Recensione Tumblestone
di: Federico LelliTumblestone, degli sconosciuti The Quantum Astrophysicists Guild, è arrivato già da qualche tempo tra i giochi Games with Gold quindi sarà stato già spolpato dai giocatori di Xbox One, ma è praticamente disponibile per ogni piattaforma.
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Guardare le pietre
Nell’ambito dello sviluppo indie uno degli imperativi categorici è quello di dover risparmiare soldi, nel caso di Tumblestone la scelta è subito evidente già dal genere: un puzzle, che storicamente è uno dei generi più statici, senza particolari punti innovativi e con una direzione artistica ridotta al minimo indispensabile.
Le premesse narrative, che portano Cleopatra a muoversi di livello in livello per colpa di screzi con le altre figure, sono al solito un pretesto mentre il succo è quello di liberare tutte le rocce che ci ostacolano la strada.
A nostra disposizione la possibilità di recuperare una delle pietre e spostarla in un’altra posizione, per affiancarla alle altre dello stesso colore, in modo da creare gruppi da tre in grado di dissolversi. Al solito l’approccio iniziale sarà semplice e graduale ma ben presto ci accorgeremo che ogni mossa va valutata anche in funzione di quelle successive, per non rischiare di rimanere bloccati e senza possibilità di azione. Proseguendo nei livelli saranno inoltre introdotti diversi modificatori a complicarci la vita e le dinamiche di gioco.
Sprite bidimensionali senza animazioni, schermate ipersature di colori e un reparto tecnico e artistico generalmente sotto gli standard rivelano che il titolo nasce su mobile; sembra che in generale si parli di un gioco terribile mentre, al contrario, ci troviamo di fronte ad un puzzle game senza infamia e senza lode che si fa forte della sua larghissima selezione di mondi per intrattenerci anche in sessioni brevi.