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Recensione Warhammer 40.000: Rogue Trader

di: Simone Cantini

Posto carino lo spazio, dove nessuno potrà anche sentirti urlare, ma di sicuro i rumori degli spari e delle uccisioni sono decisamente più restii da domare. E quando un luogo così ameno incontra un futuro cupo e spietato come quello di Warhammer 40.000, idilliaco ed ipotetico periodo storico in cui, tanto per citare il suo celebre claim, c’è solo guerra, è alquanto difficile che il quadro d’insieme sia tutto rose e fiori. Ed è proprio all’interno di questo allegro setting che i ragazzi di Owlcat (i papà di Pathfinder) hanno deciso di ambientare il loro complesso e sfaccettato Warhammer 40.000: Rogue Trader, trasposizione videoludica di uno dei numerosi GDR cartacei ambientati nel mondo caro a Games Workshop.

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Di eretici, Warp, imperatori e demoni

In una società in cui le sfumature di grigio sono assai malviste, laddove si può solo essere con o contro l’autorità imperiale, i Rogue Trader rappresentano un vero e proprio unicum: figure contradditorie e sfacciatamente libere di muoversi tra le pieghe di questo oscuro mondo, gli appartenenti a tale elitario gruppo godono di privilegi impensabili per qualunque individuo si trovi costretto a respirare all’interno del distopico futuro del 41esimo secolo. Privilegi di cui il nostro personaggio, liberamente plasmabile attraverso un corposo e puntuale editor, si farà rapidamente portavoce, non appena si ritroverà a muovere i primi passi all’interno di una nave fortezza a zonzo per il cosmo. Un’eredità pesante la sua, che gli si appiccicherà addosso dopo che una letale anomalia causata dal Warp metterà a ferro e fuoco il gigantesco vascello, cambiando per sempre la sua (e la nostra, per quanto videoludica) esistenza. Condensare in poche parole la gargantuesca sceneggiatura di Warhammer 40.000: Rogue Trader non è certo impresa facile, vista la mole impressionante di parole di cui è composto il nuovo lavoro firmato Owlcat.

Un sontuoso e complesso affresco della mitologia sviluppata sotto l’egida di Games Workshop, di cui il titolo riesce a farsi eccellente portavoce grazie ad una fedele aderenza al materiale originale, così da dare vita ad un racconto corposo e affascinante, capace di catturare chiunque sia fan di questo brutale universo. Una storia che si plasmerà sotto i nostri occhi, in base alle nostre azioni, in virtù di una libertà di scelta davvero ben implementata, che saprà modificare relazioni e missioni a seconda di quello che sarà il nostro operato. Pur presentando una main quest tutto sommato blindata, è il florilegio di attività collaterali e comprimari con cui interagire che troverà il giusto sfogo nella libertà espressiva del nostro alter ego digitale, con individui che potranno tanto divenire nostri fedeli alleati, quanto sparire per sempre in un battito di ciglia, al pari di quest e situazioni varie. Una vicenda capace di portare via centinaia e centinaia di ore, in virtù anche di una eccellente rigiocabilità, capace di fare la felicità dei ruolisti più incalliti. A patto di essere pronti a digerire quantitativi di testo abnormi, tra l’altro disponibili unicamente in un inglese non sempre abbordabilissimo, soprattutto quando si tratta di metabolizzare le meccaniche e le statistiche alla base del puro gameplay.

+20% dei ¾ della metà dell’area del quadrato di una spada a catena

Come nel gioco di ruolo cartaceo da cui prende spunto, il gameplay di Warhammer 40.000: Rogue Trader si basa su di una serie assai corposa di skill e specializzazioni per i vari membri del party, che potranno ovviamente essere potenziati e sviluppati ad ogni level up. Alla base di ogni singola abilità, sia essa attiva che di puro supporto, troveremo ad accoglierci numerose statistiche, sicuramente familiari a chi ha dimestichezza con il mondo del 40.000, ma che potrebbero spaventare i neofiti dell’ultima ora. Io stesso che ho un passato da giocatore del board game a base di miniature (quanto mi siete costati Space Wolves!), ho fatto davvero fatica a districarmi tra percentuali e valori utili a determinare efficacia e potenza di ogni singolo perk. Un lavoro di metabolizzazione sicuramente meno immediato del solito, ma che se sviscerato a dovere potrà aprire il campo a numerose variabili di gioco. Tutto quanto trova il suo sfogo negli immancabili combattimenti, che si propongono in chiave analoga a quanto sdoganato nel tempo da X-Com e similari, coniugando una mappa a caselle alla classica scansione a turni. In simili situazioni, compatibilmente con il loadout delle unità della nostra squadra e delle skill in loro possesso, sarà possibile effettuare attacchi a distanza e corpo a corpo, impiegare magie, buff e debuff, a patto di avere sufficienti punti azione a disposizione.

Quanto messo sul piatto dal gioco funziona sempre a dovere, anche se bisogna sottolineare una certa piattezza del mood delle schermaglie, invero non sempre animate da particolari guizzi creativi, oltre che caratterizzate quasi sempre da una sproporzione delle forze in campo: ai nostri 6 membri attivi del party, difatti, si contrapporrà nella maggior parte dei casi almeno una dozzina di avversari che, uniti alla difficoltà non certo permissiva del tutto, già a livello standard, rende assai ostica la progressione. A questo si uniscono anche numerosi scontri random, presenti tanto durante l’esplorazione delle mappe di gioco che in occasione dei viaggi stellari a bordo della nostra navicella, quando le anomalie del Warp decideranno di metterci i bastoni tra i propulsori. Sotto questo aspetto, vista la bontà della base ruolistica del tutto, mi sarei aspettato una maggiore cura da parte del team.

No Rogue Trader’s Sky

Non di sole caselle vive Warhammer 40.000: Rogue Trader, dato che il gioco presenterà anche delle divagazioni ludiche da non sottovalutare. Una delle principali è rappresentata dalla citata esplorazione spaziale, che porterà ad entrare in contatto con differenti pianeti e sistemi solari, che potremo scansionare così da evidenziare elementi sfruttabili oppure nuove zone su cui atterrare, magari per dare il via ad impreviste quest. Sarà possibile, inoltre, dare vita a vere e proprie colonie di estrazione di risorse, che potremo gestire in qualunque momento, così come accedere a battaglie spaziali tra navicelle. In questo caso l’azione vista a terrà si sposta nel cosmo, e dovremo controllare il nostro gigantesco vascello per sbarazzarci delle unità nemiche. Caratterizzate da meccaniche uniche e da un comparto di upgrade interamente dedicato, simili frangenti rappresentano una piacevole deviazione dal core del gameplay, anche se non sono risultate molto intuitive da domare.

A tutto ciò si affiancano anche momenti stile visual novel, in cui saremo chiamati ad operare alcune scelte tramite dei dialoghi a scelta multipla, situazione che si ritrova anche nelle conversazioni canoniche, che potranno presentare opzioni legate al nostro allineamento (perennemente in divenire e plasmato proprio dalle nostre decisioni) o alle nostre statistiche e skill. Un quadro complesso e vario, forse anche troppo, che ha i suoi principali difetti proprio in questo suo voler offrire davvero molto al player. Ritrovarsi spaesati al cospetto delle numerose informazioni e meccaniche che Warhammer 40.000: Rogue Trader ci vomita addosso ad ogni passo può essere davvero disorientante, al punto che ci si può seriamente trovare spaventati al cospetto di quanto il titolo abbia da offrire. Alle volte, tanto per citare un noto aforisma, less is more, davvero.

L’Imperatore non approva

Uscire indenni da una mole così impressionante di contenuti sarebbe risultata un’impresa quasi impossibile per qualsiasi team, e Warhammer 40.000: Rogue Trader non può che ricadere in questa cerchia. La produzione Owlcat, difatti, presta il fianco ad una serie di difetti tecnici davvero macroscopici, capaci di ridimensionare in modo spiacevole la bontà complessiva del tutto. In primis spiccano le prestazioni davvero deludenti del gioco, che almeno su Series X sono davvero lontane dalla normalità. Pur al cospetto di un comparto grafico non certo sbalorditivo, per quanto evocativo e fedele al mondo tratteggiato da Games Workshop, tearing e rallentamenti vari sono all’ordine del giorno, anche in frangenti di assoluta tranquillità. La situazione si risolve abilitando i preset prestazionali, a patto di assistere ad un massiccio downgrade grafico, tale da rendere personaggi e ambienti più simili a bruttissime macchie di colore che ad elementi degni di campeggiare sullo schermo.

Ad inficiare il tutto ci pensano anche numerosi glitch e bug vari, che spaziano da degli indolori errori nelle animazioni a ben più gravi chiusure improvvise dell’applicazione, oltre a missioni impossibili da completare a causa di mancati rilevamenti dei task raggiunti. Insomma, se volete stare tranquilli cercate di salvare la partita non appena potete. Ah, assicuratevi anche di abilitare i tutorial, se non volete passare le prime ore alla cieca come il sottoscritto, dato che il gioco non li attiva in automatico all’avvio della primissima run: una cosa davvero assurda. Il giudizio si risolleva decisamente per quanto riguarda il comparto audio, che può contare su di una soundtrack davvero azzeccata e su di un doppiaggio in inglese, per quanto parziale, davvero convincente. Un solo appunto: badate di limitare nelle opzioni le frasi random dei personaggi del party, a meno di non voler impazzire dopo pochi minuti a causa della loro ripetitiva logorrea.

Non ci sono davvero dubbi in merito all’intrinseca bontà di Warhammer 40.000: Rogue Trader, visto il modo in cui il lavoro Owlcat è riuscito a riprodurre fedelmente in maniera digitale il gioco di ruolo cartaceo di Games Workshop. Questa troppa fedeltà, purtroppo, si è rivelata però anche un’arma a doppio taglio, dato che ci troviamo al cospetto di meccaniche ruolistiche sicuramente appaganti e stratificate, ma anche dannatamente complesse, al punto che i non fan del brand potrebbero finirne soverchiati. Superata questa ripida curva di apprendimento, e passati sopra ai numerosi problemi tecnici che lo affliggono (ma che mi auguro vengano poco alla volta sistemati con delle patch), quello che resta è un titolo affascinante soddisfacente, capace di rendere giustizia al cupo immaginario a base di Space Marine, eretici e demoni, che si fondono in un’esperienza sfaccettata e complessa, che farà sicuramente la felicità degli amanti delle produzioni ruolistiche.