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Recensione Switch – or Die Trying

di: Federico Lelli

Nato dalle mani di Threye Interactive Switch – or Die Trying è un platform indie che proviene dal mondo mobile e che ha già esordito su PC prima di arrivare su console.

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Switch or die al lot

In Switch – or Die Trying saremo la lettera “i” che, dopo aver perso i suoi amici cioè le altre 25 lettere dell’alfabeto, va in missione per i vari livelli nascosti all’interno di diversi libri di una biblioteca per riconquistare la loro fiducia. La trama non ha alcun senso e non viene approfondita oltre, lo stesso pretesto di incontrare le altre lettere non combacia neanche con i livelli, che saranno una settantina in totale.

Dal punto di vista del gameplay si tratta di un platform/puzzle abbastanza tradizionale, con i movimenti sullo stick sinistro e il consueto tasto del salto, quello che lo dovrebbe rendere differente è il tasto dello switch che fa diventare maiuscola la lettera e allo stesso tempo ci fa guadagnare un salto aggiuntivo. Lo switch è inoltre necessario per modificare elementi dello stage, come piattaforme che compariranno e scompariranno e tante altre amenità per mettere alla prova i nostri riflessi.

Vi direi che è più complicato da spiegare che da usare ma la verità è che usare due bottoni diversi per quello che fondamentalmente è un doppio salto rende inutilmente macchinoso e frustrante l’incedere della nostra lettera e la difficoltà tipica di un platform di abilità qui è aumentata proprio dal sistema di controllo tutt’altro che intuitivo.

Switch – or Die Trying si presenta con una grafica sicuramente non eccelsa ma pulita e con un design abbastanza curato da dare al titolo una sua identità, anche se sembra comunque uscito dal cestone dei giochi fatti con Unity. I livelli sono racchiusi in cinque sezioni differenti, ognuna a tema con una materia differente del libro che stiamo esplorando in quel momento, che sono forse un po’ poche, stesso problema per le insopportabili musiche: una per ambiente e mandata in loop continuo.

Switch – or Die Trying non si inventa niente di nuovo né dal punto di vista del gameplay, né da quello delle meccaniche; la progressione sballata, che alterna livelli quasi banali ad altri su cui sudare a lungo, non lo rende necessariamente un gioco che ci sfida per migliorare, come N++ o Super Meaty Boy, ma un titolo inutilmente frustrante per chi ci vuole giocare seriamente.