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Recensione Recensione di Radiant Silvergun

Recensione di Radiant Silvergun di Console Tribe

di: Nicola "Wanicola" Caso

Una delle caratteristiche più apprezzate nel mondo della distribuzione digitale è senz’altro quella di poter dare ai giocatori la possibilità di cimentarsi in giochi che difficilmente si vedrebbero nei negozi. Tra questi figurano anche alcuni titoli di un passato dimenticato che, per un motivo o nell’altro, non hanno ricevuto la giusta attenzione al momento della loro pubblicazione.
Se alla maggior parte di voi il titolo Radiant Silvergun può sembrare semplicemente il nome di una bibita energetica qualsiasi, per quei pochi che hanno creduto nell’ultima gloriosa console SEGA o ancora frequentavano le sale giochi sul finire degli anni ’90, lo storico sparatutto a scorrimento verticale TREASURE non può che riportare alla mente serate e serate di imprecazioni contro uno dei titoli più difficili e tecnici che la mente umana abbia mai concepito. Una perla di game design che definire ostica è riduttivo.
Oggi a 13 anni di distanza dalla pubblicazione originale, questo eccezionale sparatutto a scorrimento verticale è di nuovo disponibile per una nuova generazione di giocatori. Siete pronti a viaggiare nel tempo?

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3, 2, 4,5, 6 e infine 1

Palesemente controcorrente anche all’epoca della pubblicazione originale, Radiant Silvergun potrebbe apparire come il solito shooter a scorrimento verticale come tanti se ne sono visti sin dagli albori del genere, ma questo solo a prima vista.
A differenza degli immortali Space Invaders, R-Type e derivati, dove lo scopo ultimo era l’eliminazione indiscriminata di tutto ciò visibile su schermo alla ricerca del celeberrimo High Score, Radiant Silvergun propone tutta una serie di situazioni alternative dove sì, il fine ultimo è sempre il punteggio più alto, ma il modo per conseguirlo appare sensibilmente diverso dai canoni a cui i classici del genere ci hanno abituati. Per cominciare, il gioco inizia con la nostra astronave già dotata di tutto il necessario per far fronte alla minaccia aliena, senza dunque perdersi nel classico cliché della ricerca del power-up apposito atto magari ad aumentare il raggio d’azione dello sparo di base.
Tra laser frontale, posteriore, raggi a diffusione, teleguidati, fasci di plasma e la mitica spada iconica, la nostra Silvergun di turno si propone sin da subito come un avanzatissimo mezzo bellico in grado di far fronte a tutte le occasioni. Se nella configurazione originale solo tre di queste erano armi standard utilizzabili normalmente con la sola pressione di un tasto apposito, (relegando le altre quattro a combinazioni dei vari tasti), ora grazie alla bontà del numero di bottoni presenti sui pad di una moderna 360 è possibile ricorrere facilmente a tutte le possibilità di fuoco offerte in maniera rapida e indolore.
A rendere maggiormente appetibile questo già vastissimo arsenale, ci pensa poi un’originalissima feature presa in prestito direttamente dai giochi di ruolo: il classico Level-Up. Più un’arma viene impiegata, più essa è in grado di aumentare il proprio di livello beneficiando tanto di potenza, quanto di effetti aggiuntivi alternativi (raggio d’azione, Lock-On immediati e quant’altro), in un crescendo d’azione ed effetti speciali in grado di spingere il giocatore a sperimentare il più possibile anche le armi più complesse anche per il solo gusto di vederne l’evoluzione. D’altronde a sparare davanti sono buoni (quasi) tutti.
Persino la Radiant Sword citata poco sopra appare come una novità assoluta per il genere. Un’arma corpo a corpo in grado non solo di attaccare i nemici a distanza ravvicinata ma anche di distruggere i proiettili viola e poter così caricare l’imponente Super Radiant Sword (la classica smartbomb in grado di distruggere ogni nemico su schermo).
Ovviamente tutto questo massiccio arsenale rimarrebbe fine a se stesso senza un’adeguata controffensiva nemica. (S)fortunatamente TREASURE è famosa non solo per lo stile, ma anche per l’infamia capace di infondere nei propri giochi.

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Astronave color color…

Un’altra grande novità introdotta in Radiant Silvergun (e ripresa in parte in Ikaruga) è l’allineamento delle astronavi nemiche. Divisi in tre colori principali (rosso, blu e giallo), le astronavi nemiche possono essere abbattute in combo da tre esemplari dello stesso colore, metodo utile non solo per far salire vertiginosamente il moltiplicatore del punteggio, ma anche per sviluppare più velocemente le proprie armi, dando origine di volta in volta ad epurazioni mirate e rapide manovre evasive tra i proiettili delle astronavi del colore indesiderato.
E già qui iniziano però ad arrivare i grattacapi. Se è vero infatti che la Silvergun può contare su un’arsenale di tutto rispetto, è anche vero che in alcune situazioni sembra non esserci una soluzione apparente, soprattutto se si sta cercando di tenere alto il proprio punteggio. In realtà il certosino lavoro di calibrazione di TREASURE (solo il centro perfetto dell’astronave è vulnerabile) è tale da permettere di venire a capo di ogni situazione, ma solo dopo aver studiato, provato e riprovato più e volte le stesse sezioni in una girandola Trial & Error che potrebbe essere sgradita ai più. D’altronde come si diceva in apertura, Radiant Silvergun era un prodotto anacronistico già alla fine degli anni ’90.
Discorso analogo per i vari Boss di fine e infra-livello. Rivoluzionari anch’essi per la loro struttura “modulare” (con tanto di percentuale di abbattimento in grado di influenzare il punteggio finale), le dimensioni e i pattern d’attacco che variano in tempo reale, rappresentano un vero banco di prova anche per la mente più stoica e inscalfibile. Spesso capiterà infatti di trovarsi a tiro di laser in grado di annichilire completamente lo schermo, salvo un microscopico punto messo magari tra due raggi laser che compiono un movimento ondulatorio. Un vero e proprio inferno ribattezzato appunto “Bullet Hell”.
Fortunatamente è possibile lenire (almeno in parte) la costante sensazione di “imbroglio” che si prova in determinati frangenti ricorrendo all’aiuto di un amico, sia in locale che tramite Xbox Live. Con due navicelle contemporaneamente sullo schermo, non solo avremo a disposizione una doppia potenza di fuoco, ma sarà possibile dividersi i compiti, tanto che alcune situazioni sembrano ideate appositamente per due Silvergun operanti all’unisono (i classici split con muri separatori).

!==PB==!
Super Radiant Silvergun HD Remix Online Edition?

Finora non abbiamo fatto altro che parlare che Radiant Silvergun come un titolo “nuovo” spiegando i punti di forza di un gameplay tanto particolare quanto impegnativo. Generalmente una trattazione del genere sarebbe più adatta a una novità in senso assoluto piuttosto che a una versione digital delivery di un gioco vecchio più di dieci anni, dunque come mai tutto questo dilungarsi su alcune meccaniche sulle quali si poteva sorvolare in scioltezza?
Il problema con Radiant Silvergun nasce dal fatto che essendo un gioco poco conosciuto e il cui prezzo dell’opera originale si aggira su valori esorbitanti, per molti questo potrebbe essere il primo approccio con l’inferno di proiettili TREASURE. A riprova di ciò, il gioco non presenta chissà quali stravolgimenti ludici o grafici, denotando la volontà della software house di mantenersi il più possibile fedele all’originale.
Per soli 1200 Microsoft Points dunque avrete la possibilità di installare sul vostro Hard Disk un titolo graficamente molto curato e di sicuro impatto, ma privo di qualsiasi novità e/o restyling grafico in grado sfruttare a pieno l’hardware su cui gira, escluso qualche filtro visivo comunque disattivabile. Perfino il rapporto dello schermo è rimasto fissato a 4:3 (e non poteva essere altrimenti).
Nonostante ciò bisogna comunque rendere lode a TREASURE per il lavoro svolto più di dieci anni fa, talmente avanti stilisticamente e concettualmente da risultare appagante ancora ai giorni nostri, che si tratti dei dettagliatissimi sprite delle astronavi o degli sfondi ricchi di effetti speciali realizzati magistralmente.
Sempre gradito invece il supporto per l’audio Dolby Digital 5.1 che unito alle già splendide melodie dell’originale non fa altro che rendere l’esperienza più immersiva e, se possibile, ancora più epica.
L’unica vera novità in senso assoluto è la presenza di una modalità nascosta ispirata al suo seguito spirituale, Ikaruga, nella quale il sistema combo varierà leggermente rifacendosi all’altro classico TREASURE (sbloccabile a patto di avere almeno un achievement del titolo in questione).

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Duro e puro

Come già accennato a più riprese, Radiant Silvergun non è un titolo adatto a tutti, né quantomeno classificabile secondo i canoni di giudizio al quale siamo abituati solitamente. Un viaggio avanti e indietro nel tempo lungo sei livelli lunghissimi, pieni di insidie e nemici apparentemente indistruttibili; un cammino zen che trova il suo apice in un rapporto di amore/odio con la leaderboard. Un modo di vedere il videogioco forse caduto in disuso e che in molti faticheranno ad apprezzare, ma in grado di dare grandi soddisfazioni a quei pochi dotati di riflessi, mente lucida e tanta pazienza.
Tutte doti necessarie per mettersi alla guida di una Silvergun e, una volta dentro, imparare a domarla.