Recensioni

Touikiden 2

di: IL.Davu

Nell’ultimo decennio abbiamo visto la proliferazione dei cosiddetti “Hunting Game“, merito sopratutto di una delle serie più famose di Capcom ossia Monster Hunter, vero proprio fenomeno di costume in terra nipponica.
Naturalmente tutta questa scia del successo ha generato tutta una serie di cloni ed emulazioni del titolo Capcom più o meno riuscite: sicuramente questo Toukiden 2 rientra in questa categoria ma va anche detto che prova a mettere farina del proprio sacco cercando di migliorare alcuni aspetti della serie di caccia più blasonata al mondo.

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Si torna a caccia

In questa recensione scopriremo insieme perché Toukiden 2 è la miglior alternativa attualmente presente sul mercato .
Vogliamo comunque fare una piccola premessa prima di lanciarci subito a sviscerare i vari aspetti positivi e non del titolo, al fine di confrontare con quello che ormai è il metro di paragone di tutti gli Hunting Game
ho deciso di giocare il titolo sulla piccolina di casa Sony (Playstation Vita) in modo da poter avere un’esperienza il più simile possibile alla serie apparsa sugli schermi del 3ds, detto ciò le valutazioni espresse in ambito tecnico tengono in considerazione il fatto di aver giocato su una handheld, quindi con un hardware sensibilmente meno performante rispetto alle varie console ammiraglie.
La serie Toukiden nasce inizialmente come esclusiva per Playstation Vita dalle menti di Omega Force, poi arrivata anche su Playstation 3 e Playstation 4, il primo episodio non ha avuto lo stesso successo riscontrato in terra nipponica anche qui in occidente ma le vendite sono comunque bastate per convincere gli sviluppatori a realizzare un seguito e portarlo anche dalle nostre parti.
Nella seconda incarnazione del titolo di Omega Force ci ritroveremo quindi di nuovo a cacciare gli Oni, demoni antichi facente parti del Folklore e della cultura giapponese.

multiplayer

Mondi aperti

Come in tutti i vari Hunting Game il fulcro dell’esperienza rimane la creazione e il continuo miglioramento dell’equipaggiamento del proprio alter ego: sappiate che ci sono vari fattori parametrici da tenere in considerazione ma non esiste un livello del proprio personaggio o nemmeno un albero di skill o abilità d’apprendere, quindi il nostro progredire sarà esclusivamente relegato al Item Level. Spieghiamo meglio: in base alla forza del proprio equipaggiamento il nostro personaggio sarà più o meno potente, ma c’è comunque la possibilità di apprendere abilità particolari con combinazioni di armi, armature e accessori; sicuramente in tal senso va rivisto qualcosa in termini di bilanciamento, in particolare nella nostra prova abbiamo trovato una combo di oggetti particolarmente efficace in grado di paralizzare qualsiasi cosa vi si pari davanti, boss compresi, con la conseguente realizzazione di esser diventati una vera e propria macchina da guerra.
Un’altra delle sorprese che ci ha regalato questo Toukiden 2 è stata quella di scoprire il completo abbandono della divisione in macro sezioni del titolo precedente, in favore di un più consono open world, puntualizziamo subito: ci troviamo di fronte a uno degli open world più grandi mai visti comparire su un handheld ma se lo paragoniamo alle recenti produzioni in ambito home console naturalmente non regge il paragone.
Anche la componente single player risulta di buona fattura e, anche se rimaniamo nella sfera del banale per quanto riguarda la trama principale, è comunque superiore a quella vista nella serie Capcom: ci troveremo di fronte a una vicenda legati ai viaggi nel tempo abbastanza stereotipata ma in ogni caso del tutto godibile, sopratutto se confrontata con quella offerta dalla maggior parte della concorrenza.
Anche come longevità ci attestiamo su una buona media in linea con gli altri competitor in questo genere, le missioni opzionali però, va detto, sono quasi tutte un copia e incolla delle predenti o semmai, quando ci sarà qualche variazione sul tema, si tratterà sempre e comunque di fetch quest in pieno stile MMO coreano.
Sicuramente a migliorare il nostro giudizio, per quanto riguarda la varietà, ci pensano le Operation. Pensate a delle orde dove ci ritroveremo a fianco di una squadra di cacciatori controllati dalla IA, davvero molto divertenti e appaganti che vi terranno incollati allo schermo qualche ora in più.
Sicuramente una nota di merito va anche all’end game del titolo, dove troveremo ad aspettarci i Boss più interessanti come meccaniche di scontro e naturalmente anche i relativi equipaggiamenti, non condividiamo appieno la scelta di slegare completamente queste sessioni di caccia dalla Main Scenario Quest, probabilmente una contestualizzazione di tali creature anche a livello di trama avrebbe sicuramente giovato all’immersione del titolo .
Un’altra delle differenze sostanziali rispetto al titolo Capcom risiede appunto nella possibilità di affrontare le varie Battaglie con gli Oni sia in solitaria, per avere un grado di sfida più impegnativo come avviene in MH, sia con altri Slayer comandati dall’IA. I vari personaggi apparsi in tutto il single player sono davvero di ottima fattura per quanto riguarda il design anche se a livello di caratterizzazione siamo su livelli basissimi: essi sono infatti privi di qualsiasi contestualizzazione e alle volte non sapremo nemmeno per quale motivo li troveremo in determinati punti.
Anche il mondo di gioco vi regalerà qualche sorpresa, infatti non sarà completamente aperto fin da subito ma con il completamento di alcuni obbiettivi otterremo dei nuovi teletrasporti che sbloccheremo delle zone del tutto inedite.
Il combat system ha un buon numero di combo da padroneggiare: per esempio abbiamo un tasto per l’attacco rapido, uno per quello caricato e un altro per la super poi, combinando i tasti con i dorsali, potremo utilizzare le mosse speciali del nostro personaggio in base al proprio equipaggiamento.
Anche se molto divertente e appagante il sistema di combattimento non gode della stessa raffinatezza e maturazione che  la serie di Capcom ha ormai acquisito nel corso di questi anni: diverse animazioni di lance e spadoni sono palesemente riciclate dai vecchi Dynasty Warriors, quindi risultano abbastanza legnose.

sword-shield

A piccoli passi

Un altra delusione è il framerate che rimane sempre sotto i 30 fps, non vi nascondiamo che, abituati ai 60 granitici (almeno su New 3ds) di Monster Hunter ci saremmo aspettati qualcosa di simile anche qui, visto l’hardware notevolmente superiore.
Queste cose tendono a minare un po’ l’esperienza di gioco e anche la valutazione complessiva perché in un titolo dove circa il 90% del tempo speso lo si passa combattendo, sicuramente sarebbe stato più saggio spingere sul numero di fotogrammi visualizzabili a schermo piuttosto che su una maggiore mole poligonale.
Una delle sorprese più gradite di questo secondo capitolo è assolutamente la Demon Hand che concettualmente è simile al braccio che possedeva Nero in Devil May Cry 4, giusto per rimanere in tema Capcom: alla pressione del touchscreen verrà richiamata questa mano che apre le porte a diverse soluzioni di gameplay oltre che afferrare per poi scaraventare qualsiasi nemico.
Una delle altre differenze rispetto ai vari hunting game risiede nella raccolta dei materiali per creare le proprie armature, infatti qui dovremmo generare una sorta di aura purificatrice che una volta completata raccoglierà tutti i materiali dai cadaveri o parti di boss appena recise, potrà sembrare poca cosa ma questo tatticamente cambia le carte in tavola potendo raccogliere subito i vari materiali non appena ci sia un attimo di respiro senza dove essere obbligati a raccoglierli a fine scontro.
Il multiplayer non ha visto grandi stravolgimenti: come sempre ci ritroveremo in 4 a dover cacciare Oni, questo è anche il miglior modo per ottenere equipaggiamento per completare la campagna e, se vi dedicherete alla raccolta di tutti i materiali per creare le migliori armature, sicuramente sarà una esperienza che terrà ancora per molto accese le vostre console.
Un’altra cosa che ci ha fatto storcere il naso è che la prima persona che prenderà la quest la assegnerà di conseguenza in automatico anche a tutte le altre presenti nella lobby quindi, come si può ben immaginare, il tutto si traduce in una corsa repentina per arrivare per primi dall’NPC.
Per quanto riguarda il lato tecnico su Vita è stato fatto un piccolo miracolo, non vediamo più gli ambienti spogli del primo capitolo ma davanti ai nostri occhi si presenta un buon open world trasudante vita e dettagli. il sonoro non è certo da oscar ma tutto sommato possiamo ascoltare alcune tracce di discreta fattura.
Anche sul versante longevità ci attestiamo su un buon numero di ore: la nostra run ad esempio è stata portata a termine in 25 ore ignorando qualsiasi missioni secondaria, aggiungendo i compiti opzionali probabilmente si può arrivare tranquillamente sulle 50 ore.
Un’altra scelta abbastanza discutibile dei ragazzi di Omega Force è stata quella di aver voluto inserire nel titolo il Cross Play e Cross Save, ma non il Cross Buy, quindi saremo costretti ad acquistare il titolo su più piattaforme nel caso dovessimo decidere di portarlo avanti su più sistemi.

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Touikiden 2 rimane sicuramente la miglior alternativa a Monster Hunter per quanto riguarda gli Hunting game: la struttura open world giova tantissimo al titolo regalandoci uno dei titoli a mondo aperto tutto sommato più grandi che si siano mai visti su una portatile, il multiplayer non aggiunge niente di nuovo ma sarà sicuramente un attività che vi terrà impegnati a lungo se decidete di cimentarvi con la raccolta di tutti i pezzi d’equipaggiamento.
Ma va detto che purtroppo gli scontri non godono di quella epicità e profondità tattica con cui la serie Capcom ci ha abituati mentre la trama invece mostra qualche margine di miglioramento ma niente di troppo impegnato.
Questo titolo rimane consigliassimo comunque a chi ha fame di un nuovo Monster Hunter oppure anche a chi non possiede una console Nintendo e vuole cimentarsi nel fantastico mondo delle Cacce, inoltre rappresenta il miglior punto d’ingresso per una persona che si avvicina per la prima volta nel mondo degli Hunting Game merito grazie anche del generale livello di difficoltà tarato verso il basso.
Tuttavia i fan storici della serie di Capcom che cercano dei combattimenti molto serrati e con un alto tasso di sfida farebbero bene a guardare altrove.