TV Recensione

Yu Yu Hakusho

di: Andy Reevieny

A fine 2023, sfruttando la finestra delle festività, Netflix rilascia un nuovo live, anzi afterlife visto ciò di cui tratta – action – e che action.

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Yu degli spettri

Questo è il materiale di origine, il libro bianco sui fantasmi tradotto letteralmente dal giapponese: Yu Yu Hakusho  è la trasposizione in live action del manga e relativo anime di Yoshihiro Togashi (già autore anche di Hunter X Hunter) realizzato nei primissimi anni novanta del secolo e millennio scorsi. In breve la nostra storia ruota intorno a Yusuke Urameshi, qui interpretato da Takushi Kitamura, studente teppista nella migliore tradizione nipponica che salva un bambino che sta per essere investito, ma… ei fu.

Detective provato

Penserete che con una sinossi come quella di cui sopra abbia spoilerato già tutto fino alla conclusione, e invece questo è solo l’inizio appunto perchè da qui in poi il nostro Yusuke entra in contatto con l’aldilà e personaggi ultraterreni, spiritici, come il Piccolo Enma, interpretato da Keita Machida, Botan (Kotone Futokawa), Kurama (Jun Shison), Hiei (Hongō Kanata), la Maestra Genkai (Meiko Kaji), ma anche assurdi come il compagno di scuola e teppismo Kazuma Kuwabara (Shuhei Uesugi), che sono tutti alleati inestimabili contro le forze demoniache. Sì perchè nel frattempo Yusuke torna in vita con l’incarico di investigatore del mondo degli spiriti e si addestra per svolgere al meglio questo sovrannaturale compito.

Aspetta e sfera astrale e basta

Yu Yu Hakusho, forte anche del successo del live action di One Piece sempre targato Netflix uscito la scorsa estate, riconferma la possibilità di riuscire a rendere, se affidate a crew autoctone, nipponiche nello specifico, le produzioni legate a brand di culto, se non proprio storici ormai, dal sol levante, lasciando nel dimenticatoio abomini come ad esempio il live action Netflix di Death Note.

“Devi essere forte, per proteggere tutti coloro che ami”. Questo è il leitmotiv dei nostri anti-eroi, perchè Yusuke&Co. questo sono, come ci hanno insegnato i maestri mangaka, compreso il Sensei Akira Toriyama recentemente scomparso, Hiroiko Araki, per non parlare di Go Nagai o al cinema John Carpenter. Qui non siamo certo di fronte ad alcunchè di rivoluzionario, ma di solido e compatto. Si tratta di un buon titolo di intrattenimento per ora in 5 episodi che coprono e sintetizzano un arco narrativo ben più ampio della storia originale di Togashi.

L’azione in Yu Yu Hakusho è ben resa da un cast intero in parte, con cgi e coreografie sapientemente orchestrate, in generale con fx che convincono e onorano il materiale di partenza, riproponendo sequenze di combattimento, colpi speciali senza lesinare sangue e splatter, trattandosi di demoni nella storia, pur non eccedendo mai nel horror e risultando dunque un prodotto guardabile anche dai più piccoli, magari per poi recuperare almeno il seriale e gli OAV. Consigliato.