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Recensione Weapon Shop de Omasse

Con un ritardo in perfetto stile anni ’90 arriva anche negli eShop nostrani Weapon Shop de Omasse, ultimo componente di Guild 01, la prima delle raccolte di minigiochi pubblicate da Level 5, dove vengono proposti videogiochi al limite dello sperimentale e molto spesso “troppo giapponesi” per essere apprezzati pienamente dai giocatori occidentali. Weapon Shop de Omasse ne è il classico esempio. Ma la vera domanda che questo gioco ha fatto nascere nelle nostre menti è: fino a che punto un game design seppur folle e azzardato può sopperire ad un gameplay al limite dell’inesistenza?

di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara

Con un ritardo in perfetto stile anni ’90 arriva anche negli eShop nostrani Weapon Shop de Omasse, ultimo componente di Guild 01, la prima delle raccolte di minigiochi pubblicate da Level 5, dove vengono proposti videogiochi al limite dello sperimentale e molto spesso “troppo giapponesi” per essere apprezzati pienamente dai giocatori occidentali. Weapon Shop de Omasse ne è il classico esempio. Ma la vera domanda che questo gioco ha fatto nascere nelle nostre menti è: fino a che punto un game design seppur folle e azzardato può sopperire ad un gameplay al limite dell’inesistenza?

“Prendi questa spada, là fuori è pericoloso”

Il re del male è risorto, gli eroi si stanno riunendo per questa nuova epica avventura, ma un eroe non è nulla senza un’arma adatta allo scopo. Ed è qui che interveniamo noi. Nei panni di un novello fabbro dovremo crescere di esperienza per fornire ai nostri avventurieri armi sempre più potenti e versatili per affrontare imprese sempre più ardue fino allo scontro finale con il re del male.
Questa è la flebile trama che fa da sfondo a Weapon Shop de Omasse, un videogioco che difficilmente riusciamo a collocare in un genere, vista la sua natura pressoché unica.
Il gioco si svolge totalmente all’interno della piccola bottega del giovane e spensierato Yuhan e del burbero Oyaji, i due fabbri del paese. Un via vai di personaggi assurdi, contornati dagli immancabili NPC (non-player-character per chi non mastica di giochi di ruolo, in pratica i personaggi non guidati da nessun giocatore che si limitano a fare comparsate previste dalla storia), si sussegue durante le partite dando luogo a simpaticissimi siparietti, enfatizzati anche da un sonoro applauso alla comparsa di un nuovo personaggio.
Ogni cliente che giungerà alla nostra bottega avrà necessità di un’arma più o meno specifica per affrontare una missione, sarà nostro compito capire quale arma risponda meglio alle richieste, tenendo presente le capacità del personaggio che ce la chiede, dei mostri che incontrerà e del livello di questi. Creata l’arma, questa verrà data in noleggio a chi l’ha richiesta e il nostro compenso sarà percepito solo ed esclusivamente se il cliente riuscirà a tornare sano e salvo dalla missione. E’ evidente quindi l’importanza di forgiare un’arma che rispetti a pieno le richieste.

Batti il ferro finché è caldo

Il sistema di gioco si divide in due parti ben distinte.
Una parte dove creiamo l’arma, che è poi quella dove in realtà giochiamo nel vero senso della parola, essendo a tutti gli effetti un rhythm game, dove seguendo il ritmo scandito da Oyaji dovremo battere con il pennino sulla sagoma informe di ferro incandescente sull’incudine. In questa fase dobbiamo tenere a mente la forma dell’arma che stiamo creando per andare a colpire le parti di ferro in eccesso e guadagnare così preziosi punti abilità che andranno ad influire sulla bontà della nostra creazione. Un occhio dovrà sempre essere attento alla temperatura del ferro, perché se sceso troppo non saremo in grado di portare a termine in modo soddisfacente l’opera, non senza aver ravvivato il calore con l’uso di carbone. Forgiata l’arma, immergendola in acqua fredda la completeremo.
Questa sezione funziona molto bene e presenta un ottimo grado di sfida seppur presenti una certa ripetitività sin dalle prime battute.
La seconda parte di gioco è invece rappresentata dal rapporto dei nostri due fabbri con i clienti. In questa fase ci limiteremo a guardare e soprattutto leggere i gustosi scambi di battute in cui personaggi, evidenti caricature dei classici eroi dei giochi di ruolo, spiegheranno le loro missioni, i loro problemi, i loro sogni e racconteranno le loro gesta.
Una volta noleggiata l’arma potremo seguirli nelle loro imprese grazie ad un social network chiamato Grindcast, molto simile a Twitter.
Ovviamente è in questa sezione che fuoriesce con prepotenza lo stile comico giapponese che contraddistingue l’intera produzione, sfiorando anche il demenziale. Molte scenette vi strapperanno più di un sorriso perché evidenti citazioni di giochi famosi o situazioni tipiche dei giochi di ruolo vissute con occhio critico e sarcastico.

“Se non fosse per il clima festoso, gli spaccherei le rotule” cit. Max (Sam&Max – Hit The Road)

Come possiamo capire Weapon Shop de Omasse ha un gameplay decisamente limitato e strettamente legato alla comicità delle scenette in cui l’eterea trama viene portata avanti. Ogni tanto ci troveremo a gestire le scorte di materiali per creare le armi, ma sono compiti così veloci e automatici da non incidere minimamente nell’economia di gioco. Può quindi un game design sopperire ad un gameplay così poco interattivo? La risposta non è facile e nemmeno immediata. Infatti tutto risiede in cosa un giocatore cerca in un videogioco. La nostra opinione è che Weapon Shop de Omasse in realtà abusi un po’ di questo dilemma atavico del mondo dei videogames offrendo un prodotto decisamente troppo basilare seppur divertente in alcuni frangenti. Inoltre, anche se di breve durata, il sistema di gioco tende a ripetersi fin dalle primissime battute. L’aspetto tecnico, nonostante in una produzione del genere sia di poca importanza, è comunque al limite della sufficienza con modelli di personaggi molto semplici e poco diversificati, e musiche seppur piacevoli in numero troppo esiguo. Un altro ostacolo potrebbe essere rappresentato dalla lingua, interamente in inglese tra cui anche un ottimo uso di slang per evidenziare le differenti provenienze dei vari personaggi ma che potrebbe risultare più difficoltoso per qualche giocatore nostrano. Visto il prezzo di 7.99 €, a meno che non siate in cerca di un’esperienza decisamente unica che non fondi le sue radici su un gameplay profondo, bensì su un’ambientazione particolare e ben confezionata, anche se con evidenti carenze, il nostro consiglio è di aspettare gli sconti che spesso si avvicendano sull’eShop Nintendo e di dargli una chance.