Recensioni

Recensione Toss!

di: Simone Cantini

Lo avrò già scritto altre volte in una delle precedenti recensioni, sicuramente in ottica VR, ma i tempi in cui i videogiochi si potevano considerare esclusiva dei sedentari più incalliti è definitivamente tramontato. Soprattutto dal momento in cui i controller di movimento si sono fatti largo nel vasto panorama videoludico, per non parlare poi di quando si sono avvicinati ai nostri cari (ed ingiustamente bistrattati) visori. Già, perché anche solo considerare un titolo come Toss! un rilassante e passivo passatempo, dopo aver generato abbondanti dosi di succoso sudore di gamer (uno degli elementi più rari sul nostro pianeta!), potrebbe risultare la più clamorosa topica mai presa in assoluto. Al netto del suo apparire pacioccoso e colorato, difatti, il titolo Agera Games nasconde sotto questa innocente patina una natura assai subdola e dinamica che, unita ad un gameplay tanto semplice quanto divertente, potrebbe portare a fare, come me, la gioia delle vostre lavanderie di fiducia.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

È l’unico frutto dell’amor…

Vabbè, ci sarebbe anche un trama in Toss!, ma è quanto di più pretestuoso e futile ci possa essere. Senza perdersi troppo in fronzoli, il titolo ci presenta una scimmia spaziale, ovviamente dai noi impersonata, che si ritrova a naufragare con la propria navicella su di un lontano ed etereo pianeta. Accolto da un simpatico robot volante, che non stonerebbe affatto nel coloratissimo mondo di Astrobot, il nostro primate scoprirà che l’unico modo per riprendere il viaggio sarà quello di recuperare alcune banane, disseminate lungo un’ottantina di percorsi aerei sparsi lungo la superficie di questo soffice e nuvoloso corpo celeste. In definitiva ci troviamo, come tante altre volte, al cospetto di un mero pretesto, utile soltanto a dare una piccola giustificazione al gameplay di Toss!, che altro non è che un puzzle/platform in prima persona, che richiederà colpo d’occhio, prontezza di riflessi ed un po’ di sforzo fisico per poter essere domato a dovere.

…sì, è la banana

Il gameplay della produzione è tanto semplice da descrivere, quanto ostico da padroneggiare a dovere, dato che dopo una decina di stage utili a prendere confidenza con l’intuitivo sistema di controllo, ci sbatterà con noncuranza in faccia tutto il suo sadico e complesso design. Ciascun livello sarà composto da alcuni appigli sospesi nel cielo, che potremo raggiungere semplicemente afferrando con una mano, grazie ai trigger presenti nei controller Sense, per poi darci fisicamente lo slancio nella direzione desiderata, e ripetere così da capo il loop. Ovviamente, dopo il primo impatto tutto sommato assai morbido, come già detto, inizieranno a sorgere i primi problemi, incarnati da un level design sempre più complesso, a cui si affiancheranno anche elementi di disturbo, come pareti scivolose, superfici elettrificate e molto altro. Il tutto, però, non cambierà mai il nostro obiettivo principale, che sarà quello di raggiungere l’uscita, rappresentata da un gigantesco pulsante verde da schiacciare con una delle nostre pelose appendici. Un concetto tanto esile quanto assuefacente, che si alimenta grazie ad una serie di semplici stratagemmi ludici, in grado di amplificare notevolmente la già ragguardevole longevità di Toss!. Se è vero che, come detto, per completare un livello sarà sufficiente raggiungere il suddetto bottone, già dopo aver superato il primo percorso il titolo ci proporrà delle sfide in-game accessorie, che spazieranno dal raccogliere alcuni frammenti di banana (posti naturalmente in posizioni non sempre semplici da raggiungere), al completamento dello stage entro un tempo limite, oppure senza superare un determinato numero di prese. Summa di tutto quanto, capace di far trascorrere ore ed ore in cerca del balzo perfetto, saranno le classifiche online, che riusciranno a tirare fuori l’animo competitivo che è in ciascuno di noi, grazie anche alla possibilità di gareggiare contro i fantasmi dei player che ci precedono in graduatoria. A completare il tutto ci pensano un paio di modificatori, livelli segreti e la possibilità di personalizzare i polsini del nostro avatar, grazie ad alcune ricompense che ci verranno elargite completando appositi task. Un pacchetto, pertanto, assai completo e variegato, capace di adattarsi a qualsiasi tipologia di giocatore, sia questi uno sfrenato completista che un semplice balzellatore virtuale.

Mi è salita la scimmia!

Considerati i 300 megabyte e spiccioli in cui è racchiusa l’esperienza di Toss!, sarebbe assai sciocco attendersi un comparto tecnico sbalorditivo ed un insieme di effetti speciali in grado di rivaleggiare con Horizon Call of the Mountain. Ed infatti il titolo Agera Games non fa assolutamente niente di tutto questo, ma si limita a proporre un comparto grafico estremamente pulito ed essenziale, caratterizzato da un mood colorato e cartoonesco assai calzante ed azzeccato, sebbene il tutto tenda un po’ a risultare alla lunga ripetitivo. A risollevare le sorti del tutto ci pensa, quindi, il comparto audio, che può vantare una colonna sonora completamente fuori di testa, accompagnata da un’effettistica a tratti davvero esilarante, capace di strapparvi un sorriso anche in occasione dell’ennesima (ENNESIMA!) caduta nel vuoto.

La semplicità è alla base del concept su cui si regge Toss!, ma non per questo la produzione Agera Games deve essere oggetto del nostro biasimo, anzi. Come fulcro del successo dell’esperienza, difatti, troviamo il suo intuitivo gameplay ed il level design volutamente bastardo che lo accompagna, capaci di dare vita ad un bizzarro puzzle/platform divertente ed appagante, complice anche la sua progressione assai stratificata. Un’ulteriore freccia all’arco del titolo disponibile per realtà virtuale, difatti, è il suo proporre varie modalità di approccio agli stage, capaci di presentare una sfida adatta ad ogni tipo di giocatore, dal casual all’hardcore, senza che questo vada ad influire sulla bontà del tutto. Certo, il prezzo da pagare è quello di sudare un bel po’ prima di poter tornare a fluttuare nel cosmo, ma in fondo va bene così.