Recensione Wipeout Omega Collection
di: Simone CantiniSono sicuro che sia tutta una subdola strategia volta a saggiare la voglia di noi vecchietti, solo per capire se sia davvero il caso di investire ancora in brand ai più sconosciuti, sicuri di un nostro matematico esborso all’annuncio di un tanto bramato nuovo capitolo ufficiale. Sì, perché altrimenti non si spiega come Sony, nell’arco di un mese, sia pronta a risfoderare una doppietta di classici, rimasterizzati per l’occasione. E se il 30 giugno appare così lontano poco importa, visto che il 7 dello stesso mese debutterà nei negozi (virtuali e non) la Wipeout Omega Collection. Che personalmente attendevo con maggiore ansia rispetto al ritorno del peramele più famoso del globo.
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A volte ritornano, per fortuna!
Wipeout è una saga storica, legata strettamente a doppio filo con il brand PlayStation. Difatti il suo originario, glorioso episodio realizzato dalla (ahinoi) defunta Psygnosis fu un vero e proprio cavallo di battaglia della prima console targata Sony, un vero must capace di sbattere brutalmente in faccia ai player tutta la potenza ospitata all’interno di quella insospettabile scatoletta grigia. Già, un mix di grafica assolutamente fuori di testa per il periodo, coadiuvata da una colonna sonora elettronica su licenza capace di annoverare dei big indiscussi del panorama musicale mondiale, a cui non poteva non aggiungersi un gameplay frenetico e dannatamente appagante. Da lì al successo il passo fu relativamente breve e le folli corse antigravitazionali diventarono presto un appuntamento fisso sulle macchine da gioco, sia casalinghe che portatili, del colosso di Tokyo. Ed il veder comparire, al debutto di PS Vita, un episodio totalmente inedito non poté fare a meno di stuzzicare la fantasia dei fan che, in fondo al loro cuore, erano sicuri che fosse solo un succoso antipasto in attesa di una rinascita home. Peccato, però, che le cose siano andate in maniera alquanto differente. Fortunatamente, almeno in parte, la Wipeout Omega Collection giunge in soccorso dei player delusi, proponendo loro una succosa raccolta comprendente il già citato capitolo mobile e l’accoppiata, vista ed apprezzata su PS3, formata da Wipeout HD e la sua espansione Fury. Il pacchetto, considerando il prezzo budget a cui il tutto è proposto, si presenta in forma davvero smagliante sotto il profilo dei contenuti, grazie ad un nutrito numero di competizioni, suddivise in varie categorie, che sapranno intrattenere per ore ed ore. Grazie anche alla presenza di un riuscito multiplayer locale (ben ritrovato amico split screen!) e online. Ognuno dei tre titoli inseriti nella collection viene riproposto in maniera fedele all’originale per quanto concerne il lato meramente contenutistico, pertanto ritroveremo le classiche opzioni di gara oramai note: alle canoniche gare su circuito si vanno ad affiancare le prove a tempo, le zone, le sfide ad eliminazione e così via. Qualunque sia la tipologia scelta a non cambiare sarà il gameplay, frenetico e riuscito come sempre, in cui dovremo sfrecciare a bordo di una delle molteplici navicelle che sbloccheremo man mano che avanzeremo nella campagna (e al solito sono tantissime e ben differenziate tra loro), magari sfruttando le armi disseminate lungo i tracciati e le numerose scorciatoie presenti in pista. Estremamente accessibile nelle sue incarnazioni HD e Fury, grazie anche alla scalabilità dell’intelligenza avversaria, ben più ostico sarà primeggiare nelle tre sessioni in cui è diviso l’episodio 2048, a causa di un’IA quanto mai agguerrita e capace di dare del filo da torcere anche ai piloti più smaliziati: sbloccare tutte le medaglie d’oro e avere la meglio negli eventi utili per ottenere i velivoli più performanti non sarà un’impresa da sottovalutare.
Lifting riuscito
Uno degli artefici del successo della saga che fu di Psygnosis è senza dubbio il suo comparto competitivo, ampliato e aggiornato in questa Wipeout Omega Collection. Pur non rinunciando al classico split screen di arcaica memoria, sempre comunque apprezzabile e ben sfruttato, è online che la voglia di gareggiare trova il suo massimo sfogo. Fino ad otto giocatori, difatti, potranno replicare le sfide presenti nelle varie fasi delle campagne, così come cimentarsi in serrati tornei all’ultima curva. Purtroppo, vista la scarsità di copie review disponibili nei giorni di test, le sessioni multiplayer non sono state moltissime, ma le poche a cui mi è stato possibile partecipare hanno restituito ottime sensazioni per quanto riguarda la velocità del matchmaking e del netcode: rapidissimo il primo e decisamente stabile il secondo. Anche sul versante puramente tecnico l’impatto è stato più che positivo, soprattutto per ciò che concerne Wipeout 2048: proporre su grande schermo in maniera convincente un titolo nato in mobilità era un impresa alquanto ardua, ma i ragazzi di Clever Beans (team responsabile dei lavori) è riuscito a sorprendermi. L’impatto estetico di questo episodio è decisamente superiore a HD e Fury (pur essendo anche loro estremamente gradevoli), grazie ad una resa complessiva eccellente ed impreziosita da un’effettistica generale più convincente ed appariscente. Qualunque sia la scelta che farete, comunque, a darvi il benvenuto ci penserà una fluidità granitica, ancorata ai 60 frame al secondo anche nelle situazioni più caotiche. E da uno Wipeout era senza dubbio più che lecito aspettarsi una cosa simile. Peccato, invece, per la totale assenza di contenuti accessori, ad eccezione del photo mode, che avrebbero reso più appetibile la Wipeout Omega Collection anche a coloro che conoscono a menadito i tre titoli inseriti: sarebbe bastata anche una semplice serie di bozzetti e filmati promozionabili sbloccabili accumulando punti per impreziosire una raccolta già così convincente. Piccolezze, certo, ma sempre bene accette quando si parla di rimasterizzazioni.
Si può convincere pur ripercorrendo sentieri già battuti? La risposta, quando la qualità di partenza è già elevata di suo, non può che essere positiva. Wipeout Omega Collection, difatti, è un acquisto quanto mai obbligatorio per chiunque brami dalla voglia di sfrecciare a bordo di una fiammante Feisar e lanciarsi in folli giri della morte a oltre 1000 chilometri orari. Contenutisticamente ricca, la raccolta non sfigura anche sotto il profilo tecnico, grazie ad un comparto grafico ben riproposto ed una fluidità impeccabile. Ovvio che manchi il senso di novità capace di farne un must, ma in attesa di un ipotetico (e auspicato) nuovo capitolo l’acquisto non può che essere consigliato. Ora però vogliamo un Wipeout nuovo di zecca!