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Recensione Resident Evil: Revelations 2

Una delle saghe più note in ambito videoludico torna tra noi con un capitolo atipico, distribuito tramite gli store online in formato episodico. Stiamo parlando di Resident Evil: Revelations 2, gioco che cerca di tenere il piede in più scarpe, e che in parte riesce nel suo intento. Curiosi di saperne di più?
Allora correte a leggere la recensione di Console-Tribe a cura di Giorgio “Nadim” Catania!

di: Giorgio "Nadim" Catania

Nella colonia penaleMeditazioneCondannaMetamorfosi.
Eccoli i titoli dei capitoli che compongono Resident Evil: Revelations 2, ultimo esponente della più famosa saga Capcom. Quattro nomi evocativi per altrettanti episodi venduti nei vari negozi virtuali, separatamente o uniti da un immancabile season pass. Certo, suona strano parlare di “episodi” quando ci si riferisce a Resident Evil. Di solito i giochi proposti in questo formato sono ben altri, esempio massimo lo si trova nelle avventure grafiche di Telltale Games. Ma poco importa, per i collezionisti. Perché adesso Resident Evil: Revelations 2 è in vendita anche negli scaffali dei negozi, con una versione pacchettizzata che offre quanto c’è nel season pass con ulteriore materiale extra – primi tra tutti due episodi spin-offLa prova e Piccola donna.
Ad ogni modo, com’è questo nuovo gioco? Segue le orme intraprese dal suo predecessore?

Vecchie e nuove conoscenze

Partiamo dal presupposto che la trama di Resident Evil: Revelations 2 non è la più originale mai vista. Né tantomeno la più emozionante, diluita com’è e poco incline alle grandi rivelazioni. Però a suo modo funziona, mantenendo una qualità narrativa che si allinea con gli ultimi titoli della saga. Nulla di eclatante, ma nemmeno nulla di preoccupante.
Tutto comincia con il rapimento della nostra buona Claire Redfield e della sua amica Moira Burton. Un rapimento tanto rapido e inaspettato quanto inspiegabile. Ecco che le due damigelle si svegliano così rinchiuse in quello che ha l’aria di essere un grande penitenziario, abitato da esseri spaventosi e micidiali. Il compito delle nostre due? Sopravvivere, in primis, per poi scoprire la mente malata che si cela dietro al sequestro.
Ma questo non è il solo filone narrativo ad essere seguito, in Resident Evil: Revelations 2. Infatti se da un lato abbiamo Claire e Moira, pronte a sostenersi reciprocamente l’una con l’altra, dall’altro abbiamo Barry e Natalia, una coppia ancora più stravagante della prima. Uomo muscolo ed armato di tutto punto lui, bambina indifesa, con strani poteri e dal passato misterioso lei. Bisogna ammettere che questo bizzarro mix risulta ancora più riuscito di quello principale, dal momento che i personaggi sono ben caratterizzati e si prestano ad un gameplay che in varie occasioni risulta perfino più intrigante.
L’avventura così procede abbastanza spedita per tutta la durata dei quattro episodi, pur con qualche momento di stanca di quando in quando. L’alternarsi delle due coppie regala una stratificazione maggiore alle vicende e propone situazioni abbastanza varie. Il risultato finale quindi è abbastanza riuscito.

Spara che ti passa

Resident Evil 6 si distinse dai predecessori per l’altissimo tasso di azione che condensava in ben quattro, distinte campagne. Il primo Resident Evil: Revelations mirava invece ad una più marcata componente survival, costellata da enigmi di vario genere. Resident Evil: Revelations 2 si pone come via di mezzo, orientata però un po’ più verso lo stile di RE6. Sebbene qualche enigma non manchi, così come alcune sessioni in cui si debba usare un po’ più la testa, la componente action prevale per tutta la durata dell’avventura. Ciò non vuol dire che si debba solo sparare. Nel corso dei vari episodi ci sono varianti tattiche, incentrate perlopiù sull’utilizzo di granate speciali, e si riscontra in alcuni momenti anche un gameplay dalle meccaniche vagamente stealth. Tuttavia i momenti in cui si preme il grilletto sono la maggioranza. Si deve fare attenzione però a non sprecare le munizioni, perché per quanto non siano rare, non sono comunque mai abbastanza se si comincia a sparare a casaccio. Questo ovviamente se si controllano Claire o Barry.
Perché in numerose occasioni Resident Evil: Revelations 2 obbliga il giocatore ad alternare il controllo dei due personaggi che formano le rispettive coppie. Ecco quindi una Moira non avvezza alle sputafuoco, ma abile a sgattaiolare qua e là e aprire serrature, e una Natalia che vede cose che Barry non può notare, e che può andare dove il corpo massiccio del compagno non può. Questa trovata è abbastanza ben studiata e raramente mostra il fianco a pecche – anche se in certi momenti può risultare tediosa o addirittura controproducente.
Menzione d’onore alla modalità Raid, la discendente dell’apprezzatissima modalità Mercenari vista nei precedenti RE. Il principio è praticamente sempre lo stesso: ci si ritrova gettati all’interno di un’arena con il compito di massacrare un certo numero di nemici per sbloccare nuovo materiale. Qui l’azione è la sola e incontrastata padrona delgameplay. Sparare, sparare, sparare. Questo è il motto di una modalità Raid che, pur nella sua natura puramente eliminatoria, riesce a divertire e a sottrarre un discreto quantitativo di ore al giocatore. Perché le mappe sono state progettate abbastanza bene, i bonus che si ottengono invogliano il giocatore a dare il meglio e i nemici sono tanti e agguerriti. Alcuni dei quali non facili da abbattere. Per non parlare di tutti i richiami ai precedenti episodi della saga, vuoi per alcuni elementi delle location, vuoi per i costumi dei personaggi. Una modalità teoricamente accessoria, ma praticamente indispensabile per donare una certa linfa – e ulteriore longevità – al gioco.

La via dell’orrore

Se è vero che spesso si spara, è anche vero che talvolta ci si deve limitare a camminare ed esplorare le location proposte dai vari capitoli che compongono il gioco. Ed è qui che si riscontra uno dei punti di forza di quest’ultimo: le ambientazioni. Se da un lato infatti ci si imbatte in un backtracking che può far storcere il naso o nel riciclo di qualche stanza di troppo, dall’altro si visitano luoghi capaci di creare una certa atmosfera che nei titoli passati è venuta meno. Si parte dalla già citata colonia penale, con i suoi corridoi angusti e sporchi. Si passa per un villaggio spettrale, i cui silenzi dei viali preoccupano non poco. Si continua poi per un mattatoi degno di un bel film dell’horror. E ce ne sono ancora di luoghi interessanti, che non si cita per evitare qualche spoiler di troppo. Comunque basti pensare che ogni area che si raggiunge trasmette l’idea di degrado e abbandono e malsano, complici anche dei nemici non sempre così scontati e talvolta orripilanti. Peccato solo che tutta l’ansia che le location potrebbero creare viene ridotta dall’azione e da rare comparse di mostri capaci di far fare salti sulla sedia.
Tecnicamente parlando si deve segnalare un lavoro sì riuscito, ma non eccellente. Probabilmente perché Resident Evil: Revelations 2 è stato pensato più con la mentalità da vecchie console, rendendo così il comparto grafico buono ma di sicuro non al passo con i tempi. Modelli poligonali un po’ rozzi, texture spesso non all’altezza, effetti vari di una qualità distante da quella a cui le grandi e più recenti produzioni ci hanno abituati. Il colpo d’occhio comunque non è affatto brutto, e se si trascurano alcuni difetti pur non proprio minori, si è in grado anche di apprezzare il lavoro fatto, anche per mantenere un framerate quasi sempre stabile. Il tutto, ovviamente, doppiato e tradotto in italiano.

L’attesa prolungata

Possiamo tranquillamente dire che Resident Evil: Revelations 2 è un buon gioco. Nonostante i personaggi della trama principale non siano sempre caratterizzati con la dovuta cura, e nonostante la trama tenda ad essere superficiale e frettolosa nelle battute finali, questo esponente della saga sa divertire. Per certi aspetti ha anche più carattere del più “grosso” e importante Resident Evil 6, nonostante le evidenti differenze di budget – testimoniato anche dalla vendita a capitoli negli store virtuali.
Ovviamente non ci si può aspettare da questo seguito della parallela saga Revelations il nuovo esponente del classico Resident Evil, però giocarlo ha di certo un suo perché. Anche solo per poter incontrare di nuovo la nostra Claire Redfield, un personaggio importante ma fin troppo trascurato negli ultimi anni. Oppure per sperimentare qualche brivido e un’atmosfera vagamente horror che avvicinano, seppur solo in piccola parte, Resident Evil: Revelations 2 ai primi tre, indimenticabili capitoli della serie.
Nel caso che si decidesse di procedere all’acquisto, si segnala che la versione pacchettizzata contiene i quattro episodi principali, i già citati episodi extra, costumi aggiuntivi, nuove arene per la modalità Raid e il personaggio extra per questa modalità – uno dei personaggi più noti della saga.
Intanto l’attesa per un Resident Evil 7 cresce. Cresce con la speranza che Capcom riesca a riportare agli antichi splendori una delle saghe che ha fatto la storia dei videogiochi.