TV Recensione

Dune: Prophecy

di: Andy Reevieny

Che sere di serie serie che se non sarà seren si rasserenerà, insomma dai menomale il 2024 è andato, anche se si avverte, non certo quello dell’armadillo di Zerocalcariana memoria, ma insomma più di un presentimento, una profezia…

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Casata dolce casata

A fine 2024 arriva di nuovo a suggello delle esclusive internazionali HBO disponibili in Italia su SKY,  Dune: Prophecy, storia prequel ambientata qualcosa come 10000 anni ca. prima gli eventi narrati in Dune.

Questa volta, come da titolo del paragrafo, ci si concentra appunto sulle origini essendo questa prima serie (ndr già annunziata una seconda) composta da 6 episodi da un’oretta ca. cad. sono tratti da Sisterhood of Dune primo capitolo della trilogia di Kevin J.Anderson e Brian Herbert, figlio di Frank, per cui quest’opera uscita nel 2012 a 47 anni di distanza dal capodopera e capolavoro originario è in un certo senso qualcosa più o comunque diverso da un cosìddetto apocrifo. Protagoniste sono appunto anzitutto componenti della Sorellanza Bene Gesserit con cognomi già noti cioè le sorelle di sangue Valya e Tula Harkonnen (rispettivamente Emily Watson e Olivia Williams), il reggente Imperatore Javicco Corrino (Mark Strong), la relativa consorte Natalya (Jodhi May) e la figlia Ynez (Sarah-Sofie Boussnina), a cui fa seguito un cast corale tra cui si segnalano il misterioso reduce soldato Desmond Hart (Travis Fimmell) e il maestro d’armi di corte Keiran Atreides (Chris Mason).

Io ti veto

Uno dei temi più ricorrenti in un prologo di saga quale è Dune: Prophecy  sta appunto nell’imposizione, nel di-vieto che suona come “(io) ti vedo”, espressione usata per esprimere amore nel mondo creato da Frank Herbert. Un cast corale importante per una trama ricca di intrighi, cospirazioni, brama di potere, anche qui conflitto tra tecnologia e magia o più propriamente tra la spiritualità diciamo e le “macchine pensanti” che sono un nemico comune anche qui così come la spezia è fonte di ricchezza agognata da chiunque. Assistiamo qui fino alla resa dei conti finale a un tutti contro tutti nelle stesse famiglie/casate, e tutto si svolge prevalentemente in spazi chiusi di palazzo a differenza del Dune in senso proprio che invece è caratterizzato già dal titolo dalle aperture sconfinate desertiche.  Ci sono gli uomini, alcuni nobili solo di lignaggio, altri d’animo, guerrieri, soldati, ma qui protagoniste sono anzitutto le donne, quelle elette, anzitutto, che sottoponendosi ad un addestramento oltremodo rigido per padroneggiare poteri telepatici di potenza devastante (la Voce, altro che i Jedi), non proprio monacale viste le scene di sesso non lesinate soprattutto qui rispetto a quanto ha realizzato ad ora Denis Villeneuve nei suoi 2 filmoni, insomma si può parlare di setta.

La Sorellanza prima di tuttanza

La Sorellanza Bene Gesserit appunto è centrale in Dune: Prophecy che, con una messa in scena solida per cui si alternano più registi, una fotografia convincente in continuità con quella dei film così come la colonna sonora qui composta dal teutonico specialista dell’elettronica Volker Bertelmann (a.k.a. Hauschka), ci fanno immergere, anzi sprofondare nelle atmosfere del racconto.

Oltre a recuperare tutto della loro compreso il seriale di inizio anni duemila (I figli di Dune), qui ci sono momenti che richiamano almeno in parte altre saghe recenti contemporanee alla Trono di Spade per intenderci, forse qualche lungaggine evitabile, buone e a tratti ottime prove anzitutto delle attrici di origine britannica (mai casuale la storia teatrale d’Oltremanica quando si tratta comunque di mettere ini scena la tragedia in senso lato), ma nell’insieme, riconfermando appunto il sodalizio HBO e Sky la serie risulta molto godibile, con buoni spunti e senz’altro va ad arricchire una già sontuosa lore, (ri)creata da Denis Villeneuve.

Dune: ProphecySisterhood, ricapitolando a livello letterario, precede Mentats of Dune e Navigators of Dune, quindi se tutto va come deve andare ci attendono almeno altre 2 serie tratte dal ciclo di Dune, in fre(me)netica attesa del Messiah...