TV Recensione

The Penguin

di: Andy Reevieny

Dice: vabbè allora al cine in questi giorni novembrini non vi è proprio alcunchè di interesse e, senza contare oltremodo gustose esclusive-anteprime dal recentemente conclusosi Lucca Comics&Games, non c’è due senza 883

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Pingu pongo

E qui vi volevo. Sì, non solo sempre a livello seriale, miniserie tecnicamente anche in questo caso, ad ogni modo negli USA per HBO e da noi in Italia sempre su Sky, dal 19-20 settembre 2024 a seconda dei paesi è disponibile The Penguin, spin-off di The Batman, film del 2022 di Matt Reeves (consigliato in assoluto e propedeutico alla visione di ciò di cui sopra), che segue a distanza di pochi giorni gli eventi del film, manco a dirlo con protagonista stavolta appunto il Pinguino, da qui in poi menzionato col suo nome e cognome in “borghese” Oswald Cobb, praticamente per tutti “Oz”, iconico villain nel mondo (e stavolta  DC e Warner producono ad hoc il cosìddetto Bat-Verse) dell’uomo pipistrello, qui nuovamente interpretato da un irriconoscibile sotto incredibili trucco e parrucco Colin Farrell. Facciamo presto con la trama che è semplice come non mai, direi: guerra senza quartiere tra bande criminali per il controllo di Gotham City.

Per un pugno nel muso di $

Falsi oltretutto stante la finzione scenica potenziata da personaggi di finzione, oltretutto riadattati ad hoc qui per gli 8 episodi che compongono The PenguinIl falso anche se niente affatto storico in questo caso specifico appunto, è probabilmente ciò che meglio rende l’idea dell’approfondimento di caratterizzazione che contraddistingue il personaggio centrale di Oz, reso se possibile ancor meglio qui che nel minutaggio  contingentato del personaggio in The Batman e dovendo condividere con altri attori, oltre al protagonista (Robert Pattinson) anche da Catwoman (Zoe Kravitz) e l’Enigmista (Paul Dano), su tutti. Oz è in tutto ciò, se vogliamo, una sorta di versione sfigurata, malata, manco a dirlo priva di scrupoli dei personaggi di Clint Eastwood in Un pugno di $ o meglio, vista l’ispirazione poi dichiarata, di Toshiro Mifune in Yojimbo, e lungi da me scomodare maestri assoluti come Sergio Leone e Akira Kurosawa, ma il loro lascito lo si ritrova anche questa serie per me.

Questo però è solo l’inizio, anzi neanche visto il clamoroso plot twist nei primi minuti del primo episodio, gestito ad arte. Non sto esagerando. Questa è la sinossi appena accennata di un cast sontuoso che oltre al sempre più in parte Farrell, si compone anzitutto di Cristin Milioti nel ruolo di Sofia Falcone, ex “ospite” di Arkham e figlia di Carmine Falcone (qui interpretato da Mark Strong dopo la non riconferma di John Turturro, per scelta dell’attore), uno dei e in questa fase diciamo proprio il boss di Gotham City, cui si contrappone Sal Maroni dell’omonimo clan (Clancy Brown già pratico di clan in quanto storico villain di Connor Mac Leod de Higlander) e Victor “Vic” Aguillar (Tito Marteddu), un ragazzo che vive di espedienti tra i quali il furto d’auto che ha la sventura di imbattersi nel sobrio ed elegante mezzo di trasporto di Oz che, non solo lo risparmia, ma lo prende sotto la propria ala protettiva da subito, introducendolo alla famiglia, la sua, stavolta. Il cast tecnico a partire dalla scrittura si dimostra di livello assoluto e ritroviamo il M° Michael Giacchino nuovamente alle musiche.

Ovviamente troviamo tutta una serie di comprimari funzionali alla narrazione, ma notate bene da subito una costante che, seppur si tratti di medium diverso, con minutaggi, budget e, non nascondiamoci dietro ad un dito, neanche lontanamente le ambizioni autoriali di un titolo come l’ultimo diretto da Todd Phillips che tanti sedicenti strenui difensori di detti film hanno la responsabilità materiale di aver fatto floppare male al botteghino, chiedere a loro perchè.

Gigante, pensaci tu!

Cito anche un celebre spot di Carosello non a caso, perchè The Penguin, nella sua essenzialità a livello di idea di soggetto, pur perfettamente in continuità con la lore del film di Matt Reeves che qui è tra i produttori esecutivi, riesce forse come non mai, specie per opere tratte dal filone fumettistico, a confezionare un prodotto di intrattenimento puro, nello specifico una serie crime con tutti i crismi, in piena regola, con personaggi uno più spietato, voltafaccia, disturbato, paranoico e assetato di potere dell’altro, a partire ovviamente dal protagonista cui non manca certo anche il background familiare (mamma Francis Cobb interpretata egregiamente da Deirdre O’Connell), in uno scenario oltremodo deflagrato, sempre senza manco accennare il titolo di cui è spin-off.

Non fosse appunto per completezza di informazione, non lo avrei nominato neanche qui e sfido chiunque a dire che The Penguin richiami men che meno costantemente il vigilantes mascherato di Gotham City e gli altri villain iconici dei personaggi tratti dagli albi di Bob Kane&Co. Quindi poche storie, perchè se già nella più recente animazione i personaggi non smettono mai di con-vincere, stavolta è testa a testa per la miglior serie live action del 2024 con Fallout (ndr non perdete tempo dietro a titoli recenti come Like a Dragon: Yakuza) di cui è già in lavorazione l’annunziata seconda stagione. Si raccomanda il dress codA.