TV Recensione

Vita da Carlo

di: Andy Reevieny

Facciamocene una ragione, siamo sempre più circondati di serie, anzitutto estere, pensate ad (ab)uso e consumo da chi il cinema più vicino a sè non sa più manco dove stia di casa, nel sempre più logorio di questi bui tempi moderni. Teribbb…ile! (cit.), ma procediamo con ordine.

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3 Stagioni

Sicure, conclusesi, 10 episodi cad., la prossima a quanto pare già preannunziata, e solo per ciò al momento non ho ribadito classicamente le 4 stagioni, non Vivaldiane, men che meno pizzaiole, in questo caso quelle di Vita da Carlo che dal 5 novembre 2021 su Prime Video racconta serialmente il più verosimilmente possibile la vita del Carlo Verdone nazionale, perchè se devo anche presentare il regista ed interprete, il cineasta capitolino con tanto di discendenza senese (ndr il babbo di Carlo, il Prof. Mario, mio ill.mo concittadino)  di culto trasversale e intergenerazionale, beh siete veramente da ricovero, ma de quelli immediati!

Avvertiti dunque anche solo per citazioni ormai proverbiali verdoniane da ora in poi, tipo palude del caimano, perchè tanto di lui si tratta, nella prima stagione indicativamente come una sorta di prologo concentrandoci sulla parte professionale del protagonista, qui come nella realtà con due figli, Maddalena interpretata da Caterina de Angelis (ndr figlia nella realtà di Margherita Buy), inizialmente ragazza attivista, idealista,  Giovanni (Filippo Contri) e la ex moglie Sandra (Monica Guerritore). A loro si aggiunge tutta una serie di personaggi le cui vite e storie ruotano intorno al nostro, su tutti Antonio Bannò nel ruolo di Chicco (prima collaboratore di Carlo, nonchè amante e nel prosieguo compagno di Maddalena), Annamaria la donna di servizio a casa Verdone, e alcuni dei quali interpretano come Verdone direttamente loro stessi come ad es. il grandissimo Max Tortora, perchè in questa prima stagione di cui sopra si inizia a raccontare il quotidiano del protagonista, con la messa ini scena del medium, ma estremamente verosimile, tra giornate impegnate nella realizzazione di film fino ad una indeclinabile richiesta da parte di Benedetto Signoretti (Andrea Pennacchi) di candidarsi a sindaco per le amministrative di Roma. 

Mass medium

Un bel giorno mi imbarcai su un cargo battente bandiera liber… ehm si diceva che a partire dal 15 settembre 2023, anche per la terza, per la seconda stagione di Vita da Carlo ci spostiamo sulla piattaforma Paramount+  ma i personaggi principali della famiglia almeno restano gli stessi, con aggiunte e partenze. Io gliele taglierei quelle gam… beh…

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In questa seconda stagione Carlo è pronto a realizzare una biopic, il film sulla sua vita da ragazzo, pare tutto filare liscio, ma eccallà che la produzione gli impone Sangiovanni (il cui stop artistico come cantautore, non volendo, è “profetizzato” qui), la persona apparentemente più lontana dal Carlo Verdone ragazzo romano tra fine anni sessanta e inizi settanta quando si ambienta il film. La scrittrice Sofia (Stefania Rocca) prende il posto della farmacista Annalisa (Anita Caprioli) come nuova fiamma di Verdone. Camei illustrerrimi a sfare.

Non stop

Come la leggendaria trasmissione televisiva con regia di Enzo Trapani lancia talenti tra cui Verdone appunto che al cinema esordisce nel 1980 con Un Sacco Bello prodotto dal Maestro Sergio Leone, scritto insieme a Benvenuti&De Bernardi, con la colonna sonora il M° Ennio Morricone, e insomma da quel folgorante esordio sul finire degli anni settanta, si arriva alla terza e per ora ultima stagione di Vita da Carlo

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Arrivano qui su tutti Marcello Macchia, che interpreta sè stesso universalmente noto come Maccio Capatonda, problematico vicino di casa a Roma di Carlo, ed Ema Stokholma anche lei come sè stessa non è da meno quanto a equilibrio psico-fisico, e deve affiancare Carlo alla co-conduzione del Festival di SanRemo. Inutile dire che anche in questi ulteriori dieci episodi non scorrerà liscissima.

Vita da Carlo, anche se magari altalenante nella totalità dei 30 episodi, rappresenta a mio avviso un esperimento riuscito, non tanto in quanto seriale in sè, quanto proprio per l’approccio che Carlo Verdone a ormai più di settanta anni compiuti, ha anche con un mezzo che non è il suo diciamo, la serialità, quella dei nostri giorni che passa online per le piattaforme ondemand appunto, e si rischia oggettivamente l’effetto Fabris, insomma roba che ci hai avuto un crollo…

Nicola Guaglianone e Menotti (Roberto Marchionni) già collaboratori di Verdone alla scrittura di Benedetta Follia, sono l’impulso per questa serie. Dalle interviste rilasciate nel tempo qui pare a tratti più vero del vero Carlo Verdone, nel suo rapporto con la famiglia, gli amici, gli amori, i fans, piccoli e grandi, di ieri, oggi e domani appunto andando oltre le generazioni, l’amore viscerale per il suo lavoro che è il cinema, la settima arte e a latere anche la musica, per non parlare in generale di quello per la città eterna che gli ha dato i natali, Roma appunto che è nella sua complessità ma irresistibile bellezza una delle protagoniste anche qui. Gli episodi volano, e si passa sopra tutto dunque. Love, love, love.