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Recensione Virtue’s Last Reward

Debuttando come uno dei software più triviali e accattivanti apparsi su Nintendo DS, 999: 9 hours, 9 persons, 9 doors divenne presto una delle opere più apprezzate nel panorama minore delle visual-novel. La sua struttura, capace di amalgamare fluidamente gameplay ad enigmi con lunghe narrazioni, alimentò il fenomenale successo del titolo così lontano dai generi tradizionali apparsi sulla famosa console a due schermi. 
Strizzando l'occhio ad Asimov, M. Crichton, R.Sheldrake e svariate teorie di fisica quantistica, Kotaro Uchikoshi (Ever17, Remember11) riesce sempre a gestire magistralmente l'intricata rete narrativa su cui si basano le vicende dei nove protagonisti di turno. Con Virtue's Last Rewardsecondo capitolo della serieZero Escape, vengono ereditati e rielaborati gli elementi di trama approfonditi in 999, lanciando la narrazione verso nuovi ed inaspettati sviluppi.

di: Manuel "haures" Di Gregorio

Non fidatevi di questa recensione, oppure si.

Debuttando come uno dei software più triviali e accattivanti apparsi su Nintendo DS, 999: 9 hours, 9 persons, 9 doors divenne presto una delle opere più apprezzate nel panorama minore delle visual-novel. La sua struttura, capace di amalgamare fluidamente gameplay ad enigmi con lunghe narrazioni, alimentò il fenomenale successo del titolo così lontano dai generi tradizionali apparsi sulla famosa console a due schermi. 
Strizzando l’occhio ad Asimov, M. Crichton, R.Sheldrake e svariate teorie di fisica quantistica, Kotaro Uchikoshi (Ever17, Remember11) riesce sempre a gestire magistralmente l’intricata rete narrativa su cui si basano le vicende dei nove protagonisti di turno. Con Virtue’s Last Rewardsecondo capitolo della serieZero Escape, vengono ereditati e rielaborati gli elementi di trama approfonditi in 999, lanciando la narrazione verso nuovi ed inaspettati sviluppi.

Tra-dire e fare…

Restando fedele al pattern narrativo del precedente capitolo, in Virtue’s Last Reward seguiremo nuovamente le vicende di nove personaggi che rapiti e reclusi dovranno affrontare un nuovo Nonary game. Sospesi tra la vita e la morte, i giocatori divisi in squadre dovranno superare gli enigmi celati dietro speciali porte cromatiche per garantirsi l’accesso alla porta numero 9, unica via per la salvezza.
Vivendo l’avventura nei panni di Sigma, un giovane studente universitario, ci risveglieremo nella stessa stanza di Phi, ragazza tanto tenace quanto scontrosa. Una volta conosciuto il resto dei protagonisti/avversari, l’intelligenza artificiale Zero The Third ci illustrerà regole e obiettivi di questo deviato esperimento: ogni persona è dotata di un braccialetto contenente una dose di veleno in grado di attivarsi se non verranno rispettate precise condizioni. Ciascun giocatore possiede cinque punti vita, un colore assegnato casualmente e uno status di pair (in coppia con un altro personaggio) o di solo. La formazione di un team sarà determinata dalla combinazione cromatica dei braccialetti e dovrà coincidere con il colore della porta che si vuole attraversare. Dopo aver superato gli enigmi di ogni stanza saremo obbligati a partecipare ad un ulteriore gioco, l’ambidex game, una sorta di votazione segreta tra i membri di ogni team. Potremo decidere se aver fiducia oppure tradire il partner che ci ha accompagnato durante l’esplorazione dell’ultima stanza e dai risultati della votazione si determinerà l’acquisizione oppure la perdita di punti vita sul contatore del braccialetto. Riporre fiducia nel partner potrebbe portarvi velocemente ad acquisire i 9 punti necessari ad aprire una sola volta la porta con il numero nove, abbandonando gli altri al loro destino; scegliere di allearsi non sempre può rivelarsi la scelta migliore poiché un’eccesso di ingenuità porterebbe il nostro partner a tradirci, accaparrandosi da solo più punti e facendone perdere a noi.
Se le combinazioni necessarie per attraversare le chromatic doors non venissero rispettate, oppure i nostri punti vita scendessero a zero, si attiverebbe il veleno nei braccialetti.
Ogni scelta effettuata sia durante la selezione dei team sia nei vari ambidex game, influirà sullo sviluppo delle vicende e, come nelle storie a bivio dei fumetti, la trama si dividerà in differenti percorsi narrativi sbloccando di volta in volta capitoli e situazioni differenti; ognuna delle 21 diverse story-line di cui nove conducono al game-over mentre altre nove al finale unico per ciascun personaggio, apporta informazioni più o meno importanti in grado di condurci al true ending finale.

Multiverso

L’essenza di Virtue’s Last Reward risiede nelle lunghe sessioni di novel; la narrazione si sviluppa spesso per lunghi periodi senza mai calarsi nel ridondante o nel ripetitivo (anche grazie alla funzione di skip dei dialoghi già apparsi) offrendo ogni volta nuove prospettive di lettura da parte di ciascun personaggio. Se in999 per accedere ai vari finali bisognava ricominciare il gioco effettuando scelte differenti, rischiando di ripetere enigmi già risolti, in Virtue’s Last Reward viene implementata per la prima volta la Flow-chart. Questa particolare feature non è altro che un diagramma a cascata che mostra tutte le possibili biforcazioni della trama in particolari punti detti “nodi” a cui corrispondono le varie scelte. In qualsiasi momento potremo consultarla e letteralmente saltare da un nodo all’altro, ripetendo o continuando la storia solo da quel punto. Questa operazione sarà inoltre giustificata dalla trama stessa e permetterà di sbloccare i finali più importanti solamente dopo che si saranno apprese determinate informazioni in story-line parallele.
L’azione di gioco si concentra nelle sezioni di fuga: per uscire da ciascuna stanza dovremo risolvere gli enigmi che la caratterizzano, recuperando la password in grado di aprire la cassaforte con le chiavi per fuggire. Affrontando ogni stanza in modalità difficile ci verranno forniti meno indizi ma potremo sbloccare informazioni aggiuntive grazie ad una password diversa.
Questo lato del gameplay si sviluppa come un’avventura grafica, utilizzando il touch-screen della console per interagire con l’ambiente circostante, analizzando e manipolando gli oggetti che ne compongono la scena. Sebbene gli enigmi non risultino mai ripetitivi, anzi si compongano di una rara originalità nel creare di volta in volta situazioni differenti, possono alla lunga diventare frustranti o tediosi agli occhi dei giocatori più impazienti in quanto poco contestualizzati con la trama. Pochissimo spazio viene dato al giroscopio mentre l’effetto 3D della console non viene sfruttato a dovere nelle sezioni di enigmi, risultando quasi fastidioso nelle fasi di novel.

Nuove angolazioni

Con il passaggio su Nintendo 3DS e PSVitaVirtue’s Last Reward acquista una grafica totalmente composta da modelli poligonali, abbandonando così sprites eartworks del primo capitolo in favore di brevi sequenze in CG. Nonostante le poche e stereotipate animazioni dei protagonisti, la resa complessiva risente dei miglioramenti apportati sopratutto nell’evoluzione del character-design ora più accattivante (e notevolmente più giapponese) che caratterizza ciascuno dei nove protagonisti tanto nell’aspetto quanto nella psicologia. L’operazione di introspezione svolta da Uchikoshi si definisce con chiarezza in ogni pedina di questo contorto gioco, valorizzando pregi e difetti caratteriali di ogni partecipante, umanizzandoli e avvicinandoli alla realtà molto più di quanto non fosse riuscito a fare nel precedente capitolo.

Buona la qualità globale del comparto sonoro il quale, componendosi di musiche malinconiche a tratti tristi e altre volte ansiogene, colleziona alcuni temi memorabili che ben riescono ad immedesimarci per atmosfera ed emozioni nei sentimenti vissuti dai protagonisti. Unica pecca, l’esigua quantità di brani disponibili, troppo spesso riproposti.
Virtue’s Last Reward si dimostra ampiamente come un sensazionale esponente del genere delle “avventure grafiche testuali” proponendo una delle più complesse e approfondite trame fantascientifiche presenti attualmente sul mercato. La bellezza del titolo, secondo in ordine di uscita e terzo nell’ordine cronologico della saga (il prossimo capitolo della trilogia è attualmente in lavorazione), viene minata solamente dalla presenza di un fastidiosissimo bug presente nelle copie delle versioni USA e EUR, in grado di cancellare il vostro salvataggio qualora salviate la partita in due particolari stanze (PEC room e Crew Quarter).
Nonostante questo inconveniente Virtue’s Last Reward rimane un titolo affascinante e impegnativo, capace di catturarvi col suo magnetismo per più di 30 ore di gioco assolutamente necessarie per riuscire a svelare tutti i misteri che si celano dietro alle quinte del Nonary Game.