

di: Ivan Caregnato

Di recente ci siamo occupati di lettori HIFI portatili che, tra le tante caratteristiche, offrivano il supporto alle cuffie Bluetooth.

Questo standard solo di recente è stato migliorato dal punto di vista dei codec audio con aptX, aptX HD e LDAP, prima di allora l’unica maniera era comunicare tramite SBC che era ed è sinonimo di qualità infima dato il bitrate in grado di gestire.

Si può quindi già ottenere un ottimo risultato, senza dover necessariamente ricorrere al filo: questo in alcune circostanze rappresenta un piccolo o grande fastidio che la connessione senza fili può evitare. Quando c’è di mezzo il movimento, ad esempio durante una corsa o un allenamento in palestra, diventano poi indispensabili.

Il mercato offre tantissime varianti, tra tutte abbiamo testato un prodotto Plantronics, nello specifico le BackBeat FIT 300 (potete anche trovare la variante 305 che in più offre la custodia per il trasporto). Plantronics è un marchio che ci è sempre piaciuto perché punta molto sul suono, come poi è il caso di queste cuffie.

Disponibili in diverse colorazioni, queste cuffie si distinguono subito per la loro estrema leggerezza ma anche per un controller (di dimensioni generose) che include anche la batteria e il chip Bluetooth, situato poco sotto all’auricolare destro.

Il materiale che riveste i fili che collegano gli auricolari (60cm circa la lunghezza complessiva) è un composto impermeabile all’acqua (e al sudore) che presenta delle trame che riflettono la luce, utili per fornire ulteriore visibilità verso i corridori, in sessioni di corsa notturna. Il prodotto è certificato IPx5.

Terminando con la disamina estetica, fanno capolino gli auricolari, dotati di adattatori (3 dimensioni differenti) in silicone dalla forma ovale (bene o male tutti i produttori sono passati a questo format) con una estremità che dovrebbe aderire al padiglione per offrire ulteriore sostegno. Le cuffie sono delle in-ear e l’intero adattatore deve essere inserito all’interno del canale uditivo al fine di isolare dai rumori esterni e rendere stabile e fermo il prodotto una volta indossato. Da segnalare la presenza di una piccola molletta di plastica (troppo delicata, a nostro avviso) utile per ancorare le cuffie al colletto della felpa, se usate per correre (evita il movimento del cavo e l’attrito sul collo).

Parlando di uso quotidiano e resa sonora, le BackBeat Fit 300 sono delle auricolari che suonano meglio di come si indossano: non siamo mai riusciti a trovare un punto d’incontro tra comfort e stabilità. L’unica maniera per indossarle e dimenticarsi di averle è in accoppiata con un berrettino, ma questo può andare bene solo se ci sono le condizioni termiche adatte. L’appendice che dovrebbe garantire un appiglio saldo al padiglione di fatto si è rivelata solo accessoria (si può dire quello che si vuole delle Bose ma state pur certi che le loro in-ear sembrano incollate all’orecchio, oltre che essere comodissime una volta indossate). Bene o male il peso e la rigidità del cavo e lo sbilanciamento complessivo dato dal controller, tendono a esercitare tensione sugli auricolari, con un effetto leva che ha come conseguenza la fuoriuscita degli stessi dall’orecchio.

Probabilmente questo è soggettivo, dovuto al fatto che 3 misure di adattatori non coprono la totalità delle fisionomie auricolari. Qualche misura in più sarebbe stata gradita, ma non dimentichiamoci che qualche competitor neppure offre adattatori aggiuntivi, se non a pagamento.

Di positivo però c’è un ottimo isolamento dai rumori esterni forniti dai supporti in silicone, che aderiscono al canale uditivo esterno non lasciando passare alcun rumore. Senza toglierle, non riuscirete neppure a sentire la voce di una persona ad un metro di distanza. Il volume complessivo, per questo fattore, è parecchio contenuto. Lato sonoro è uno degli headset più equilibrati che abbiamo mai ascoltato, con alti e bassi che spiccano come resa sulle timide medie frequenze, senza alterare lo spettro sonoro originale delle canzoni. Pretendere di più sarebbe stato impossibile, almeno con queste dimensioni di driver e con questo peso. Il timbro non ha una personalità distinta come può avere Bose (o tamarro come le Beat) e non offre un sound stage paragonabile alle cuffie normali, ma del resto sono fatte per accompagnare l’attività sportiva, non certo per l’ascolto HIFI nel salotto di casa. Il supporto all’aptX garantisce inoltre una migliore qualità sonora rispetto al codec standard Bluetooth (ovviamente anche il player deve supportarlo).

Oltre ad ascoltare la vostra musica, con le BackBeat Fit 300 vi sarà possibile anche rispondere alle telefonate grazie al microfono integrato nel controller. Questo ci è sembrato anche troppo sensibile, facendoci sentire perfino il rumore delle ruote del carrello mentre rispondevamo ad una telefonata al supermercato. La voce all’altro capo arriva comunque chiara e poco disturbata, crediamo che il problema si presenti solo per “colpa” delle cuffie e del loro isolamento dai rumori esterni, che fa risaltare ogni singolo suono/rumore. È possibile accoppiare fino a due dispositivi contemporaneamente.

Altra feature interessante è il Find My Headset, funzione che vi permette di trovare le vostre cuffiette nel caso in cui non ricordaste più dove le avevate lasciate. Fondamentalmente se le cuffie sono nel raggio d’azione del Bluetooth (circa 10 metri), una volta eseguita la funzione dal cellulare il prodotto inizierà ad emettere un suono acuto permettendovi di “cogliere” la loro ubicazione. Abbiamo provato a metterle dentro la sacca della palestra ma non siamo riusciti ad udire il suono. Secondo noi, oltre ad essere poco utile per come implementata, questa funzione potrebbe anche risultare pericolosa se per caso qualcuno indossa le cuffie mentre questa viene attivata. Il suono, anche se poco udibile all’esterno, una volta indossate rischia di essere nocivo.

La durata stimata è di circa 6 ore, non tantissime. Due ricariche alla settimana sono necessarie se uno fa sport con costanza. C’è chi tra i competitor fa meglio, ma anche chi peggio.

Tirando le somme, BackBeat Fit 300 è un prodotto che ci ha decisamente convinto dal punto di vista del suono ma ci ha lasciato un po’ delusi sul fronte ergonomia. Essendo per le cuffie in-ear questo un fattore soggettivo, non si sentiamo di penalizzarle troppo per questo motivo, preferendo la qualità del suono nonostante la natura votata al fitness delle stesse. Il consiglio è (se il negozio dove le acquistate lo permette) di testarle qualche minuto e trarre da soli le conclusioni sulla comodità…per quelle sul suono fidatevi di noi.

Bluetooth Bluetooth 4.1, HFP 1.6, HSP 1.2, A2DP v1.2, AVRCP v1.4
Autonomia di ascolto Fino a 6 ore
Autonomia di conversazione Fino a 6 ore
Autonomia in standby Fino a 10 giorni; passa automaticamente alla modalità standby dopo 90 minuti 
DeepSleep Fino a 6 mesi
Diametro altoparlanti 6 mm
Risposta in frequenza 20 Hz – 20 kHz
Sensibilità 106 dBSPL @ 1 kHz, volume max
Impedenza 16 ohm
Distorsione armonica < 3%
Cancellazione del rumore passiva
Peso 14 grammi
Impermeabilità Classificazione IPx5 idrorepellente
Raggio di azione (test pratico, no specifiche) Fino a 10 m
CODEC audio CVSD, mSBC, SBC
Tempo di ricarica (da batteria esaurita a completamente carica) Meno di 2 ore
Numero di microfoni Microfono singolo abilitato alla banda larga
Multipoint Sì, due dispositivi