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Recensione XIII Remake

di: Luca Saati

Abbiamo aspettato tanto, forse troppo, ma Microids e PlayMagic non sono ancora riuscite a mettere una pezza su quel disastro che risponde al nome di XIII, remake dell’omonimo videogioco di culto uscito nel 2003. Prima di procedere una doverosa precisazione: questa recensione fa riferimento alla patch uscita l’8 Dicembre, anche se più che definirla patch possiamo dire di aver dovuto riscaricare nuovamente il gioco per la terza volta.

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Il ritorno di un cult

Ma prima di spiegarvi perché questo XIII è un vero e proprio distratto facciamo un passo indietro di 17 anni. Era il 2003 quando Ubisoft lanciò XIII su PC, PS2, Xbox e Nintendo GameCube. Si tratta di uno shooter in prima persona tratto dall’omonimo fumetto ideato da Jean Van Hamme nel 1984 e disegnato da William Vance. Nel gioco vestiamo i panni di un agente segreto di nome XIII che soffre di amnesia e accusato dell’assassinio del presidente americano.

Quello di XIII è un racconto che si rifà ai classici dello spionaggio risultando molto piacevole per i fan del genere. Nonostante un successo non proprio esaltante nel 2003, XIII si è saputo creare la sua schiera di estimatori e non è un caso se nel 2013 IGN lo ha inserito nella lista dei 100 migliori sparatutto in prima persona.

XIII  è un classico shooter in prima persona in cui l’80% del tempo la passerete in scontri a fuoco con una discreta varietà di bocche da fuoco e il restante 20% del tempo in semplici e tradizionali sessioni stealth in cui sgattaiolare alle spalle dei nemici, aggirarli mediante i condotti d’areazione o eliminarli con armi silenziate come una balestra.

Il remake ad opera di Microids e PlayMagic, concesso in licenza da Ubisoft, riprende in tutto e per tutto quanto visto nel gioco originale: stessi livelli, stesso posizionamento dei nemici e degli oggetti. Si può tranquillamente dire che, ad eccezione di un comparto tecnico aggiornato e altri piccoli accorgimenti, ci troviamo dinanzi allo stesso gioco. Le modifiche permettono a questo remake di allinearsi agli attuali standard degli FPS grazie alla possibilità di utilizzare il mirino metallico dell’arma e la limitazione delle armi che il protagonista può portare con sé. Non sarà quindi possibile portare con sé due pistole diverse o un bazooka e un fucile di precisione. Infine le sequenze stile fumetto delle cutscene sono state sostituite da delle sequenze cinematiche realizzate con il motore di gioco, una scelta che potrebbe far storcere il naso ai puristi e ai vecchi fan.

Visivamente ritorna l’elemento che più di tutti caratterizzava l’opera originale: la grafica in cel-shading. Per l’occasione il restyle grafico restituisce lo stesso feeling dell’opera originale ma con uno sguardo al presente. Gli scenari risultano piacevoli grazie a una palette cromatica molto colorata mentre i personaggi possono vantare una caratterizzazione a tratti più realistica, meno fumettosa ma più espressiva. Un cambio importante lo ha ricevuto il personaggio di Jones che adesso riprende il look della controparte fumettistica. Anche l’audioa è praticamente lo stesso del 2003 a partire dal doppiaggio fino ad arrivare alla colonna sonora.

Un peccato mortale

Quanto descritto finora basterebbe per rendere XIII un remake ben fatto capace di far scoprire ai più giovani un gioco di culto o ai vecchi fan di ritornare in quell’atmosfera da spy movie. I problemi di XIII però si fanno evidenti sin dai primi minuti e sono molteplici, così tanti che sembra di trovarsi dinanzi a una beta del gioco. L’intelligenza artificiale è a tratti inesistente con i nemici che si limitano a venire incontro al giocatore senza seguire pattern precisi o sfruttare l’ambiente in cerca di copertura. In altri momenti invece i nemici restano bloccati nello scenario nonostante gli evidenti colpi di pistola che segnalano uno scontro a fuoco lì vicino. Oppure è capitato in una sequenza stealth di uccidere un nemico e quello vicino a lui completamente incurante ci ha messo diversi secondi per accorgersi di quello che stava accadendo e far quindi scattare l’allarme. Per non parlare poi quando si prende un ostaggio con i nemici che si limitano a puntare la pistola verso di noi senza spararci neanche se gli diamo le spalle o mostriamo un fianco.

Le armi riescono a restituire un feedback discreto, ma ad essere molto discutibile è la reazione dei nemici quando vengono colpiti e quando neutralizzati si limitano a cadere a terra come se fossero un sacco di patate. Alcune animazioni addirittura mancano come quella del sollevamento di un cadavere per nasconderlo che una volta riposizionato a terra assume le posizioni più bizzarre se non addirittura effettuano una sorta di salto in avanti posizionandosi uno o due metri più avanti rispetto a dove volevamo lasciarlo. In generale c’è poi una legnosità di fondo che coinvolge il protagonista in momenti come il passaggio da un’arma all’altra terribilmente lento, o la reattività dei comandi in modalità corpo a corpo.

Commento finale

XIII Remake era un gioco tutt’altro che pronto per uscire. Davvero non riusciamo a capire cosa abbia spinto Microids e PlayMagic a pubblicare il titolo in questo stato disastroso. Rovinare un cult come XIII con tutti questi problemi che rendono l’esperienza ai limiti dell’ingiocabile è un peccato mortale. Publisher e sviluppatori sono al corrente delle problematiche che affliggono il gioco e sono al lavoro per risolverle, ma per come stanno le cose ci troviamo dinanzi a un gioco neanche sufficiente che avrà bisogno di ancora molto tempo per offrire un’esperienza quantomeno godibile. Terremo comunque d’occhio il gioco nelle prossime settimane (se non addirittura mesi) con la speranza di poter scrivere una seconda recensione e parlarvi di un Remake che rende giustizia all’opera originale.