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Recensione Resident Evil 6 Remastered

di: Luca Saati

Capcom ci tiene davvero molto a farci festeggiare il ventesimo anniversario di Resident Evil. Peccato che non ci viene data la possibilità di unirci alle celebrazioni con un Resident Evil 7 nuovo di zecca, bensì con una serie di remastered dei vecchi capitoli, ovvero Resident Evil 6, 5 e 4 in quest’ordine. Se Resident Evil HD e Resident Evil 0 HD li abbiamo trovati dei prodotti sensati dato che provengono da console lontane di diverse generazioni che tanti giovani giocatori non hanno avuto la possibilità di giocare, lo stesso non possiamo dire di Resident Evil 6. Il perchè scopriamolo insieme.

Old but bad

Come sempre ciò che andiamo ad analizzare per prima in un remastered è il comparto tecnico. Resident Evil 6 torna su PS4 e Xbox One con una grafica a 1080p e un frame rate fisso a 60 fps. La risoluzione in Full HD rende l’immagine più nitida e pulita grazie anche a un filtro anti-aliasing migliore mentre i 60 fotogrammi al secondo fanno dimenticare i cali di frame rate visti nell’edizione originale su PS3 e Xbox 360 donando all’azione una maggiore precisione e reattività. Sostanzialmente le novità sono finite qui dato che texture, effetti particellari, illuminazione e quant’altro sono praticamente uguali a quanto visto nel 2012.

Resident Evil 6 ci mette a disposizione tre diverse campagne (giocabili anche in cooperativa online o offline) nei panni di Leon Kenedy, Chris Redfield e Jake Muller che finiranno per incrociarsi nel corso dell’avventura. I tre eroi si trovano ad affrontare una nuova minaccia globale rappresentata dal Virus C creato dai superstiti dell’Umbrella Corporation grazie alla fusione del virus G, T e le Plagas recuperate in Spagna. Uno dei principali problemi di Resident Evil 6 è la struttura stessa del gioco: l’idea di offrire tre campagne rende il gioco abbastanza longevo ma il tenerle separate è quanto di più sbagliato potesse fare Capcom. Infatti iniziare una campagna dopo averne finita una vede il ritmo crollare vertiginosamente verso il basso. Il tutto non aiuta neanche la varietà visto che vi ritroverete a rigiocare certe parti di gioco dove i nostri protagonisti si incontrano. La trama inoltre alla seconda campagna finisce per perdere mordente dato che vi troverete col sapere quasi tutto ciò che succede dopo averne completata una. È bene precisare che nessuno vi vieta di iniziare il capitolo 1 della campagna di Leon e poi passare al primo capitolo delle campagne di Chris e Jake, ma è possibile che in Capcom nessuno abbia pensato di unire le tre campagne in una sola facendoci passare da un personaggio all’altro ogni volta in automatico? Ci avrebbe fatto piacere vedere in questo remastered una revisione in tal senso e invece il nulla più totale. A tal proposito vi segnaliamo la presenza di una quarta campagna, quella di Ada Wong che è la meglio riuscita di tutto il pacchetto, disponibile sin da subito e non dopo averla sbloccata terminando almeno una volta il gioco. Dal punto di vista dei contenuti non possiamo comunque lamentarci visto che solo per le campagne ci vogliono come minimo 20 ore a cui possiamo aggiungerne altre grazie al multiplayer: Mercenari ci permette di affrontare le classiche orde di nemici sempre più crescenti, mentre Caccia all’Uomo ci permette di invadere nei panni di uno zombie la partita di un altro giocatore.

A livello di gameplay purtroppo le novità sono praticamente nulle fatta eccezione per una telecamera posizionata un po’ più lontana dal nostro personaggio rendendo le fasi di azione più frenetica meno caotiche del titolo originale. Resident Evil 6 abbandona qualsiasi velleità da horror game abbracciando in toto la sua anima da shooter in terza persona abbastanza godibile ma rovinata da un pessimo sistema di copertura, da sfruttare in particolare nella campagna di Chris, e da dei controlli legnosi, in particolare quando si vuole sfruttare il corpo a corpo per tenere gli zombie alla larga. Tra una sparatoria e l’altra troviamo anche qualche puzzle ambientale la cui realizzazione lascia abbastanza a desiderare, e tediosi quick time event che arrivano durante le spettacolari sequenze cinematiche. Il totale abbandono della componente horror ha insomma fatto tutt’altro che bene a Resident Evil 6 dato che neanche come uno shooter in terza persona riesce a funzionare sempre nel migliore dei modi. Quattro anni dopo inoltre i suoi problemi si fanno sentire ancora di più visto che quella legnosità è inaccettabile nel 2016.

Commento finale

Resident Evil 6 ritorna su PS4 e Xbox One facendoci ricordare il perchè è considerato come uno dei peggiori esponenti della saga survival horror di Capcom. La scelta di abbandonare una qualsivoglia componente horror in favore di un gioco improntato maggiormente all’azione poteva essere accettabile, il problema però è che Resident Evil 6 neanche come uno shooter in terza persona riesce a funzionare al 100%. Un discorso non troppo diverso possiamo farlo anche per la maggiore spettacolarizzazione della storia ma il tutto viene rovinato dalla scellerata idea di tenere separate le campagne invece che di unirle in un’unica esperienza. Se non avete giocato Resident Evil 6 a suo tempo il prezzo budget di 19,99 euro e il gran numero di contenuti possono rappresentare una buona scusa per acquistare questo remastered a patto di riuscire a chiudere un occhio sugli enormi limiti di gameplay e di design. Se invece avete già vissuto questo incubo potete tranquillamente risparmiarvi questa spesa dato che le novità rispetto all’opera originale non giustificano un secondo acquisto.