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Recensione This Is The Police 2

di: stefano.pet

Nella carriera di ogni videogiocatore c’è almeno un momento in cui si inizia un gioco senza saperne praticamente nulla, magari perchè te lo hanno regalato o perchè ne parlano tutti bene. Questa è la situazione in cui ho iniziato This Is The Police 2, un titolo che, nel bene e nel male, è stato sorprendente.

This is the police 2 è sviluppato da Weappy Studio e pubblicato da THQ Nordic ed è uscito a distanza di due anni dal primo capitolo. Non è collocabile in un’unica categoria in quanto racchiude in se almeno tre generi: gestionale, strategico graphic novel. 

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Benvenuti a Sharpwood

Giochiamo nei panni di Jack Boyd, scappato da Freeburg dopo i fatti del primo capitolo. Si è rifugiato nella periferia di Sharpwood dove, tra una bottiglia di whisky e l’altra, cerca di passare la pensione nascondendosi e sostentandosi con i fondi illeciti ottenuti nel suo precedente lavoro. La cosa va avanti fino a che la polizia, sulle tracce di una banda locale, si imbatte nella sua casa grazie a una chiamata anonima e, trovando la refurtiva di Jack, lo sbatte in cella.

Durante la sua detenzione fa la conoscenza di Lilly Reed, che aiuta nella risoluzione di un caso. La ragazza si ritrova a dirigere il dipartimento a seguito di un agguato che ha decimato i suoi colleghi e chiede a Boyd di aiutarlo. Saremo così chiamati al comando di agenti che spazieranno dal competente all’ubriacone, nel tentativo di mandare avanti il dipartimento e mantenere segreta la nostra identità.

Un simulatore di polizia

Il gameplay è la parte sorprendente di questo gioco in quanto racchiude quattro fasi di gioco completamente diverse tra loro che, sia per gusto personale che per scelte del team di sviluppo, portano con sé sia il bene che il male di questo titolo.

Innanzitutto c’è la trama, in stile graphic novel noir, che si sviluppa come fosse una serie tv alla fine di ogni giornata lavorativa e con la quale possiamo interagire, abbastanza superficialmente, attraverso delle scelte. Questa parte del gioco è molto interessante da un lato, ma anche assai lenta come ritmo, cosa che potrebbe portare molti giocatori a saltare i filmati di gioco. Una storia molto più che intrigante però salva in calcio d’angolo questa fase che, raccontata con un ritmo migliore, sarebbe stata al di sopra di tanti giochi di questo genere presenti sul mercato.

La seconda parte del gameplay è quella che occuperà la maggioranza del tempo di gioco ed è quella gestionale. Giorno per giorno dovremo gestire il personale scegliendo i turni di lavoro, assegnando gli equipaggiamenti a disposizione del dipartimento e decidendo come reagire alle loro richieste. Ogni agente avrà un’esperienza, rappresentata da un numero, e delle caratteristiche che saranno fondamentali nell’assegnazione dei compiti. Entrambe possono essere migliorate avendo successo nelle chiamate. I poliziotti avranno anche una barra di energia al termine della quale potrebbero chiedere di essere congedati per un certo periodo di tempo o, nel peggiore dei casi, addormentarsi sul lavoro con conseguenze che possono portare persino al ferimento o alla morte dell’agente stesso.

Una volta fatte le nostre scelte saremo posti davanti alla mappa della città e arriveranno delle chiamate. La maggior parte saranno di emergenza o compiti, che analizzeremo subito, le altre saranno casi o azioni tattiche che vedremo più avanti.

Mentre per i compiti potremo assegnare qualsiasi agente, che potrà comunque rifiutarsi di farci un piacere se non ha un buon rapporto con noi, per le chiamate dovremo raggiungere un livello di esperienza minimo e, quindi, scegliere gli agenti adatti tra quelli disponibili. Una volta arrivati a destinazione decideremo noi come agire in base alla situazione, all’equipaggiamento a disposizione e alle caratteristiche degli agenti: ogni chiamata potrà spaziare da un semplice falso allarme, a una protesta pacifica fino a situazioni più gravi come stupri ,rapine o sparatorie. Potrà essere sufficiente parlare con calma oppure sarà necessario usare la forza, la scelta è sempre nostra. La chiamata può avere successo e darci esperienza o avere conseguenze negative che vanno dalla semplice perdita dell’esperienza stessa, fino al ferimento dell’agente o persino la morte dello stesso.

Durante la giornata gli agenti possono farci delle richieste e qui viene la nota dolente del titolo: mentre alcune sono lecite, come la richiesta di partecipare al funerale di un collega morto il giorno prima, altre sono assolutamente fuori luogo e spaziano dal presentarsi al lavoro ubriachi o chiedere un permesso perché hanno lasciato la stufa accesa. La cosa sarebbe anche simpatica se non avvenisse con un ritmo troppo incalzante. Infatti capita molto spesso che, tra rifiuti di partecipare ad un turno, richieste senza logica e assenze ingiustificate, ci troveremo con un personale ridotto all’osso. L’unica cosa che si può fare in questo caso è riassegnare il poliziotto a Lilly senza avere indietro un sostituto, e peggiorando i rapporti con uno o più agenti. Spesso ci troveremo a pensare di stare gestendo una scuola materna anziché un dipartimento di polizia.

La terza fase del gameplay è una fase di deduzione logica: alcune chiamate si trasformeranno in veri e propri casi. In tale situazione dovremo mettere, giorno dopo giorno, agenti ad indagare per raccogliere le prove ed arrivare, disponendo la giusta sequenza di eventi, ad un colpevole. Questa sezione toglie molte risorse umane al dipartimento e può essere un’arma a doppio taglio in caso di arresto sbagliato, quindi la sua gestione va ponderata bene. Personalmente è la fase di gameplay che meno mi è piaciuta del gioco, in quanto poco intuitiva, molto lenta nello svilupparsi e troppo dispendiosa.

La quarta porzione del gameplay, che è anche la mia preferita, è quella strategica. Alcune chiamate saranno dei veri e propri raid da gestire con attenzione. Come fosse un gioco a parte, la grafica cambierà proponendoci una visuale isometrica dell’ambiente e mettendoci davanti ad un gioco a turni, in cui dovremo cercare di arrestare o uccidere i criminali senza subire perdite, o per lo meno limitandole. Qui entreranno in campo caratteristiche extra dei poliziotti, come il saper forzare una finestra o l’essere silenziosi nell’arrivare alle spalle di un criminale, e la scelta della squadra farà la differenza tra un successo e una strage di agenti. Questa fase di gioco è, a mio avviso, la più divertente, ma anche la più frustrante, in quanto una mossa sbagliata può portare al disastro anche dopo un assalto stealth ben organizzato. Queste missioni possono essere ripetute in caso di fallimento e i criminali non cambiano moveset tra un tentativo e l’altro, ma la lunghezza delle stesse potrebbe portare, alla lunga, alla rinuncia da parte del giocatore.

A fine giornata verrà fatto un resoconto e verremo premiati in base ai risultati ottenuti con delle linguette di lattina, usando le quali potremo acquistare nuovi agenti o equipaggiamento. In caso di risultato in negativo per tre giorni consecutivi ci verrà tolto il mandato e, di conseguenza, la possibilità di proseguire nella storia.

In generale siamo di fronte a un gameplay vario e articolato che, superato lo step introduttivo iniziale inutilmente lungo e noioso, ci tiene incollati per ore davanti allo schermo. Alla lunga, però, i difetti del gioco prendono il sopravvento.

Pochi poligoni, ma buoni

La veste grafica di This Is The Police 2 è piuttosto semplice, ma allo stesso tempo molto efficace. Tutto il gioco ha uno stile anni ’90 che ricorda i primi Alone In The Dark, con pochi dettagli, ma una pulizia generale ottima e animazioni fluide.

La storia è narrata alternando filmati dalla struttura piuttosto semplice a sezioni in stile fumetto, che si sposano bene con lo stile del gioco e, al contempo, rallentano troppo il ritmo della narrazione.

La fase gestionale presenta una grafica semplice, ma funzionale, con le scelte da effettuare poste tutte sotto forma di testo e le situazioni mostrate sotto forma di immagini.

Per le sessioni tattiche è stata scelta una classica visuale isometrica, con stanze che si illuminano solo quando un agente è in grado di vederci dentro. Il tutto sempre in uno stile noir, coerente con il resto del gioco. Questa è la sezione del gioco che rende di più anche sotto il punto di vista estetico, oltre che per quello ludico.

Il gioco è interamente doppiato in inglese con sottotitoli in italiano. Il doppiaggio è superiore alle aspettative per un gioco con questo budget, degno di produzioni di maggiore caratura.

This Is The Police 2 è un titolo adatto a chiunque ami i gestionali, ma può sorprendere con molte ore di gioco anche chi è poco avvezzo a questo genere di produzioni. Ha un alto livello di rigiocabilità in quanto le dinamiche ludiche funzionano bene anche senza seguire la storia. Un mix tra frustrazione dovuta alle continue richieste assurde degli agenti, eccessive penalizzazioni degli errori sia nelle chiamate che negli assalti e ritmo lento della narrazione, potrebbe portare il giocatore ad accorciare la durata generale dell’esperienza.