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Recensione Thomas Was Alone

Le cose semplici sono le migliori" dice un vecchio saggio e non possiamo che essere d'accordo giocando a Thomas Was Alone. Così mentre gli sviluppatori tripla A sono alla ricerca del fotorealismo e i produttori indipendenti sono alla ricerca di un tocco artistico ispirato, la creatura di Mike Bithell cerca la semplicità dimostrando a tutti che a volte possono bastare poche linee geometriche per lasciare il segno nell'industria videoludica.

di: Luca Saati

Le cose semplici sono le migliori” dice un vecchio saggio e non possiamo che essere d’accordo giocando a Thomas Was Alone. Così mentre gli sviluppatori tripla A sono alla ricerca del fotorealismo e i produttori indipendenti sono alla ricerca di un tocco artistico ispirato, la creatura di Mike Bithell cerca la semplicità dimostrando a tutti che a volte possono bastare poche linee geometriche per lasciare il segno nell’industria videoludica.

Mai più soli

Thomas è un rettangolino rosso che, come suggerisce il titolo del videogioco, si trova da solo all’inizio dell’avventura. Avanzando per i livelli fa la conoscenza di nuovi personaggi, ognuno con caratteristiche e abilità uniche: Chris è un quadratino di piccola statura grazie alla quale riesce ad infilarsi nei condotti più stretti ma i suoi chili di troppo non gli permettono di saltare troppo in alto, John è uno spilungone alto e giallo capace di fare grandi salti, Claire è un grosso quadrato blu che riesce a galleggiare in acqua, Laura all’apparenza sembra inutile ma si dimostra un utile trampolino per far saltare più in alto i suoi compagni, James è un rettangolino verde la cui gravità funziona al contrario e infine abbiamo Sarah che è capace di fare un doppio salto. Ognuno di questi personaggi ci viene presentato mano a mano che procediamo nell’avventura e rappresentano il cuore pulsante del gioco sia per quanto riguarda il gameplay che la narrazione.
Il gameplay risulta semplicissimo, stiamo parlando infatti di un puzzle/platform in cui bisogna superare una serie di livelli facendo arrivare tutti i personaggi a destinazione. In ogni livello ci viene chiesto di affrontare tutta una serie di puzzle sfruttando le caratteristiche uniche di ogni personaggio passando dal controllare l’uno o l’altro con la semplice pressione di un tasto. Gli enigmi che si affrontano nel corso dell’avventura sono davvero ben fatti soprattutto quando nella seconda parte entra in gioco anche la gravità, ma purtroppo si dimostrano eccessivamente facili e non chiedono un enorme sforzo intellettivo. La sensazione è che il tutto sia stato costruito apposta per permettere ai giocatori di godere al massimo dell’ottima componente narrativa che coinvolge l’intera produzione.
La storia è quindi il fiore all’occhiello di Thomas Was Alone che ci viene narrata da un narratore onnisciente che racconta gli umori dei personaggi trattando diversi temi come la solitudine, l’amicizia e l’amore con tocchi di umorismo e di malinconia risultando brillante, coinvolgente e divertente allo stesso tempo. Peccato solo per la sua longevità davvero breve visto che l’avventura si riesce a completare in circa tre ore.

Mondo squadrato

Tecnicamente il videogioco di Mike Bithell si presenta piuttosto semplice ma non per questo brutto da vedere, anzi il colpo d’occhio è piuttosto piacevole con alcuni tocchi di classe come la realizzazione dell’acqua che emana un bagliore particolare, le ombre dei rettangoli o le figure che si muovono sullo sfondo. Il tutto è poi accompagnato da un buon level design.
Grandissima cura è stata riposta nella componente sonora . Ottimo il doppiaggio (in inglese) del narratore che può vantare la voce Danny Wallace (Shaun della serie Assassin’s Creed) e splendida la colonna sonora composta da David Houdsen che si adatta in modo perfetto a ogni situazione e agli umori che i personaggi provano in quel momento.

Commento finale

Come dicevamo nell’introduzione a questa recensione Thomas Was Alone è un videogioco semplice. Peccato che risulta essere semplice anche nella sua difficoltà, che propone un livello di sfida decisamente basso con delle meccaniche di gioco che avrebbero meritato un maggiore approfondimento. Per fortuna a bilanciare il tutto c’è un’ottima componente narrativa accompagnata da un comparto audio/visivo che svolge egregiamente il suo lavoro. Giocare Thomas Was Alone è stata un’esperienza piacevolissima che consigliamo a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso dal solito spara spara o ammazza i demoni a colpi di arma bianca.

  • Doppiaggio e colonna sonora d’eccezione
  • Bel look estetico

  • Grande componente narrativa…

  • …Peccato che mette in secondo piano il gameplay con un basso livello di sfida

  • Avventura piuttosto breve