
Il Baracchino
di: Andrea CamprianiDai, via devo parlare di un tot di serie internazionali del momento… momento…

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Get up Stand-up for their comedies
Che vi devo dire? Cioè da dove parto? Perchè ridere è quantomai una cosa seria. L’incipit di Il Baracchinoserie in 6 episodi da poco più di un quarto d’ora cad. co-scritta/diretta/sceneggiata/musicata anzitutto da Nicolò Cuccì e Salvo Di Paola.

Questi nomi vi diranno il giusto, ma vi basti sapere che oltre al summenzionato Di Paola che doppia Gerri, tuttofare del locale di standup di cui al titoli, ritroviamo Pilar Fogliati (Claudia), direttrice artistica del locale, Lillo che doppia Maurizio, l’unicorno(!) burbero proprietario del locale, Luca Ravenna nel ruolo di Luca, un piccione manco a dirlo meneghino con tanto di piumino da paninaro, Stefano Rapone nel ruolo di M…arco, Il Tristo Mietitore, Edoardo Ferrario – Leonardo Da Vinci(!), Daniele Tinti nel ruolo di John Lumano, un alieno che tenta invano di confondersi con gli umani, Michela Giraud nel ruolo di Noemi Ciambell, Donato doppiato da Frank Matano e Larry Tucano (Pietro Sermonti), stella della standup caduta, non solo in disgrazia.
Megadragoniani
Vi starete chiedendo dove sia la sinossi di Il Baracchinoed è presto detto che si tratta nella miglior tradizione del genere o sottogenere che dir si voglia, di riuscire a non far chiudere un locale storico in questi tempi sempre più bui, a la Blues Bros. o per restare qui in Italia, a la Kamikazen, o Comedians di Salvatores.

La cosa che rende più unica che rara questa serie, specie in Italia è che a farlo siano personaggi, ciascuno animato con una tecnica diversa, mista appunto, che va dalla cgi alla stop motion coi burattini e i modellini veri, all’animazione tradizionale…
Oh pen mica
Il Baracchino sulla carta ha tutti gli ingredienti per non piacermi: sarebbe un progetto oltremodo ambizioso perfino se realizzato a ben alt(r)o budget da Hollywood, diffiderei oltretutto di non attori, o comunque non attori doppiatori professionisti, cosìddetti talent. Eppur ci mòve.

Mi muove dentro, quantomeno perchè i personaggi sono in definitiva una sorta di avatar del grosso della nuova leva di comici, monologhisti italiani più quotati in questo locale fatiscente dove la resident band è formata da <bleah> blatte.

Il Baracchino è una serie da guardare assolutamente, che ci si dica si spera non per moda appassionati di stand-up o meno, come il sottoscritto che ormai per conoscenza diretta collabora con satiri veri, che si ammiri l’animazione sempre come il sottoscritto o meno. Dategli una possibilità, anzi.. due tentativi. Così uno funziona.