Recensione WWE 2K24
di: Luca SaatiRicordo ancora la mia prima Wrestlemania e l’emozione di assistere per la prima volta a quello che ad oggi è il più grande evento dello sports entertainment. Era l’edizione numero 20, un periodo di grande cambiamento: John Cena sollevò Big Show sulle sue spalle per connettere la sua F-U per vincere lo United States Championship, Eddie Guerrero e Chris Benoit si abbracciarono alla fine dell’evento con le loro rispettive cinture di campioni del mondo. 20 anni dopo, non sono più un ragazzino, eppure provo ancora quei brividi in questo periodo dell’anno in piena Road to Wrestlemania e WWE 2K24 ci ha messo del suo.
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Showcase of the Immortals
Non poteva esserci miglior modo di festeggiare i 40 anni diWrestlemania con la modalità Showcase di WWE 2K24. Negli ultimi anni la modalità era interamente dedicata alla carriera di un lottatore come John Cena nel capitolo dello scorso anno e Rey Mysterio in quello dell’anno prima. In modo simile a come accaduto al gioco di dieci anni fa in occasione di Wrestlemania XXX, anche in questo caso la modalità propone una selezione di incontri che hanno fatto la storia del Grandaddy of Them All con l’ex wrestler e commentatore Corey Graves che fa da voce narrante.
Showcase of the Immortals si presenta nelle medesima formula dello scorso anno con una serie di obiettivi da completare che sbloccano una sequenza cinematica che mescola fasi in-engine ad altre live action prese direttamente dai filmati d’archivio della WWE. In totale ci sono 21 match (più uno come bonus) completabili in poco meno di cinque ore. Si passa dal match iconico di Wrestlemania 3 tra Hulk Hogan e Andre the Giant, a Steve Austin vs The Rock diWrestleMania 17, alla fine della streak di Undertaker ad opera di Brock Lesnar in quel diWrestlemania 30, alla “rapina del secolo” di Seth Rollins di Wrestlemania 31, al primo main event tutto al femminile di Wrestlemania 35, fino ad arrivare ai tre match titolati dell’edizione dello scorso anno.
21 match probabilmente sono un po’ pochi per celebrare 40 anni di storia e sicuramente ogni giocatore troverà delle mancanze gravi, tra incontri completamente ignorati e altri assenti per questioni di diritti di immagine (lottatori come Edge e Daniel Bryan si trovano in una federazione concorrente). Alcune mancanze, per ciò che hanno rappresentato per la WWE, le trovo oggettivamente gravi come la vittoria del primo titolo mondiale di Batista e John Cena a Wrestlemania 21, o l’Hell in a Cell tra Undertaker e Triple H di Wrestlemania 28, tanto per citarne alcuni che ho vissuto da che ho memoria.
MyRise
MyRise è la modalità narrativa in cui nei panni di un lottatore creato con il solito e profondo editor del gioco scaliamo i ranghi della WWE. Questa volta abbiamo due storie: una maschile e una femminile.
La storia maschile vede Roman Reigns lasciare la WWE e rendere vacante l’Undisputed WWE Championship per sbarcare il lunario a Hollywood. Un’occasione per Cody Rhodes di “finire la storia” ma il protagonista, un nuovo arrivato e pupillo di William Regal, vince il torneo che decreta il nuovo campione battendo proprio l’American Nightmare in finale. Il protagonista con gli occhi di tutto il WWE Universe puntati addosso deve dimostrare di meritare di avere il titolo massimo alla sua vita.
La storia femminile vede invece protagonista The Captain, la co-fondatrie di una federazione di wrestling indipendente nota come TBD che a un certo punto avrà la possibilità di portare sul ring più prestigioso della WWE i propri talenti.
Entrambe le storie presentano bivi che modificano la narrazione aumentando così anche il fattore rigiocabilità dato che per scoprire tutte le diramazioni bisognerà completare una storia almeno un paio di volte. Nel corso della macro-trama ci sono anche storie secondarie che vanno ad arricchire la personalità delle star della federazione di Stamford. MyRise rappresenta sicuramente l’offerta più interessante e meglio riuscita di WWE 2K24 grazie a delle storie decisamente godibili, anche se talvolta un pochino frettolose. Giusto per fare un esempio il protagonista maschile diventa Undisputed WWE Champion a Summerslam e dopo poco mi sono ritrovato ad aver superato un anno di regno titolato saltando completamente la Road to Wrestlemania.
Universe e non solo
MyFaction ritorna anche in WWE 2K24 confermandosi la parte più debole dell’offerta ludica, una variante dell’Ultimate Team di FIFA con una progressione in stile RPG. La modalità è stata arricchita con le nuove carte Persona che consentono di cambiare l’aspetto e lo stile delle Superstar, una Guerra tra Fazioni migliorata e l’introduzione del matchmaking classificato competitivo. Il problema di MyFaction è che non va oltre all’essere un qualcosa con cui 2K prova a monetizzare spingendo i giocatori ad acquistare pacchetti. Anche MyGM non convince pienamente rappresentando più un diversivo con passare qualche ora che altro.
Ben più riuscita è invece Universe che si può considerare una vera e propria modalità sandbox in cui prendere le redini della WWE e creare i propri show personalizzati e le loro storie. I più nostalgici magari cercheranno di ricreare l’Attitude Era e i suoi momenti e magari riscriverli, i più giovani magari daranno finalmente l’occasione a Drew McIntyre di “salvare Wrestlemania” e vincere il titolo massimo dinanzi al pubblico. L’unico limite come al solito è la fantasia e i più smanettoni potranno sbizzarrirsi a proprio piacimento in combinazione con l’enorme editor a cui da sempre la serie ci ha abituato. Non c’è dubbio che sul lungo termine è Universe la modalità principe dell’intera offerta ludica.
40 anni di successi e oltre…
Che WWE 2K24 fosse da un punto di vista semplicemente contenutistico il videogioco più grande della serie lo si era intuito già con l’annuncio degli oltre 200 personaggi presenti nel roster tra Superstar attuali e Leggende con cui sbizzarsi in numerose tipologie di match. Tra le novità di quest’anno troviamo il ritorno dell’arbitro speciale, l’introduzione del Gauntlet, Ambulance e Casket Match, e i Backstage Brawls.
Il gameplay rifinisce quanto di buono fatto con i due precedenti capitoli aggiungendo piccole feature come la possibilità di lanciare gli oggetti, un quick time event in cui due avversari si scambiano una serie di pugni, nuove tipologie di payback e i tutti dalle corde su un gruppo di avversari. Niente di rivoluzionario insomma, ma piccole aggiunte che fanno proseguire WWE 2K24 su una strada sicura ormai intrapresa da qualche anno. Per quest’anno va bene così dato che si vede che il team di sviluppo si è concentrato maggiormente sull’offerta contenutistica, ma la speranza è di vedere qualche novità rilevante di gameplay con il capitolo del prossimo anno.
Discorso simile anche per il comparto grafico che inizia un pochino ad accusare sia il peso della natura cross-gen che un motore grafico che probabilmente necessita di essere pesantemente rivisto. Sia chiaro, WWE 2K24 non è un brutto gioco da vedere, anzi riesce a regalare bei momenti e ricreare in maniera certosina l’atmosfera dei grandi show televisivi, ma appare chiaro che si può e deve fare di più quando si osservano alcuni dettagli come la resa dei capelli lunghi e alcuni modelli di lottatori meno considerati. Sul fronte audio ci si può invece ritenere molto soddisfatti sia delle telecronaca che del doppiaggio. Meno soddisfacente la soundtrack curata da Post Malone per via di una varietà di brani nei menù molto scarsa.
Commento finale
Si avverte la mancanza di novità importanti di gameplay e di una rivoluzione tecnologica bloccata dalla natura cross-gen, ma la sensazione è di trovarci dinanzi al capitolo definitivo della serie dopo il riavvio avvenuto con l’edizione 2K22. WWE 2K24 non solo è la summa di 40 anni di Wrestlemania, ma di ciò che può offrire questo sport d’intrattenimento. Il più grande roster di sempre per un gioco della serie e tante modalità, alcune riuscite di più altre meno, in grado di intrattenere tutti i palati per tante ore di gioco.