Recensione Warhammer: Vermintide 2
di: Marco LicandroIn un 2018 dove i giochi si stanno lentamente dividendo in due categorie, spaziando dai Battle Royal, così in voga tra i giovani da invogliare titoli come Battlefield a proporre le stesse modalità, a quelli che prediligono il Single Player, come fu per Assassin’s Creed: Origins, Spiderman, God of War, la collaborazione è ormai qualcosa di sorpassato. Quando si gioca online ormai lo si fa per competere. Ma c’è ancora posto per un multiplayer collaborativo? Il team di Fatshark pensa di sì.
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Felices los quatros
Tagliamo subito la testa al toro e facciamo il confronto più ovvio, prima di perderci nel resto della recensione. Left 4 Dead 2 è sicuramente il primo titolo che vi verrà in mente giocando Warhammer: Vermintide 2. Sequel di Warhammer: End Times – Vermintide, ripropone lo stesso stile cooperativo in un brutale action in prima persona, che sulla falsa riga di L4D getta quattro giocatori in mezzo ad orde di nemici di ogni genere, ognuno con caratteristiche uniche, e pronti a farli fuori. Gli spunti sono molti: quattro giocatori, ognuno con uno stile di attacco e abilità differenti, nemici letali e boss che lo sono ancora di più, possibilità di venire attaccati senza via di scampo richiedendo aiuto obbligatorio dei compagni, livelli sempre diversi strutturati su più piani, assolutamente non lineari. Occorrerà quindi rimanere in gruppo e sopravvivere assieme ad altri tre amici o sconosciuti.
Un po’ mobile, un po’ RPG
Vermintide 2 prende quindi lo stile intrapreso nel prequel, e lo espande, aggiungendo funzionalità al gameplay che lo rendono vasto ed interessante. Innanzitutto i cinque personaggi disponibili avranno ognuno tre diverse classi, sbloccabili a seconda del livello del giocatore. Avremo infatti:
Markus Kruber – Mercenary, Huntsman, Foot Knight
Bardin Goreksson – Ranger Veteran, Ironbreaker, Slayer
Kerillian – Waystalker Handmaiden, Shade
Victor Saltzpyre – Witch Hunter Captain Bounty Hunter, Zealot
Sienna Fuegonasus – Battle Wizard, Pyromancer, Unchained
Ogni classe differisce dalla precedente in base ad abilità, armi, tecniche d’attacco, e bisognerà provarli un po’ tutti per capire con quale ci troveremo meglio.
Oltre alla campagna principale e le sue difficoltà, avremo una lobby pre-partita dove potremo aprire delle loot box ed equipaggiare così nuove armi e cosmetici, così da aumentare il livello e la forza del nostro personaggio. Non solo, potremo smontare le armi che non ci servono per ottenere risorse da utilizzare in seguito, nonché aprire un’inventario di missioni e ricompense, che ci regaleranno nomenclature e oggetti di gioco a seconda del tipo di azione – solitamente ripetuta – che abbiamo effettuato durante le partite. Un po’ come accade nel mondo degli RPG mobile, con la differenza che dovremo navigare nei menu e cercare la missione sbloccata con il controller, anziché a mano.
Andiamo sul tecnico
Se avete letto le mie recensioni – guai a voi se non lo avete fatto – saprete quanta importanza do alla telecamera ed ai suoi movimenti, essendo io suscettibile a tutto ciò che non sia estremamente ben funzionale. L’idea alla base del gioco è quella di immergervi nelle battaglie, cosa che rende il tutto un po’ troppo shakerato. Il solo camminare tenterà di simulare l’azione muovendo la visuale in alto ed in basso ad ogni passo. Nonostante l’interessante tecnica dovuta al fatto che questo sia un movimento naturale, il nostro cervello elimina l’informazione quando lo facciamo per davvero, mentre nel gioco è semplicemente un modo per rendere il tutto meno stabile e preciso. È infatti la precisione ad essere penalizzata in ogni movimento, visto un leggero lag nella risposta al controller, oltre che un effetto blur che, abilitato o meno, rende la visuale sempre sfocata, ed eliminare nemici sarà questione di fortuna più che i precisione.
Tecnicamente il titolo sfoggia una grafica mediocre, dovuta probabilmente al numero di nemici a schermo ed alla dimensione dei livelli, ma che comunque incanta per il level design ben sviluppato. Il fattore cooperazione tra giocatori è importante, almeno sulla carta, ma più la difficoltà è minore, più la necessità di aiutarsi l’un l’altro diventa flebile, e non è raro vedere giocatori appropriarsi di pozioni per la salute correndo verso le casse, in un egoistico tentativo di rimanere in vita più degli altri giocatori. Lo stesso accade anche in modalità più complesse, dove però la incapacità di cooperare vede probabilmente l’intero team soccombere al livello.
In poche parole
Se Left 4 Dead 2 vi ha lasciato un vuoto indelebile, è il caso che approcciate al più presto Warhammer: Vermintide 2, che riporta la collaborazione tra giocatori in prima linea, gettandovi tra città medievali e foreste inquietanti, in un mix di azione brutale e gioco di squadra. Il titolo non reinventa il genere, ma in qualche modo lo rende nuovamente interessante. Ah, dimenticavo, in caso siate abbonati ad Xbox Game Pass… è gratis!