Recensione The Walking Dead: Saints & Sinner- Chapter 2: Retribution
di: Simone CantiniAltro giro, altro porting, visto che questo sembra essere il trend che caratterizza la line up di PSVR2, al netto di qualche piacevole eccezione. E così, dopo aver giocato a Moss e seguito, After the Fall e Zombieland, è giunto il momento di parlare anche di un’altra produzione a base di morti viventi e violenza, ovvero The Walking Dead: Saints & Sinner- Chapter 2: Retribution, lunghissimo titolo dietro al quale si cela il secondo capitolo di una serie già giocata sul vecchio headset Sony, ma che torna oggi in forma decisamente più smagliante che mai. Saremo in grado di resistere agli orrori che si annidano per le strade di questa New Orleans post apocalittica, in compagnia del loquace e spietato Turista?
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Su e giù per il Bayou
Confesso di non aver giocato il precedente episodio della serie sviluppata da Skydance Interactive, quindi mi sono trovato decisamente spaesato una volta catapultato nella New Orleans che fa da sfondo alle vicende di The Walking Dead: Saints & Sinner- Chapter 2: Retribution. Certo, non manca un piccolo recap di quanto (idealmente) giocato in precedenza, ma si tratta di una breve sezione che, in una scarsa manciata di minuti, getta letteralmente in faccia al player una mole ingente di informazioni, di difficile contestualizzazione e non certo in grado di offrire una panoramica del background globale. Un processo che, per certi aspetti, si applica anche allo stesso gameplay, che viene introdotto in maniera alquanto blanda e superficiale, limitandosi a fornire un’esile panoramica in merito al combat system della produzione. Questo si baserà su due slot per armi, poste alla cintura, più uno strumento di offesa collocato sulle nostre spalle (che sia una mazza in odor di Negan o un letale fucile da cecchino poco importa). Sarà possibile impugnare in ogni momento l’oggetto preferito, e per utilizzarlo non dovremo fare altro che muovere le braccia come nella realtà: tutto molto semplice ed intuitivo, oltre che dannatamente soddisfacente, complice un feeling ed un feedback dei colpi, sia ranged che all’arma bianca, davvero esaltante. In tal senso, gli sforzi dei programmatori sono da lodare, vista la corposa varietà di strumenti messi a nostra disposizione, ognuno caratterizzato dal proprio meccanismo di offesa. Naturalmente, essendo dei comuni esseri umani, per quanto induriti dalle vicende, non potremo dimenarci come forsennati, dato che dovremo scendere a compromessi con la nostra energia, in perfetto stile soulslike: occhio, quindi, a gestire le energie, per evitare di doversi trovare inermi ad affrontare un nutrito gruppo di non morti. Così come un occhio di riguardo dovrà essere rivolto alla resistenza delle nostre armi bianche che, dopo un certo numero di utilizzi, si trasformeranno in rottami, buoni solo per essere riciclati.
Chi siamo? Dove andiamo? E perché?
Per un aspetto immediato e tutto sommato ben tratteggiato dal tutorial, però, vi sono numerose meccaniche che sembrano essere date quasi per scontate da The Walking Dead: Saints & Sinner- Chapter 2: Retribution. Mi riferisco in particolar modo al sistema di crafting e all’esplorazione, entrambi lasciati alle intuizioni del giocatore. Nel primo caso, dovremo prendere dimestichezza con i banchi di lavoro presenti presso il nostro accampamento, che ci richiederanno di riciclare i materiali recuperati nel corso delle missioni, per poter così aumentare il nostro livello nelle 4 categorie in cui sono divisi e sbloccare così le varie creazioni. Non si tratta di una meccanica di stampo survival completamente inedita, ma un piccolo accenno per i neofiti non avrebbe guastato. Relativamente all’esplorazione, data l’assenza di qualsiasi tipo di indicatore missione sulla mappa di gioco (contenuta in un taccuino che potremo consultare in tempo reale in ogni momento), sarà davvero ostico riuscire a capire dove dovremo recarci di volta in volta, almeno nelle prime missioni o fino a quando non avremo preso dimestichezza con le varie zone di New Orelans. Proprio questo senso di spaesamento, per quanto ben calzante con le atmosfere generali del gioco, va ad affiancare la difficoltà non certo morbida della produzione, situazione che rende le prime ore di gioco assai provanti in quanto a curva della difficoltà, situazione che potrebbe portare i meno pazienti a mollare anzitempo il tutto. Il che è un vero peccato, dato che una volta metabolizzato e compreso, il mix di avventura/FPS/survival che è alla base di The Walking Dead: Saints & Sinner- Chapter 2: Retribution risulta essere davvero appagante e divertente, nonostante una storia di fondo non certo memorabile e avvincente a 360°. Trovarsi però a vagare nella notte, sentendo in lontananza (ma neppure troppo) i raccapriccianti lamenti dei non morti, rischiarati unicamente dalla flebile luce della nostra torcia, mentre siamo costretti a gestire un risicato inventario e delle armi in procinto di rompersi, è un’esperienza capace di rendere giustizia alla realtà virtuale.
Il vestito nuovo dell’imperatore
Fiore all’occhiello di questo porting diretto a PSVR2 è, senza ombra di dubbio, il rinnovato comparto tecnico della produzione, che si presenta all’appello in forma più smagliante che mai rispetto al proprio passato. Il boost tecnico, in tal senso, è difatti davvero macroscopico, come dimostrano i video di confronto che è possibile trovare in rete. Ci troviamo al cospetto di un drastico restyling, capace di regalarci un’immagine ancora più pulita e definita, grazie anche alla revisione dei modelli poligonali di ambiente e personaggi, il cui stile ricorda molto quello del fumetto originale, oltre che delle produzioni legate al brand firmate Telltale. I controller Sense ed il tracking generale, inoltre, riescono a iniettare nuova linfa vitale rispetto all’iterazione per il precedente headset, garantendo una fluidità ed una naturalezza di gesture e movimento davvero apprezzabile, per quanto manchi il colpevole supporto ad una meccanica sottovalutata come il tracking oculare. Ottimo anche il comparto audio che, soprattutto se giocheremo in cuffia, ci permetterà di apprezzare la gestione tridimensionale delle varie fonti sonore. A voler essere pignoli, si potrebbe avere qualcosa da ridire sullo spawn casuale degli zombie che, in più di un’occasione, mi sono improvvisamente comparsi alle spalle anche dopo aver apparentemente ripulito una specifica area: capisco il voler far sentire il player costantemente in pericolo, ma almeno un minimo di pianificazione concedetecela. Da lodare, invece, la presenza di una puntuale localizzazione testuale per quanto riguarda parti scritte e voci.
Sarà anche un semplice porting, ma parliamo comunque di un lavoro che giustifica davvero l’esborso richiesto da The Walking Dead: Saints & Sinner- Chapter 2: Retribution (più contenuto se si possiede la Tourist Edition per PSVR1). L’incarnazione per il nuovo visore Sony, difatti, ci restituisce un gioco migliorato sotto ogni punto di vista, sia il mero comparto tecnico/estetico che la pura fruizione del gameplay. La libertà garantita dal nuovo hardware, e periferiche annesse, rende pienamente giustizia ad un concept ludico interessante ed appagante, per quanto assai complesso da domare se si è digiuni del precedente capitolo. Le pecche maggiori, difatti, si celano tutte nella volontà di gettare il giocatore nel bel mezzo della mischia, dando per scontate conoscenze che i nuovi utenti potrebbero non possedere. Una volta scesi a compromessi con questa ripida curva della difficoltà, però, girovagare per questa peculiare New Orleans spietata e fatiscente non potrà che essere fonte di estrema soddisfazione.