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Recensione Unisciti anche tu al party Nintendo!

Mario ha bisogno del nostro aiuto per recuperare le ministelle! Giunti alla nona edizione, gli abitanti di Mushroom kingdom hanno ancora voglia di fare festa con noi!

di: Manuel "haures" Di Gregorio

asdLa saga di Mario Party è una delle più rodate nel suo genere e da anni si ripropone come “videogioco aggregante” sia per varietà dei minigiochi, sia per il carisma dei suoi protagonisti; è anche vero che questo brand ha subito un netto calo di qualità negli ultimi anni. Dopo aver analizzato quindi le 9 regole per un buon party game presenti nel box laterale, apprestiamoci a capire quanto di nuovo (e divertente) può trasmetterci Mario Party 9.

Salta un turno e cambia giro!

Nel lontano 1998 Mario Party aveva appena sbarcato il lunario con i suoi personaggi e i suoi fondali pixellosi ma ricchi di minigiochi spacca polso (alzi la mano chi si è fatto venire le vesciche sulle mani a furia di ruotare l’analog stick su N64!). Nintendo munse la vacca grassa, lasciando piena autonomia al team di Hudson il quale, dopo aver affollato il Game Cube con ben quattro titoli della serie, conclusero la loro avventura con ormai ben poche idee e fantasie nell’ottavo capitolo, quello per Wii. A distanza di quattro anni Nintendo consegna la patata bollente nelle mani del team nd Cube con l’obiettivo di riportare il genere ai suoi fasti. L’impresa non è da poco, soprattutto considerando la mole di party game third-party usciti in questi anni per una console orientata al casual gaming; oltre a questo, Nintendo stessa si è fatta concorrenza da sola puntando sui Mii con Wii-play e ben due edizioni di Wii-party. Nonostante le premesse nd Cube si è rimboccata le maniche; riscopriamo così in Mario Party 9 il piacere di ritrovarsi in salotto con gli amici.

Alea iacta est

Bowser e Bowser jr. hanno aspirato dal cielo le ministelle e gli abitanti del regno dei funghi dovranno recuperarle tutte, affrontando così anche i loro scagnozzi. C’è una novità che immediatamente balza all’occhio dopo aver iniziato una nuova partita in singolo o in multiplayer, scegliendo uno dei classici tabelloni ora snelliti per rendere meno tedioso il gameplay. La novità principale, dicevamo, sta nel ritrovarsi dall’inizio e per tutto il resto del gioco all’interno di un’eclettica autovettura in grado di trasportare simultaneamente tutti (fino ad un massimo di 4) i giocatori lungo il tabellone; il primo tiro definirà il “capogruppo”. Essere il capogruppo vuol dire ottenere bonus maggiori durante i minigiochi, e per questo gli altri giocatori potrebbero attentare alla vostra posizione. Immagine di giocoNiente più personaggi sparsi ai quattro angoli del tabellone quindi; tramite il nuovo mezzo di trasporto l’azione di gioco rimarrà focalizzata lungo il percorso da intraprendere insieme. La mole di bivi e strade cicliche, spesso confusionarie, è stata eliminata per far posto ad un tabellone più ordinato, con pochissime deviazioni che si riducono ad eventi speciali in grado di scatenare una corsa all’ultimo dado per ottenere il maggior numero di stelle bonus messe in palio. Abbandonato così il sistema monetario dei vecchi episodi che permetteva di comprare le superstelle, in Mario Party 9 l’unico nostro obiettivo è accumulare quante più ministelle possibili durante il tragitto in auto. Sebbene quest’ultime vengano disseminate lungo il percorso, non sempre saranno facilmente recuperabili; un pizzico di tattica sarà indispensabile, preferendo ad esempio una strada rocca di anti-stelle capaci di farci perdere le stelle recuperate, ad una rocca di ministelle che potrebbe avvantaggiare tanto noi quanto i nostri avversari.
I minigiochi invece, anima del gameplay, vengono concentrati lungo punti determinati del percorso e si amalgamano nell’avventura senza affaticare né annoiare il giocatore per ripetitività o difficoltà. Le sfide ricalcano la struttura classica di “uno vs tutti”, “tutti contro tutti” o “sfide a coppie” e si articolano in una vastissima gamma di minigiochi scacciapensieri sempre poco complessi e veloci (stile che strizza l’occhio ai Wario Ware) ma ricchi di momenti esilaranti, capaci di far scattare la scintilla della competizione al primo sintomo di mancanza di fair-play.Immagine di gioco
Una delle innovazioni più importanti di questo titolo, inoltre, prende spunto dalla composizione a mondi da attraversare. Ad ogni tabellone, due scagnozzi di Bowser (Lakitù, Torcibruco, Boo, Koopa e chi più ne ha più ne metta…) ci attenderanno rispettivamente a metà e a fine percorso, chiaro rimando alla struttura dei Mario Land. Entrambi gli avvenimenti vedranno collaborare tutti i giocatori, mantenendo sempre alta la competizione tramite una congrua somma di ministelle da assegnare a chi totalizzerà più punti negli scontri. Va da sé che la componente fondamentale di un gioco di società, ovvero una discreta dose di fortuna, non viene ignorata. Si passa dalla possibilità di perdere stelle finendo sulle caselle-penalità di Bowser e Bowser jr, a sfide estemporanee lungo il tragitto dove è richiesto a tutti i giocatori di tirare il dado e ottenere un certo numero per poter attraversare il percorso bonus o, in caso contrario, un altro ricco di malus. Non sorprendetevi quindi se alla fine del tabellone, un avversario riceverà inaspettati bonus per numero di dadi accumulati o minigiochi superati… il cosiddetto “fattore C” è ciò che rende divertente, irritante e accattivante la maggior parte dei giochi cooperativi!

Un tabellone di colori.

Dal punto di vista grafico, Mario Party 9 strizza l’occhio leggermente a Super Mario Sunshine e, in maniera più marcata a Super Mario Galaxy, riprendendone temi, stile e colori. Immagine di giocoLa palette cromatica del regno dei funghi e le texture dettagliate di quest’episodio si contrappongono nettamente allo stile più cupo e spento del precedente capitolo; approviamo quindi appieno questa scelta che rimane fedele alla filosofia Nintendo sia per tecnica che per musiche (quest’ultime, in particolare, riarrangiamenti di temi famosi o atmosfere tipiche da regno dei funghi). Gli ottanta minigiochi riusciranno a divertire anche presi singolarmente nell’apposita modalità del menù principale. Non passa inosservata la completa assenza di utilizzo dei comandi Motion Plus, non ci sentiamo però di definirlo un male; uno svantaggio forse, ma visto l’impaccio che a volte si crea durante i minigiochi più frenetici nell’usare i comandi di movimento, restiamo fedeli alla nostra croce direzionale e tasti vari (eccezione fatta per le avventure di guida sui Pallottolo Bill).

Mario Party 9 riesce quindi a soddisfare tutti i punti del “decalogo per il perfetto party game”, nd cube non assicura così ore e ore di divertimento continue ma una giocabilità infinita su larga scala temporale, altalenando il ritmo di gioco tra esplorazione del tabellone, minigiochi e bonus/malus.
E se poi non aveste amici c’è sempre il single player e la possibilità di affidare o meno alla CPU le rimanenti posizioni vuote, senza dover per forza essere legati al numero di quattro giocatori, snellendo e velocizzando il ritmo di gioco.
Il nostro consiglio rimane quindi quello di mettere finalmente via il primo Mario Party, in favore di quest’ultimo azzeccatissimo capitolo.