Recensione Toukiden
Dite la verità, siete tra le fila di quei sonari incalliti che ancora portano impresse sul cuore le ferite dell’abbandono subito da parte di Capcom. E restii a mettere le vostre avide manine sull’oramai imprescindibile 3DS vi siete buttati a capofitto su Ragnarok Odyssey e Soul Sacrifice, nel tentativo di lenire i vostri tormenti nell’attesa di Freedom Wars e God Eater 2. Magari trascurando un titolo che, zitto zitto, è risultato uno dei più venduti (in patria) per PS Vita. Come non ne sapete nulla? Eppure solo poche settimane fa vi avevamo già parlato (proprio qua) di quel Toukiden che, seppur ancora acerbo come franchise, potrebbe davvero riuscire a mettere dolcemente la parolafine a questo tormentata storia di tradimenti.
di: Simone CantiniDite la verità, siete tra le fila di quei sonari incalliti che ancora portano impresse sul cuore le ferite dell’abbandono subito da parte di Capcom. E restii a mettere le vostre avide manine sull’oramai imprescindibile 3DS vi siete buttati a capofitto su Ragnarok Odyssey e Soul Sacrifice, nel tentativo di lenire i vostri tormenti nell’attesa di Freedom Wars e God Eater 2. Magari trascurando un titolo che, zitto zitto, è risultato uno dei più venduti (in patria) per PS Vita. Come non ne sapete nulla? Eppure solo poche settimane fa vi avevamo già parlato (proprio qua) di quel Toukiden che, seppur ancora acerbo come franchise, potrebbe davvero riuscire a mettere dolcemente la parolafine a questo tormentata storia di tradimenti.
Tutto inizia da un villaggio
Utakata, Giappone. Qua vive la setta degli Slayer, un manipolo di valorosi guerrieri incaricati di proteggere la popolazione dell’arcipelago dall’invasione degli Oni, creature demoniache apparse per la prima volta 8 anni or sono. Ovviamente spetterà a noi andare a rimpolpare le fila non certo copiose di questo nobile esercito, iniziando il nostro percorso come semplice recluta e finendo col divenire un elemento imprescindibile del villaggio montano di Utakata. Ovviamente non saremo soli in questo viaggio, ma potremo contare su altri Slayer, oltre che sugli abitanti del piccolo borgo, che avrà un ruolo attivo in tutta la vicenda, fungendo da vero e proprio quartier generale: qua, oltre che scegliere quale incarico intraprendere, potremo avere accesso all’imprescindibile fabbro, tramite il quale potremo forgiare una delle numerose armi od armature disponibili nel gioco. Non mancherà il classico mercante di oggetti ed equipaggiamenti, una fonte termale in cui potenziarci temporaneamente in vista della prossima battaglia ed il nostro fedele Tenko, un tenero animaletto simile ad una volpe che potremo inviare in missioni di ricerca. Indispensabile, inoltre, il tempio in cui potremo upgradare le nostre Mitama, ovvero l’elemento più innovativo messo in campo da Toukiden. Come vi abbiamo già accennato nel nostro precedente hands on, queste non sono altro che anime di guerrieri caduti in battaglia, le quali potranno essere recuperate sbaragliando gli Oni più potenti. Dotate ognuna di peculiari caratteristica (forza, difesa, agilità e via discorrendo) queste entità sovrannaturali potranno essere collocate all’interno della nostra arma, fornendoci un set di bonus passivi ed attivi. Se i primi varieranno semplicemente le statistiche del nostro Slayer, i secondi non sono altro che l’equivalente dei canonici incantesimi. Le Mitama presenti nel gioco sono davvero numerose ed il loro impiego e sviluppo permetterà di dare vita a strategie di gioco sempre variegate. Queste vanno a braccetto con i 6 stili di combattimento che è possibile scegliere in fase di creazione del nostro avatar, rendendo di fatto il combat system di Toukiden estremamente personalizzabile. E poi? Beh, poi si scende in campo, rigorosamente in terza persona, in questo action/RPG che ricalca in tutto e per tutto gli stilemi del genere: superate le missioni di routine, in cui dovremo liberare i vari territori dalle ondate di Oni di rango più basso, giungerà il momento di confrontarci con creature decisamente più ingombranti e temibili. Ed è qua che Toukiden raggiunge il suo apice, presentando scontri tutt’altro che banali e privi di mordente, in cui sarà prima necessario indebolire le varie parti del corpo dell’avversario, per poi tranciarle e purificarle (rendendole di fatto inutilizzabili) tramite la pressione del dorsale destro. Peccato che, come in tutte le produzioni del genere, la varietà delle varie missioni finisca ben presto con l’esaurire le sorprese, spingendo unicamente sul pedale della difficoltà: ma in fondo è questo che chiede l’appassionato delle cacce selvagge, quindi perché invertire la tendenza?
A cavallo di due mondi
Toukiden arriva in occidente, a differenza di quanto avvenuto in patria, unicamente in versione PS Vita ed il peso del suo essere stato sviluppato strizzando l’occhio anche alla meno performante PSP si avverte. Anche se in modo non troppo accentuato. Ovviamente non vanterà la pulizia e la costruzione poligonale di Golden Abyss, un Killzone: Mercenary o un Tearaway, ma il colpo d’occhio che Toukiden restituisce è senza dubbio più generoso di quanto ci saremmo mai aspettati. I personaggi sono dettagliatissimi, ognuno caratterizzato in modo minuzioso e anche il nostro alter ego non sfuggirà (per fortuna) a tale situazione: ogni cambiamento dell’equipaggiamento, tanto per dire, si rifletterà sul suo aspetto fisico, oltre che sulle mere statistiche. Anche le varie zone di caccia sono risultati più curate del previsto, senza dubbio più dettagliate di quelle viste in Soul Sacrifice. Dove la produzione di Omega Force soccombe al cospetto della creatura di Inafune-san è sul versante artistico: la riproduzione del Giappone feudale e della mitologia nipponica, per quanto eccellenti, non riescono a reggere il confronto con l’universo ed il bestiario che è possibile ritrovare nel gioco targato Comcept. Ottimo il doppiaggio in lingua originale, mente stona un po’ la mancanza di una sottotitolazione in italiano a cui è stato preferito l’inglese: per fortuna la complessità dei testi non è elevata e, a meno di essere totalmente digiuni della lingua di Albione, l’esperienza narrativa potrà procedere senza difficoltà.
C’è nessuno?
Interessante ma davvero difficile da giudicare. Non per negligenza nostra, sia chiaro, però il responso relativo alla componente multigiocatore di Toukiden non può essere fornito in maniera completamente oggettiva. Nel corso delle nostre sessioni di gioco, difatti, trovare altri Slayer in carne ed ossa disponibili ad affiancarci è stata un’impresa che definire ardua è un eufemismo. Fortunatamente, almeno in quelle rare scorribande in compagnia, il titolo Omega Force si è dimostrato impeccabile, garantendo un matchmarking assai snello ed un netcode decisamente stabile. È stato inoltre interessante notare come le funzioni online non si applichino alle missioni dello Story Mode, ma seguano un percorso alternativo, costituito da una progressione degli incarichi che si snoda in maniera indipendente. Fortunatamente, per chi rimpiangesse un aiuto umano nella campagna single player, l’ottima IA che anima i compagni che è possibile reclutare a Utakata riesce a sopperire egregiamente a tale lacuna.
Oh, fino ad ora eravamo stati molto bravi, non nominando mai quel gioco a cui Toukiden cerca in modo spudorato di avvicinarsi. E visto che siamo ligi alle nostre convinzioni, non lo citeremo neppure adesso. Anche perché il gioco Omega Force, pur ispirandosi profondamente a colui che non vuol essere nominato, riesce a proporre un’esperienza dotata di una propria personalità, pur non nascondendo il suo essere profondamente derivativo. Ciò che conta, però, è che il tutto è mescolato in modo intelligente e, cosa più importante, davvero divertente. Decisamente longevo e ricco di contenuti, Toukiden si inserisce di prepotenza all’interno degli hunting games, andando a colmare un vuoto solo parzialmente tappato 12 mesi fa da Soul Sacrifice.