Recensione Uncharted: The Nathan Drake Collection
Spesso si è parlato della reale utilità di quei prodotti definiti remastered che hanno invaso, e stanno invadento tutt'ora, le console di attuale generazione. Da una parte abbiamo coloro che vogliono giustamente progetti inediti pensati specificamente per le nuove piattaforme, dall'altra quegli utenti felici dei remastered in quanto permettono loro di recuperare in forma migliore quei titoli che per una o più ragioni hanno saltato su old-gen. Chi ha ragione e chi ha torto? Questa è una domanda a cui non daremo risposta in questa sede ma è curioso riportare una statistica di Naughty Dog secondo la quale l'80% dei possessori di PS4 non ha mai giocato alla serie di Uncharted. La cifra, a parer nostro, sembra un tantinello esagerata ma già ai tempi di The Last of Us Remastered si affermava che la metà dei possessori di PS4 proveniva da Xbox 360. Insomma per farla breve sono davvero tanti i possessori della console di attuale generazione di Sony a non aver giocato i capolavori di PS3. Ed ecco dunque che la Uncharted: The Nathan Drake Collection trova senso di esistere. Ancora un po' di mesi ci tengono lontani da Uncharted 4: A Thief's End, di conseguenza per ingannare questa straziante attesa possiamo rivivere, o vivere per la prima volta a seconda dei casi, le gesta di Nathan Drake.
di: Luca SaatiSpesso si è parlato della reale utilità di quei prodotti definiti remastered che hanno invaso, e stanno invadento tutt’ora, le console di attuale generazione. Da una parte abbiamo coloro che vogliono giustamente progetti inediti pensati specificamente per le nuove piattaforme, dall’altra quegli utenti felici dei remastered in quanto permettono loro di recuperare in forma migliore quei titoli che per una o più ragioni hanno saltato su old-gen. Chi ha ragione e chi ha torto? Questa è una domanda a cui non daremo risposta in questa sede ma è curioso riportare una statistica di Naughty Dog secondo la quale l’80% dei possessori di PS4 non ha mai giocato alla serie di Uncharted. La cifra, a parer nostro, sembra un tantinello esagerata ma già ai tempi di The Last of Us Remastered si affermava che la metà dei possessori di PS4 proveniva da Xbox 360. Insomma per farla breve sono davvero tanti i possessori della console di attuale generazione di Sony a non aver giocato i capolavori di PS3. Ed ecco dunque che la Uncharted: The Nathan Drake Collection trova senso di esistere. Ancora un po’ di mesi ci tengono lontani da Uncharted 4: A Thief’s End, di conseguenza per ingannare questa straziante attesa possiamo rivivere, o vivere per la prima volta a seconda dei casi, le gesta di Nathan Drake.
La conta dei presenti
Per la realizzazione di Uncharted: The Nathan Drake Collection, Sony si è affidata all’esperienza di BluePoint Games, team di sviluppo che ha già collaborato con la compagnia giapponese in passato. God of War Collection, ICO & Shadow of the Colossus sono solo alcuni dei remastered sviluppati dalla software house di Austin, Texas, che intanto si sta occupando anche della versione PS4 di Gravity Rush.
Uncharted: The Nathan Drake Collection include al suo interno i tre capitoli della saga usciti originariamente su PS3, ovvero Drake’s Fortune, Il Covo dei Ladri (Among Thieves) e L’Inganno di Drake (Drake’s Deception). All’appello purtroppo manca qualcosa, ci riferiamo in primis a Uncharted: L’Abisso d’Oro uscito per PS Vita, titolo che, siamo pronti a scommettere, ancora meno possessori di PS4 hanno giocato. Altra mancanza riguarda il multiplayer apparso nel secondo e terzo capitolo. Sappiamo benissimo che la saga di Uncharted punta principalmente alla campagna singleplayer, ma il multiplayer si è rivelato col tempo un’aggiunta più che gradita ai fan. Insomma due mancanze che avrebbero potuto rendere il pacchetto ancora più completo.
Dal menù di selezione principale è possibile scegliere a quale dei tre capitoli accedere mentre con la pressione del tasto R1 si può tornare indietro permettendo così di passare da un titolo all’altro senza riavviare l’applicazione. Il livello Distruttivo è disponibile sin da subito ed è accompagnato da un ulteriore livello di difficoltà, quello Brutale, che può farvi morire con uno o due colpi e rende i nemici incredibilmente aggressivi. Se invece cercate un livello nettamente opposto potrete affidarvi a quello Esploratore dedicato a chi vuole godersi la trama senza avere grattacapi. Troviamo poi la modalità Speedrun che permette di giocare la campagna con un cronometro sempre presente in alto a destra così da mettere alla prova il vostro punteggio con quello dei vostri amici. Punteggio che non riguarda solo il tempo di completamente ma anche altre statistiche come il numero di uccisioni, colpi alla testa e così via. Troviamo poi anche le varie skin selezionabili che permettono ad esempio di giocare con Nathan Drake in formato ciambella. Infine non poteva mancare una modalità fotografica, selezionabile tramite la freccia in giù del d-pad, attivabile in qualsiasi momento durante il gioco e che permette di immortalare degli splendidi scorci. Prima di scattare ogni fotografia possiamo applicare dei filtri, aumentare o diminuire lo zoom, spostare la telecamera e così via. Non vi nascondiamo che spesso ci siamo fermati qualche minuto per scattare qualche fotografia ai bellissimi panorami di Uncharted.
Uncharted: Drake’s Fortune
“Ogni grande avventura ha un principio, ma è la strada da percorrere, quella che conduce al suo termine, che riserva la vera gloria.”
Sir Francis Drake, 1587
Il gameplay non è stato ritoccato, fatta eccezione per alcune piccole cose legate al sistema di controllo. I tasti della mira e dello sparo adesso sono affidati ai due grilletti, mentre il lancio della granata al dorsale sinistro con tanto di animazione rivista e infine il dorsale destro per ricaricare le armi. L’uso dei sensori di movimento è stato invece eliminato, per fortuna aggiungiamo noi. Per tutto il resto Uncharted: Drake’s Fortune è il gioco che tutti noi abbiamo avuto il piacere di giocare nel 2007, quel riuscito mix tra avventura, esplorazione, puzzle e shooter in terza persona. Permane quindi qualche piccolo problema in alcune occasione con il sistema di copertura.
Dei tre videogiochi inclusi in questa raccolta è proprio Uncharted: Drake’s Fortune ad averne tratto più giovamento dal punto di vista visivo. Il gioco adesso può vantare una risoluzione a 1080p con una fluidità ancorata ai 60 fotogrammi al secondo che rende la risposta dei comandi immediata. I modelli dei personaggi sono stati migliorati tantissimo, lo screen tearing è sparito così come l’aliasing. Un bel passo avanti anche per gli effetti d’illuminazione che donano una maggiore naturalezza alle ambientazioni del gioco. Bene infine anche gli effetti particellari, gli oggetti in lontananza e la profondità di campo, quest’ultima assente nel titolo originale su PS3. Solo alcune texture leggermente sottotono non permettono al processo di rimasterizzazione di essere perfetto.
Uncharted 2: Il Covo dei Ladri
“Non ho raccontato neppure la metà di ciò che ho visto, perché sapevo che nessuno ci avrebbe creduto.”
Marco Polo sul suo letto di morte, 1324
Il gioco resta tutt’oggi un autentico capolavoro con il suo gameplay a dir poco perfetto che bilancia momenti di calma apparente ad altri con un azione da capogiro. Non stupisce quindi la completa assenza di accorgimenti rispetto all’opera originale da questo punto di vista fatta eccezione per il sistema di controllo di cui abbiamo parlato in Drake’s Fortune.
Tecnicamente BluePoint Games non doveva fare lo stesso lavoro del precedente capitolo visto che Il Covo dei Ladri rappresentò un punto di svolta dal punto di vista visivo per PS3. Anche in questo caso ritroviamo la risoluzione in Full HD accompagnata dai 60 fps che come sopra migliorano la risposta ai comandi. C’è un filtro anti-aliasing, l’effettistica migliorata rende le esplosioni e la neve ancora più belle da vedere, le texture sono di qualità superiore. Il tutto permette al gioco di essere al passo coi tempi anche da un punto di vista visivo.
Uncharted 3: L’Inganno di Drake
“Tutti gli uomini sognano ma non allo stesso modo. Coloro che di notte viaggiano nei polverosi recessi della loro mente si svegliano scoprendo che i sogni sono illusione. Coloro che sognano di giorno sono uomini pericolosi perchè possono vivere i loro sogni a occhi aperti e realizzarli. Io sono uno di questi.”
Thomas Edward Lawrence
“Lawrence d’Arabia”
Il lavoro di conversione svolto da BluePoint Games è più o meno lo stesso fatto con il precedente capitolo. Lato gameplay le novità sono pari a zero e anche in questo caso è giusto così considerando che il titolo non è invecchiato di una virgola. Tecnicamente dunque troviamo nuovamente i 1080p e 60 fps, una pulizia dell’immagine migliorata grazie all’assenta di aliasing ed effettistica che rende giustizia a quello che è il miglior deserto mai riprodotto in un videogioco.
Commento finale
Solo l’assenza del multiplayer e di Uncharted: L’Abisso d’Oro impediscono a questa collection di raggiungere la perfezione. Nonostante tutto, Uncharted: The Nathan Drake Collection è un prodotto curato che rende giustizia a una saga che ha scritto la storia di PS3. I tre capitoli della serie non sentono il peso degli anni e risultano assolutamente godibili grazie anche alle migliorie dal punto di vista tecnico. Se fate parte di coloro che hanno saltato la serie sulla vecchia console di Sony, Uncharted: The Nathan Drake Collection è un prodotto assolutamente imprescendibile. Chi invece ha già giocato i tre Uncharted a loro tempo, oltre alla voglia di ripassare la storia in vista del quarto capitolo, non trova molti motivi per giustificare l’acquisto considerando il prezzo pieno a cui viene venduta la raccolta.
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Ottimo lavoro di ammodernamento grafico
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I tre videogiochi sono invecchiati benissimo
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Mancano il multiplayer e Golden Abyss
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✘
La raccolta viene venduta a prezzo pieno