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Recensione Valkyria Chronicles Remastered

di: Simone Cantini

Proporre il remaster di un titolo della scorsa generazione è un di sicuro un’operazione utile per permettere alla software house di fare cassa con uno sforzo minimo. Per lo meno questo è palese quando ci troviamo al cospetto di produzioni di successo, mentre nel caso di titoli di nicchia come il Valkyria Chronicles Remastered, magari, altro non è che un tentativo volto a solleticare la curiosità di tutti coloro (e sono tanti) che magari hanno realmente visto sfilare sotto i loro occhi il piccolo gioiellino tattico di SEGA. E chissà che non possa aprire la strada pure agli altri due titoli della trilogia originale, in attesa del nuovo episodio.

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La bellezza della semplicità

Le vicende narrate in Valkyria Chronicles Remastered, oggi come ieri, ci caleranno nei panni di Welkin e di tutti gli altri membri della Squadra 7, che si troveranno catapultati all’interno di un conflitto che sta mettendo a ferro e fuoco una versione alternativa della nostra Vecchia Europa. La realtà della guerra, pur con tutte le licenze tipiche delle produzioni ruolistiche nipponiche, è proposta in maniera brutale e violenta, ma ovviamente non mancheranno porzioni narrative volte a stemperare la tensione, oltre che ad approfondire la personalità dei molteplici personaggi che andremo a comandare. Sotto questo aspetto, Valkyria Chronicles Remastered non delude, proponendo un intreccio avvincente e ben orchestrato, capace di intrattenere a dovere nel corso della 30 ore necessarie al completamento della campagna. Fortunatamente una simile bontà si è riversata interamente anche sull’aspetto più importante di un videogame, ovvero il gameplay. La struttura ludica della produzione SEGA ricalca in toto quella degli strategici a turni: in ogni missione, una volta schierate le nostre truppe, avremo a disposizione un certo numero di azioni spendibili in ogni round. Una volta selezionata l’unità di riferimento potremo muoverla liberamente sul campo di battaglia, ovviamente fintanto che la nostra capacità di spostamento ce lo consentirà. A questo punto avremo la possibilità di attaccare, difenderci oppure compiere altre azioni, peculiari a seconda di quella che sarà la classe del nostro combattente: non mancheranno cecchini, medici, meccanici (utili per riparare il nostro carro armato) ed altre che impareremo presto a conoscere sperimentandole direttamente sul terreno di gioco. Ovviamente lo stesso potranno fare i nostri avversari e dovrà essere nostra cura cercare di eliminare i vari comandanti per diminuire il numero di spostamenti a loro disposizione. Una piccola aggiunta strategica che si rivelerà fondamentale in caso di elevata sproporzione tra le forze in campo. Concettualmente parlando il tutto non risulta molto ostico da comprendere e padroneggiare, ma non per questo il divertimento e la soddisfazione nel portare a termine le varie missioni sarà ridotto. Grazie anche ad una crescita ruolistica dei vari personaggi che ci porterà, sia per caratterizzazione che per mera utilità bellica, ad affezionarci profondamente ai vari personaggi. Insomma, Valkyria Chronicles Remastered non fa niente per stupire profondamente il giocatore, ma riesce comunque a presentarci un piatto decisamente stuzzicante, per quanto realizzato con ingredienti molto semplici.

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Bellezza immutabile

Trattandosi di una rimasterizzazione, più che sui contenuti ludici rimasti invariati rispetto all’originale, appare logico soffermarsi principalmente sull’aspetto tecnico del titolo SEGA. Avendo già giocato ed adorato la versione uscita nel lontano 2008 su PS3, devo confessare di essere rimasto deluso da questa rimasterizzazione, che altro non è che un porting della release PC. Sì, è vero che il titolo ora gode di una presentazione in full HD capace di girare a 60 frame al secondo (valore comunque secondario vista la tipologia di gioco), ma è impossibile non rimanere basiti al cospetto di un aliasing che, soprattutto nelle varie cutscene, risulta ancora troppo marcato. Sotto questo aspetto il lavoro svolto con questo Valkyria Chronicles Remastered appare sin troppo pigro. Fortunatamente la peculiare direzione artistica del gioco, già splendida a suo tempo, risulta decisamente piacevole ancora oggi, pur con tutti i suoi limiti tecnici. Immergersi in un cel shading capace di rendere tutto simile ad un enorme acquerello in movimento ha ancora oggi tutto il suo fascino e il magistrale accompagnamento sonoro di Hitoshi Sakimoto non fa altro che esaltare una direzione artistica lodevole. Farà inoltre piacere, ai puristi più incalliti, la presenza del voice over in lingua originale, a cui però si contrappone la continua assenza di una localizzazione scritta in italiano. A rendere più sopportabile la parola Remastered affiancata al titolo ci pensano l’inclusione di tutti i DLC rilasciati per il gioco ed un prezzo di commercializzazione davvero allettante che, nell’edizione fisica, permetterà anche di mettere le mani su di un artbook ed un poster di pregevole fattura.

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Giudicare il titolo in quanto tale, oppure valutare il lavoro di pulizia effettuato sullo stesso? Vista l’innegabile caratura di Valkyria Chronicles Remastered è un peccato non potersi lanciare in una critica dell’effettiva bontà ludica della produzione, ma è anche vero che non si possono non considerare le dieci lettere che accompagnano il titolo originale. Per questo il giudizio che troverete in basso non rispecchia la reale caratura di questo piccolo gioiello nipponico, ma riflette soltanto la cura approssimativa con cui è stato sdoganato per l’attuale PS4, cura però corroborata fortemente da un prezzo allettante e da una serie di goodies che faranno comunque la gioia degli appassionati. Non lasciatevi quindi spaventare da questi due numeretti: se siete in cerca di un jrpg tattico appagante e divertente fareste bene a non lasciarvelo scappare. Ma, per favore, non chiamatelo remaster.