Recensione Tiny Trax
di: Simone CantiniA molti di voi il nome Polistil non dirà assolutamente nulla, ma per quelli della mia generazione anche solo udire queste poche lettere non potrà fare a meno di far scorrere lungo la schiena un piacevole brivido nostalgico. Sì, perché quello era il nome che identificava le mitiche piste delle macchinine, casalinga riproduzione in scala dei più avvincenti duelli della Formula 1, per quanto relegati all’interno di tutt’altro che appassionanti ed imprevedibili corsie guidate. E di quella scatola rossa, con sopra stampato il faccino non proprio integro del buon Niki Lauda, ho ancora impresso nella mente un indelebile ricordo, solleticato oggi da quel Tiny Trax sviluppato dai ragazzi di FutureLab.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Seguiam la scia…
In fondo parte proprio da questo vetusto, ma non certo dimenticato, divertimento fisico l’idea che sta alla base del gameplay di Tiny Trax: quattro vetture colorate si sfidano all’interno di un gruppo di circuiti completamente fuori di testa, alternandosi lungo due corsie guidate. Obiettivo, oltre a quello di tagliare il traguardo per primi, sarà quello di scegliere di volta in volta quella più adatta per affrontare le curve, prestando contemporaneamente attenzione a non sbandare, finendo così per fermarsi e perdere preziosi secondi. Il drifting, oltre che a mantenere la nostra andatura, sarà indispensabile per riempire la barra del turbo, nostra unica arma a disposizione (assieme alla nostra abilità di piloti, ovviamente) per distanziare con relativa facilità i nostri avversari. Per riuscire nell’impresa, oltre a dosare in maniera corretta l’accelerazione del mezzo, dovremo fare attenzione a mantenere la piega della nostra vettura all’interno di un range indicato a schermo da un apposito indicatore. Tutto molto semplice, almeno in apparenza, ma che una volta scesi in pista si dimostrerà ben più arduo del previsto. Già, perché basandosi esclusivamente sulla nostra abilità, data l’assenza di un qualsiasi power up accessorio, venire a capo delle sfide proposte da Tiny Trax richiederà una precisione ed una cura delle traiettorie davvero certosina, complice anche una IA avversaria davvero tosta, talmente capace di dare del filo da torcere a noi poveri umani che il team è stato costretto a ridimensionarla attraverso una patch.
Progressione assente
Questo, ovviamente, se scegliamo di imbarcarci in uno dei tre campionati disponibili offline, i quali altro non sono che funamboliche palestre utili a farci prendere confidenza con le meccaniche di gioco e la struttura dei numerosi tracciati presenti nel gioco. Questi ultimi godono di una cura realizzativa che rasenta il maniacale, sia per geografia che perizia artistica: sfrecciare sotto la superficie marina, gettarsi a capofitto in una spirale sulle pendici di un vulcano, oppure semplicemente scivolare lungo paraboliche ghiacciate, sono solo un piccolo esempio della piacevole follia creativa messa in campo dal team inglese. Meno appariscente, invece, il parco auto disponibile, dato che le differenze tra la manciata di mezzi messa a nostra disposizione sarà puramente estetica. È innegabile, però, come l’aspetto meramente realizzativo sia uno dei punti di forza di Tiny Trax che, per quanto non sfrutti in maniera imprescindibile il supporto della realtà virtuale, non potrà fare a meno di lasciarvi piacevolmente stupiti. Colpisce meno il gameplay, che cede proprio sotto il peso della sua estrema semplicità: una volta presa confidenza con i controlli, difatti, l’esperienza proposta da FutureLab si è dimostrato un po’ troppo esile, rivitalizzato unicamente dalla possibilità di competere online contro altri umani. In questo caso il divertimento, come sempre, si amplifica notevolmente, pur permanendo l’assenza di una qualsiasi forma di progressione: sarebbe bastato legare le nostre performance allo sblocco di elementi di personalizzazione per il nostro hub, il mezzo o un eventuale avatar, di modo da spingere il giocatore a migliorare le prestazioni. Ovviamente tutto, vista la cura da sempre riposta dal team nelle sue produzioni, può essere sempre migliorato in corsa per mezzo di update gratuiti, ma resta sempre l’amaro in bocca (come purtroppo accade spesso per i titoli VR) per un titolo che nasce da ottime premesse, che hanno finito per essere sviluppato un po’ troppo con leggerezza.
Tiny Trax è semplice e divertente, ma proprio a causa di questa sua risicata complessità non riesce a svettare all’interno delle produzioni destinate al PlayStation VR. Il gioco c’è, le meccaniche sono comunque ben strutturate e pensate, ma l’assenza di una qualsiasi forma di progressione finisce per ridurre il tutto ad un piccolo ed innocuo (per quanto ben confezionato) passatempo. Il che, vista la natura assurdamente brillante dei circuiti, finisce per collocarlo all’interno della categoria delle occasioni mancate di un soffio.