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Recensione We Love Katamari REROLL + Royal Reverie

di: Simone Cantini

Na-na na-na-na-na-na na-na, Katamari Damacy.
Ecco, ripetete questa assuefacente cantilena per un numero imprecisate di volte, ed avrete solo una pallida idea di quello che mi sta rimbalzando costantemente nella testa da un paio di giorni a questa parte. Purtroppo non posso farci niente, ma la subdola colonna sonora di We Love Katamari REROLL + Royal Reverie è capace di questo ed altro, dopo che ero riuscito, non senza anni di sforzi, a scacciarla dal mio subconscio nella versione originale per PS2. Alla fine, però, sono capitolato come sempre mi accade quando finisco per incrociare il pad con la creatura di Keita Takahashi, che pur basandosi su di un concept tanto semplice, ha il magico potere di catapultarmi senza riserve all’interno del suo folle e colorato mondo. In cui nessuno può resistere alla tentazione di arrotolare, arrotolare, arrotolare…

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Obbedisco!

Bandai Namco sembra averci preso gusto nel riproporre anche su hardware più recenti le strampalate avventure del Re del Cosmo, del Principe e dei suoi bislacchi cugini, che dopo averci fatto riscoprire le origini di una delle saghe più folli di sempre, tornano oggi con quello che, a mio avviso, rimane il capitolo più interessante e riuscito del lotto. Certo, non ci troviamo al cospetto di chissà quale stravolgimento dell’esile formula partorita da quel mattacchione di Keita Takahashi, ma il modo in cui alcuni piccoli aggiustamenti sono stati apportati a questa saporitissima ricetta, rendono il tutto assai più sfaccettato e divertente. La storia, assolutamente fuori di testa come da copione, prende il via come seguito diretto della precedente incarnazione, e vedrà l’egocentrico Re del Cosmo desideroso di ripopolare il cielo degli astri distrutti in precedenza. Ovviamente, a portare a termine questa titanica impresa troveremo l’ubbidiente Principe che, una volta tornato sulla Terra, si vedrà impegnato a risolvere i problemi dei suoi abitanti, ovviamente a suon di rotolate e Katamari che, una volta assemblati, verranno lanciati nello spazio e tramutati in nuovi corpi celesti. We Love Katamari REROLL + Royal Reverie riporta, pertanto, in auge la narrazione già apprezzata nel lontano 2006, anno in cui il gioco fece la sua comparsa sulle PS2 nostrane, ma in occasione di questo suo ritorno sulle scene si è concesso anche il lusso di ampliare in parte il suo corpus narrativo. E lo fa per mezzo di 5 missioni completamente inedite, che serviranno a fare luce sul passato di un giovane Re del Cosmo. Si tratta di piccoli frammenti che, pur non stravolgendo in alcun modo l’ossatura principale, faranno la gioia di tutti i fan, sia per il bizzarro apporto in fatto di scrittura, sia per alcune piacevoli variazioni all’essenza ludica della produzione. Ci troviamo, in soldoni, al cospetto di una sorta di remaster in odor di complete edition, capace di far assaporare a vecchi e nuovi giocatori una delle migliori produzioni alternative dell’era a 128 bit, di cui personalmente gradirei tanto un ritorno per mezzo di un capitolo completamente inedito.

Rotolare is the key

Che cosa è mai un Katamari, e come si genera? Una domanda non certo banale, che però ha la più semplice delle risposte: un Katamari non è altro che una sfera in grado di assorbire gli oggetti che incontra sul suo cammino, a patto che non siano più grandi di lei. Una palla bulbosa che cresce man mano che si alimenta, così da aumentare il suo potere assorbente. Tutto qua, niente di più facile ed immediato. Cosa è, allora, che rende così assuefacente farla rotolare per lo schermo? Il motivo principale è sicuramente legato a questo esile concetto di gameplay, tanto rilassante quanto ipnotico, demandato all’utilizzo simultaneo dei due stick analogici del pad. Un concetto che trova la sua giusta compagnia nel lisergico mondo in cui viene calato, fatto di personaggi stilizzati pronti a rivolgerci le richieste più assurde e strampalate. Che si tratti di rischiarare un solerte studente in vena di studi notturni, dando vita ad un gigantesco agglomerato di lucciole, oppure di vincere una spericolata corsa automobilistica, fagocitando tutto quello che troviamo sulla pista (e nelle sue immediate vicinanze), il nostro obiettivo ultimo sarà sempre quello di far rotolare questa buffa palla, con lo scopo di farle assorbire oggetti sempre più grandi. Non si tratta, però, di un compito così scontato come si potrebbe pensare, dato che per giungere al finale vero e proprio di questa coloratissima avventura, sarà necessario ripercorre più volte i vari stage, così da recuperare tutti i cugini nascosti del Principe, oltre che per poter dar vita al necessario numero di corpi celesti, indispensabili per superare la missione finale. Sono proprio queste divagazioni sul tema classico a rendere We Love Katamari REROLL + Royal Reverie la migliore, ad oggi, incarnazione dell’IP Bandai Namco, che pur non tradendo le proprie origini si è divertita, in questo secondo capitolo ufficiale, ad introdurre piccole modifiche alla formula resa celebre dal suo debutto. Modifiche che trovano il loro sfogo, per quanto in forma condensata, nelle 5 storie inedite che hanno per protagonista il giovane Re del Cosmo, che tra gare ad ostacoli, cacce a determinati oggetti e molto altro, riescono ad ampliare in modo piacevole la progressione originale. Vero è che, comunque, parliamo di un’aggiunta dalla consistenza marginale, in fatto di pura durata, ed in tal senso non mi sarebbe dispiaciuto trovarmi al cospetto di un quantitativo di livelli almeno doppio. Ma non si può avere tutto.

Stile à gogo

Chi ambisce a gustarsi la fiera del poligono, ad abbuffarsi alla sagra delle texture in alta definizione, oppure a crogiolarsi alla luce dei riflessi ray tracing più sfavillanti, farebbe bene a tenersi alla larga da We Love Katamari REROLL + Royal Reverie. Il titolo Bandai Namco, difatti, si limita a riproporre in maniera più pulita e definita quanto apprezzato a suo tempo su PS2, inondandoci lo schermo di geometrie essenziali e colori sfavillanti. Offre due modalità di visualizzazione, classica e moderna, ma oggettivamente l’upscaling presente non mi ha fatto percepire delle palpabili differenze. Il merito di questa mia miopia, è da riscontrare senza dubbio nell’eccellente materiale di partenza che, pur nella sua psichedelica essenzialità, è in grado di dare vita ad un immaginario accattivante e vibrante, in cui le assurdità si sprecano ad ogni rotolata che passa. A voler essere pignoli, vista la prova effettuata su PS5, si potrebbe avere qualcosa da obiettare sul pop-up di elementi che caratterizza numerose fasi in-game, ma obiettivamente si tratta di un difetto che finisce per avere un impatto pressochè nullo lato gameplay. Quel che conta, è che tutto scorra liscio come l’olio, senza rallentamenti od incertezze di sorta. E poi c’è lei, la protagonista indiscussa delle scene, la subdola stella in grado di occupare abusivamente la mia psiche oramai da quasi 20 anni, ovvero quella diabolica colonna sonora composta da un main theme ipnotico, a cui si accompagnano brani jazz, swing e pop dall’elevatissimo potere mesmerizzante. Ed è proprio a tal proposito che non posso fare a meno di sottolineare quello che ritengo essere il maggiore difetto di We Love Katamari REROLL + Royal Reverie, incarnato dalla presenza di un diabolico DLC a pagamento, tramite il quale viene ampliato il numero di brani della sountrack. Visto che parliamo di un ritorno sulle scene, avrei apprezzato trovare il tutto già compreso nell’esborso iniziale che, per quanto contenuto, si porta in dote delle migliorie tecniche davvero minimali rispetto all’originale PS2. Vero che troviamo delle opzioni di controllo limate, così come un lieve restyling dell’interfaccia generale, ma uno slancio di generosità maggiore da parte di Bandai Namco non lo avrei disdegnato.

Con We Love Katamari REROLL + Royal Reverie, Bandai Namco consegna alle nuove (e vecchie) generazioni di player quello che, senza ombra di dubbio, può essere considerato come il capitolo più riuscito e divertente delle avventure del Re del Cosmo e del Principe. Forte di una struttura ludica tanto immediata quanto assuefacente, il secondo episodio di questa folle serie può contare sul miglior parco di missioni possibili, rafforzate da alcune interessanti variazioni sul tema in grado di rendere le nostre arrotolate sempre varie e stimolanti. Aggiungete al tutto un riuscito, per quanto esile, set di livelli aggiuntivi nuovi di zecca, condite il tutto con la solita, splendida sountrack (peccato per quel DLC a pagamento), ed avrete subito chiaro come We Love Katamari REROLL + Royal Reverie sia un titolo da non perdere se si è fan dello psichedelico stile creativo di Keita Takahashi.
Scusate, ora torno a canticchiare la mia na-na na-na-na-na-na na-na, Katamari Damacy