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Recensione The Bureau: XCOM Declassified

XCOM è una serie che nasce negli anni '90 con UFO: Enemy Unknown, titolo rivoluzionario per i tempi, e molto apprezzato dal pubblico, il cui successo è stato confermato dal bellissimo seguito UFO: Terror from the Deep. Negli anni poi il franchise ha perso consensi, a causa di seguiti più o meno mediocri, fino al remake diXCOM: Enemy Unknown, dello scorso anno, che ha riportato in auge il brand grazie ad un buon titolo, che difettava solo di un adeguato livello di difficoltà, come solito con i titoli recenti.

di: Luca "lycenhol" Trevisson

XCOM è una serie che nasce negli anni ’90 con UFO: Enemy Unknown, titolo rivoluzionario per i tempi, e molto apprezzato dal pubblico, il cui successo è stato confermato dal bellissimo seguito UFO: Terror from the Deep. Negli anni poi il franchise ha perso consensi, a causa di seguiti più o meno mediocri, fino al remake diXCOM: Enemy Unknown, dello scorso anno, che ha riportato in auge il brand grazie ad un buon titolo, che difettava solo di un adeguato livello di difficoltà, come solito con i titoli recenti. I giochi della serie UFO/XCOM sono notoriamente degli strategici a turni, durante i quali sezioni di gestione della base, degli armamenti, di ricerca e di addestramento delle truppe, si alternano a missioni nelle quali si controllano squadre di soldati in combattimenti a turni. Oltre alle vittorie sul campo, solitamente ha molto peso anche il reperimento di tecnologia aliena, tramite la cattura di nemici e la raccolta delle loro armi, ed il loro studio per potenziare il proprio arsenale. Ora Firaxis ha realizzato The Bureau: XCOM Declassified, un prequel ambientato nel 1962 per raccontare come tutto ebbe inizio.
Il Bureau è un dipartimento segreto della difesa, nome in codice XCOM, nato per contrastare un’eventuale minaccia russa, dato che stiamo parlando dei tempi dellaGuerra Fredda. Ma un attacco improvviso di quella che si rivela poi una forza aliena, decima lo Stato Maggiore USA e spinge i sopravvissuti a convertire velocemente il target del Bureau, che deve contrastare ora una nuova minaccia: gli Esterni.
William Carter, nostro alter ego, è un agente molto abile, ma dal passato burrascoso, che viene reclutato per rinfoltire le ormai esigue fila della resistenza umana, entrando nell’XCOM come agente scelto e comandante di una squadra.
Intanto la popolazione viene sterminata e deportata dagli alieni, che stanno costruendo basi, intenzionati a soggiogare la razza umana, e per farlo stanno diffondendo un misterioso morbo, che trasforma le persone in sonnambuli.

Gameplay questo sconosciuto

In The Bureau, a differenza dei precedenti capitoli, impersoniamo direttamente un solo personaggio, l’agente Carter, che però, nelle missioni esterne alla base XCOM, comanda due soldati di supporto, selezionabili tra le schiere di reclute, ai quali può impartire ordini. L’impostazione per capirci è quella di Mass Effect, con combattimenti in real time in terza persona durante i quali controlliamo Carter, diversamente dall’approccio turn based tipico del franchise, con la possibilità di rallentare il tempo per impartire ordini ai subalterni ed attivare le abilità speciali, nostre e dei compagni.
Se non fosse per gli armamenti anni ’60, diremmo quasi di avere a che fare proprio con un clone del titolo BioWare… Come? Ci sono le armi aliene? Ok, ma le abilità speciali dei nostri agenti sono del tipo “posiziona una mina” o “fai un colpo mirato” e non “usa i poteri psionici per sollevare un nemico” o “disorienta un avversario con la telepatia”… cosa dite? Ci sono anche quelli? Ok, dobbiamo ammettere che le sezioni di combattimento sono veramente simili a quelle degli ultimi del comandante Shepard.
Come il titolo BioWare, è possibile personalizzare l’equipaggiamento degli agenti: per Carter è possibile scegliere due armi ed il tipo di granata, per i subalterni un’arma soltanto, la cui tipologia dipende però dalla classe di appartenenza. Per tutti, si deve scegliere anche una sorta di zainetto che, a seconda del tipo, apporta dei bonus in battaglia.
Sterminando i nemici si guadagna esperienza che permette di far aumentare di livello sia Carter che i compagni, e di sbloccare utili abilità speciali, che variano a seconda della classe di appartenenza.
Esistono anche sezioni nella base XCOM, in cui, portando a termine compiti secondari, si possono sbloccare missioni o gadget chiacchierando con i membri del Bureau, tutti caratterizzati da una storia personale. Missioni che sono selezionabili dal computer centrale, alcune non affrontabili direttamente, bensì rivolte ai personaggi secondari, per fargli guadagnare esperienza e recuperare informazioni o bonus. Questa parte ricorda Assassin’s Creed: Brotherhood e Revelation, limitatamente alla gestione delle missioni degli accoliti.
Infine, una nota va rivolta alla ricerca tecnologica, da sempre un punto di forza della serie XCOM: purtroppo è gestita in automatico, ovvero proseguendo nel gioco reperiremo armi avanzate o ci saranno fornite dal laboratorio. L’unico apporto diretto da parte nostra all’espansione dell’arsenale consiste nel trovare i progetti per gli accessori, che sono reperibili nelle missioni e che non sono nemmeno troppo nascosti.

Tecnicamente alieno

Il comparto tecnico è senza infamia e senza lode: l’Unreal Engine fa il suo sporco lavoro, anche se alcuni fondali in bassa risoluzione spesso stridono con un titolo del 2013. Ma generalmente il livello è buono, grazie all’aggiunta di qualche effetto speciale volumetrico gradevole da ammirare.
Dall’altro lato l’animazione dei personaggi è ben fatta, con mimiche facciali e movimenti involontari dei volti ben riprodotti: osservate il gesticolare delle mani di Carterquando parla con qualcuno, che lo rende molto verosimile.
Degno di nota il doppiaggio italiano, ben fatto e realizzato con attori di valore: al protagonista presta la voce lo stesso che ha doppiato Shepard (oggi parliamo troppo diMass Effect per i miei gusti).
L’I.A. dei nemici è discreta, dato che cercano sempre di accerchiarci o avere la meglio, approfittando anche della loro superiorità numerica. Inoltre non mancano di sfruttare tutte le loro risorse, come le granate che spesso ci pioveranno addosso.

La fine della specie umana

The Bureau: XCOM Declassified è un titolo interessante: si presenta da subito abbastanza impegnativo ed il livello di sfida si mantiene alto, ma restando ben concentrati riuscirete ad adattarvi, anche grazie ad un sistema di controllo degli agenti molto intuitivo e di rapido apprendimento, anche se fotocopiato da un titoloBioWare, che non citeremo nuovamente per non doverne pagare le royalty.
Carina la trama che, pur pescando da quelli che possono sembrare cliché, riesce a coinvolgere: in ogni caso ricordiamo che XCOM è stato uno dei primi giochi a trattare il tema delle invasioni aliene della Terra, e quindi casomai sono stati gli altri a copiare.
Tecnicamente senza infamia e senza lode: se l’avessero lanciato 2-3 anni fa sarebbe stato più in linea coi tempi, ma si fa comunque giocare.
In conclusione, è consigliato per i fan della serie XCOM, gli altri cerchino di provarlo prima dell’acquisto: potrebbero amarlo come stufarsi dopo poco tempo.