Recensione Zool Redimensioned
di: Simone CantiniDura essere amighisti agli albori degli anni ’90, soprattutto se amanti dei platform, dato che la scena mondiale era brutalmente caratterizzata da un inossidabile duopolio in salsa console. Mario e Sonic, difatti, erano i protagonisti di uno scontro epico che, tra sberleffi e sfottò tra fazioni, monopolizzava l’attenzione videoludica degli amanti di balzelli e scrolling granitico. Eppure, tra i team in orbita dell’home compute di casa Commodore, la voglia di rendere giustizia a questa leggendaria macchina era quanto mai palpabile, così come innumerevoli i tentativi di imitazione delle produzioni di casa Nintendo e SEGA. E se, come nel caso di The Great Giana Sisters, gli esiti furono tutto sommato convincenti, non mancarono affatto clamorosi buchi nell’acqua, ma anche idee sulla carta azzeccate che, però, alla fine dei salmi si rivelarono solo piacevoli, per quanto pallide, imitazioni degli originali. È il caso, almeno secondo il sottoscritto, del ninja della Dimensione N di casa Gremlin, che torna oggi su console grazie a Zool Redimensioned.
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No, non è una formica!
Giocare nello stesso campionato di Mario, come dimostra la storia, è sempre stato assai rischioso, e sarà forse per questo che nel dare vita alla mascotte di casa SEGA, Yuji Naka abbia apertamente deciso di modificare in modo sensibile l’approccio al mondo dei platform, facendo all-in sul concetto di pura velocità. E al di là dei suoi fisiologici limiti ludici, il primo Sonic fu in grado di rappresentare un vero e proprio spartiacque per il panorama videoludico dei primi anni ’90, che finirono così per trovare un degno antagonista per il baffuto idraulico. E proprio all’interno della scia tracciata dal porcospino blu, stando ai proclami e alla stampa del periodo, avrebbe dovuto incunearsi con successo il ninja della Dimensione N, che almeno sulla carta prometteva un’azione frenetica di natura fortemente platform, a cui si sarebbe accompagnata una caratura tecnica di assoluto rispetto. Quando Zool (questo il nome del curioso personaggio) arrivò finalmente su Amiga 500, fu accolto da recensioni trionfali, secondo le quali il titolo Gremlin (riproposto oggi nella versione Zool Ridimensioned) si configurava come un autentico must have per i non console dotati. Insomma, gli ingredienti c’erano tutti, almeno in teoria: un protagonista intrigante e dotato di un’agilità fuori dal comune, sette mondi coloratissimi, oltre ad una serie di boss, minigiochi e segreti vari da scoprire. Spinto da simili pareri, pertanto, mi affrettai a recuperare la mia brava copia pirata (ehm), solo per ritrovarmi tra le mani un Sonic wannabe, non certo memorabile come avevano cercato di vendermi. Sì, il gioco era bello da vedere, oltre che veloce da giocare, ma la struttura generale aveva un’impostazione decisamente cheap, al punto da rendere sin troppo palese la volontà di emulare (ahinoi senza riuscirci) il classico di Yuji Naka. È proprio per questo motivo che, al di là del buonissimo lavoro in fatto di conversione operato con Zool Redimensioned, il voto finale della recensione non è tra i più esaltanti, dato che mi chiedo quali siano i motivi che abbiano portato al recupero di questa vetusta gloria dell’era a 16 bit.
Si stava peggio quando si stava meglio
Una volta avviato Zool Redimensioned, ci troveremo al cospetto di tre distinte modalità di gioco: la prima, analoga al titolo della produzione, ci permetterà di affrontare la versione riveduta e corretta del gioco, impreziosita da alcuni accorgimenti utili a migliorare la qualità dell’esperienza utente. Tra questi troveremo la presenza del doppio salto, assente in origine, oltre ad un sistema di checkpoint che, in caso di esaurimento delle vite a disposizione, ci permetterà di ripartire dall’ultimo livello affrontato. Non mancano anche differenti livelli di zoom, utili per leggere meglio la conformazione degli stage, oltre ad un filtro grafico in grado di simulare i vecchi CRT, in aggiunta alla necessità di non dover più raccogliere un certo numero di oggetti per poter accedere all’uscita dello stage. Si tratta di una modalità sicuramente benvenuta, ma che proprio per questo suo semplificare la difficoltà originale, finisce per mettere in evidenza i limiti della produzione originale che, soprattutto se confrontata con i platform console del periodo, risulta quanto mai semplicistica. Limiti che emergono con ancor più veemenza ad oltre 30 anni dal rilascio originale. La seconda opzione ludica, invece, ci permetterà di sperimentare Zool nella sua forma più fedele, con tutte le difficoltà ludiche e strutturali del tempo: largo, quindi, ad uno zoom ravvicinato sul personaggio, all’assenza del doppio salto e, soprattutto, alla mancanza di soft checkpoint, con conseguente necessità di ricominciare dal principio in caso di game over. Si tratta di un’esperienza in perfetto stile old-school, capace di fare la gioia dei retrogamer più incalliti, ma che proprio a causa della natura non indimenticabile della produzione giunge, almeno a mio avviso, davvero fuori tempo massimo. A completare il pacchetto troviamo un piccolo set di minigiochi, da affrontare in locale, piacevoli sul breve periodo, ma non certo in grado di spostare l’ago della bilancia. Gradevole, invece, il lavoro svolto sul fronte puramente tecnico che, complice la già buona resa grafica originale, restituisce un impatto estetico apprezzabile e fresco, anche se va constatata una certa caoticità di alcuni elementi di sfondo che, spesso, tendono a confondersi con nemici ed elementi interattivi. Per quanto riguarda la modalità Redimensioned, vale la pena registrare la presenza di un timer integrato, specificatamente pensato per gli speedrunner, che potranno così darsi battaglia in maniera precisa e puntuale.
Il periodo Amiga, di cui rimarrò sempre un entusiasta estimatore, è sicuramente ricco di titoli e personaggi meritevoli di un glorioso ritorno, ma all’interno di questo corposo elenco, onestamente, non mi sento di comprendere il ninja della Dimensione N, a causa della struttura ludica non certo memorabile della sua prima avventura (discorso diverso per il suo ben più azzeccato sequel). Proprio per questo motivo, non posso che promuovere con una sufficienza stiracchiata Zool Redimensioned, foriero di un lavoro di porting e svecchiamento sicuramente interessante, ma che finisce per pagare dazio a causa del gameplay non esaltante del titolo Gremlin. A patto di non essere sfegatati retrogamer, restii a spendere denaro per mettere le mani su di un Amiga Mini (al cui interno risulta già installato proprio lo Zool originale), viene difficile consigliare l’acquisto della riedizione in questione, le cui migliorie apportate alla formula datata 1992 non riescono a spazzare via in modo efficace le perplessità scaturite dal tentativo di emulare il successo di Sonic.