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Recensione Wild Hearts S

di: Marco Licandro

A distanza di due anni dall’uscita, Wild Hearts, il gioco di caccia sulla scia degli action rpg, approda su Nintendo Switch 2 con il nome di Wild Hearts S. Grazie a varie migliorie, bilanciamenti, e aggiunta di funzionalità, la versione S si presenta come una Complete Edition, pronta per essere assaporata in totale portabilità.

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Ritorno ad Azuma

Quando Wild Hearts uscì nel 2023, il mio collega lo analizzò a fondo, perdendosi in vari paragoni con il capostipite Monster Hunter, dal quale il titolo è evidentemente ispirato. Nonostante alcune pecche su una trama evidentemente lineare e priva di sorprese,oil senso del titolo acquisiva una profondità che si rifletteva sul gameplay, facendo scegliere al giocatore il modo di approcciare la vita nelle valli di Azuma, prediligendo una vita più tecnologica che scinde nettamente l’animale dall’essere umano, ad una più in sintonia con la natura e le sue belve. Queste scelte si riflettevano sulle armi ed armature del personaggio, con un indicatore visivo che faceva leva su due icone a forma di umano e belva.

Il giocatore dovrà scovare e cacciare i Kemono, delle enormi bestie estremamente pericolose, ognuna con il proprio nome e specifiche, nonché attacchi. A sua disposizione, un arsenale variegato e personalizzato, sia nel tipo di attacco che nelle animazioni, che richiederà pratica ed esperienza per essere domato.

S – le novità della versione

Wild Hearts era disponibile solo per console da salotto, quindi questa in realtà è già la prima vera novità, essendo finalmente disponibile anche in modalità portatile, rendendolo il primo vero gioco di caccia disponibile per la nuova… ahem… generazione. Magari sul fronte new-gen parliamo in un paragrafo in seguito.

La presenza del multiplayer, disponibile anche nella versione originale, aumenta il numero massimo di giocatori da 3 a 4, sia nelle modalità online che in wireless locale. Nonostante l’assenza di cross-play, la sola presenza dell’online eleva il gameplay, aggiungendo varietà e divertimento al titolo. Questo accade anche grazie all’estrema personalizzazione del cacciatore, sfociando in team di quattro giocatori che si aiutano a vicenda in questa avvincente caccia alla belva.

La funzionalità di Game Chat è disponibile, e ciò significa che potrete parlare e condividere la vista della camera con i vostri amici, cosa che aggiunge sicuramente divertimento aggiuntivo.

Come detto inizialmente, Wild Hearts S è sostanzialmente una complete Edition, in quanto include sin dall’inizio tutti gli aggiornamenti usciti per il titolo originale, includendo belve e modalità, e includendo anche i bonus inclusi nella Wild Hearts Karakuri Edition, con cosmetici ed emote esclusive. Nonostante ciò, l’edizione S non aggiunge nulla di nuovo a quanto già uscito in precedenza, cosa che potrebbe far storcere il naso ai giocatori che speravano di avere qualche novità per questa edizione portatile.

Una katana scheggiata

Iniziare a giocare lo stesso titolo nel 2025 dopo che Monster Hunter Wilds ha, ancora una volta, ridefinito gli standard della caccia, beh… fa alquanto pensare. Ma andiamo per ordine.

A livello di performance, si nota come Nintendo Switch 2 abbia sicuramente l’hardware per far andare il titolo al massimo. La fluidità del motore di gioco, unita ad animazioni sui movimenti del personaggio ben estremamente dettagliate, fanno sì che sin dall’inizio si possa godere di un’ottima giocabilità. Muoversi nell’ambiente è una goduria. I movimenti reagiscono istantaneamente al controller, e non vi è nessun calo di frame visibile, cosa che crea una esperienza sicuramente soddisfacente.

Proprio per questo, ci rivolgeremo immediatamente all’ambiente, vogliosi di scoprire di più sul mondo di gioco, ed è lì che il motore grafico mostra ormai un invecchiamento impossibile da ignorare. Textures a bassa risoluzione, poligoni semplici, illuminazione basilare e priva di effetti di nebbia, ma soprattutto un pop-up di elementi estremamente visibile e costante. Il gioco non brillava di certo per le grafiche, che cambiavano drasticamente nei modelli dei mostri e dei personaggi, molto più curati rispetto all’ambiente circostante.

Riguardando le immagini promozionali, tecnicamente in-game, non riesco a riconoscere il titolo che ho giocato in queste ultime settimane, come se questi scatti fossero stati accuratamente editati per mostrare un lato grafico presente in determinate occasioni. Anche per questo motivo, ho deciso di utilizzare catture (in modalità TV) prese dalla mia esperienza di gioco, con lo scopo di rendere i nostri lettori del Tribe consci di cosa andranno ad acquistare. 

Il motore grafico di gioco è ormai giunto al limite. Sviluppato nei primi anni del 2000, il Katana Engine, sviluppato da Koei Tecmo’s Future Tech Base, ha raggiunto il suo completo sviluppo attorno al 2010. Ciò significa che, nonostante lo sforzo degli sviluppatori per renderlo utilizzabile, parliamo di un titolo sviluppato su una base che ha un quarto di secolo sulle spalle. Il risultato è visibile: il titolo sembra appartenere alla generazione dei tempi della PS3, e l’intento di renderlo visivamente adeguato al giorno d’oggi riflette in tutto quel pop-up ed ottimizzazione che realmente danneggiano lo sforzo del team.

Traendo le conclusioni

Wild Hearts S è, inutile dirlo, un titolo estremamente ispirato a Monster Hunter, ricordando in particolar modo il Rise per stile di gameplay, nonché l’utilizzo dei fili e dei Karakuri. Tuttavia si distingue, nel bene e nel male, in una mancanza di dettagli che rendono l’esperienza più semplice da digerire. La difficoltà nell’iniziare è sempre stata un ostacolo particolarmente complesso da sormontare per i nuovi giocatori, ma Wild Hearts S lo rende molto più abbordabile, anche grazie ad un bilanciamento di armi ed armature che rendono più semplice sfidare alcuni boss nelle prime fasi di gioco.

Nonostante tutto, graficamente siamo di fronte ad un titolo che ormai mostra i suoi anni, principalmente per via di un motore grafico sfruttato ormai fino all’osso, e che ricorda con imbarazzo un titolo per PS3.

Nonostante questa pecca, è indubbiamente divertente da giocare e ha persino un ottimo doppiaggio in italiano, con una storia che fa da traino al gameplay, ma le fasi di attacco rimangono comunque goffe ed un po’ impacciate, che specialmente affrontando boss più forti vedranno il vostro personaggio sbalzare qua e là anche durante gli attacchi, mancando di una buona tecnica di collisione, e non regalando quella sensazione di soddisfazione nello sferrare colpi letali.

Giudizio finale

Wild Hearts S è un titolo che ha sicuramente i suoi meriti, proponendo una esperienza di caccia semplice e adatta ai nuovi giocatori, ma che ha bisogno di abbandonare necessariamente il Katana Engine una volta per tutte per poter fare il salto che si merita.