Recensione World To The West
di: UlellWorld to the west è una favola. E come tale va vissuta. Abbiamo i teslamanti, un popolo “elettrico” come si evince dal nome, e troviamo quattro personaggi, ognuno con le proprie abilità e peculiarità. Scopriamo insieme se questa nuova favola raccontata dai ragazzi di Rain Game funziona o meno.
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Quattro Storie
Ci troviamo in occidente. Ed è in questo variegato mondo che si incrociano le storie dei nostri quattro protagonisti del gioco. Troviamo Lumina, dotata del potere di fare brevi teletrasporti, Miss Teri che grazie alla sua sciarpa riesce ad aggrapparsi a degli appigli e raggiungere posti altrimenti troppo lontani, c’è Lord Clonington (un clone di Zangief della serie Street Fighter) che con la sua forza è capace di sfondare porte e aprire varchi, e ultimo ma non ultimo abbiamo Knaus, un bambino-schiavo che può scavare tunnel o passare nei passaggi più stretti che le mappe metteranno a disposizione, ed ognuno di essi incrementerà i suoi poteri grazie ad alcuni manufatti che scopriremo andando avanti nel gioco. La storia di World To The West, per quanto non brilli di originalità, va vissuta come una favola, e tale è, con tutti i pregi e difetti che ne conseguono.
Mappe
Come detto, ogni personaggio ha una sua peculiarità. Ed è proprio grazie a queste abilità che potremo superare i vari ostacoli che le mappe di gioco ci porranno per impedirci di proseguire. E se all’inizio il gioco sarà abbastanza lento e quasi in solitaria per ogni personaggio, con l’avanzare della storia dovremo sfruttare ogni conoscenza del personaggio per poter proseguire nel gioco. Inoltre tutte le mappe sono esplorabili coi quattro personaggi, e ognuno potrà raggiungere luoghi ad altri preclusi per recuperare tesori o cuori di energia, offrendo quindi una buona rigiocabilità di ogni ambiente.
Ad ognuno la sua vista
Il tono scanzonato del gioco lo si nota già dai personaggi, ognuno infatti richiama in qualche modo un personaggio di un altro videogame famoso, come il già citato Lord Clonington (notare il nome) che richiama Zangief. L’aspetto grafico è volutamente semplicistico e stilizzato, con i volti dei personaggi non definiti ma che richiamano molto quei cartoon per bambini che hanno fatto di questo tipo di tratto il loro segno distintivo. Carine le musiche di sottofondo che accompagnano bene il gioco. Unica pecca è qualche bug presente qua e la. Ad esempio scavando con Knaus a volte ci ritroveremo a galleggiare in aria col personaggio senza un motivo apparente. Niente di grave, ma comunque da segnalare.
C’era una volta
Alla fine una favola è semplice, e tale è il tono del gioco. Semplice e scanzonato. Non va preso seriamente dal punto di vista della storia, ma dal punto di vista del gameplay è davvero ben fatto ed offre, come già detto, una buona rigiocabilità. Se vi piacciono i puzzle ambientali, questo gioco potrebbe davvero piacervi.