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Recensione The Talos Principle II

di: Marco Licandro

The Talos Principle II. Chi ha giocato il puzzle game creato da Croteam, sa che questo secondo capitolo dovrà evolvere la vincente formula, ed è normale anche come recensore approcciare questo gioco con una certa aspettativa, ma anche un certo timore. Dopo svariate, moltissime ore spremendo le meningi e ammirando lo schermo meravigliati, siamo finalmente arrivati ad una considerazione, che esporremo subito dopo il salto.

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Un inizio ingannevole

The Talos Principle II inizia esattamente come il primo. Ci ritroveremo in una ambientazione pressoché identica, risolvendo puzzles sin da subito anch’essi pressoché identici a quanto già visto. Sappiamo già come funziona: risolviamo ogni puzzle per recuperare un pezzo tetriniano, ancora e ancora, per ottenerli tutti, così da immetterli in ordine in una scacchiera e far sì che il portone si apra. Ripetiamo, e ripetiamo, e così per tutti i vari puzzle che offrono una difficoltà elementare, sempre con questa voce onnisciente che ci parla e ci guida.

Ma una volta completata questa fase che funge praticamente da tutorial, accade l’inaspettato: il gioco cambia.

Sono passati migliaia di anni dal primo capitolo, e ci risveglieremo sotto forma di automa in una civiltà popolata esclusivamente da robots, i quali si definiranno egli stessi come umani. Noi saremo l’umano/robot numero 1000, il pezzo finale prima che il creatore riveli la sua profezia, e da questo momento la civiltà è completa. Ci muoveremo quindi in una città enorme, bellissima, per quanto vuota essendo molto vasta per solo mille anime, scoprendo più dettagli sul mondo nel quale ci troviamo. 

Scopriamo quindi di trovarci in un momento dove gli umani sono ormai estinti, ed i robot sono stati costruiti ed istruiti per sostituirli e continuare così la vita sulla terra. Sono molte le aspettative su di noi, ormai soprannominato 1K, essendo l’ultimo robot da risvegliare. Difatti, poco dopo una prima esplorazione, un evento mai accaduto sorprenderà l’utopica civiltà quando un enorme dio greco si materializzerà in aria chiedendo di visitare una zona della terra dove incontreremo una misteriosa mega-struttura a forma piramidale, che parrebbe contenere all’interno, sicuramente avrete indovinato, svariati puzzles.

Nasce quindi una nuova storia con un nuovo intento, quello di scoprire di più sulla volontà del creatore e su questa diversa civiltà, risolvendo enigmi in ogni dove, esplorando, e parlando con chiunque per poter scoprire quanto più possibile sulla situazione attuale.

Un sequel degno del nome

Cosa ci aspettiamo da un secondo capitolo? Stravolgere le carte in tavola allontana i fan del titolo originale, che si aspettano che le meccaniche e le visuali rispettino l’identità del gioco, ma al contempo porre un 2 sul titolo per poi riproporre quanto già visto, crea una insoddisfazione agli occhi del giocatore che si aspettava qualcosa di nuovo, pur non sapendo cosa. Vi ci ritrovate?

Ebbene Croteam ha saputo evolvere in ogni modo la formula di gioco, riuscendo tuttavia a mantenere saldi gli elementi che hanno reso celebre il primo capitolo. The Talos Principle II avrà ancora un automa, una creatore che ci parla, e stanze con svariati enigmi da risolvere, ma allo stesso tempo sarà ambientato in svariate località diversificate, tutte grandi e maestose, strutturate in orizzontale e alcune anche in verticale, arricchite dalla presenza di numerosi NPC con cui parlare, un team che ci accompagnerà nella spedizione, e un sistema di messaggistica che potrà, che lo crediate o no, influenzare in parte gli eventi di gioco.

Una volta passata la fase di tutorial, come già detto, il gioco si apre introducendoci in questa mega città popolata solo da altri umani, così preferiscono essere chiamati, uguali a noi. Sarà possibile interagire con tutti loro, conversare, nonché rispondere ad alcune domande che potranno o meno influenzare le scelte a venire e la nostra situazione nella città, come potrebbe esserlo scegliere di firmare una petizione o ignorarla, o entrare in un gruppo segreto esclusivo che potrebbe creare nuove situazioni che altrimenti perderemmo completamente. 

Il puzzle game si arricchisce quindi di storia, di vita, creando la necessità di esplorare, parlare, interrogare, così da mettere insieme i pezzi e comprendere il mondo di gioco. Allo stesso tempo, lo stile dei puzzle rimane abbastanza fedele all’originale, ovviamente con alcune aggiunte. Inizieremo con le classiche barriere e gli inibitori delle stesse, nonché blocchi, pulsanti, e ventole. 

Andando avanti, le cose diventeranno più variegate e complesse, aggiungendo lasers, portali, e altre pazzie meccaniche delle quali comprendo a malapena l’utilizzo e quasi non sono capace di spiegare a parole, come alcuni macchinari che creano dei buchi temporali nelle pareti fin tanto che sono attive, o altre che convertono due raggi di diverso colore in quello mancante, e via dicendo.

Il concetto enigma rimane quindi ancorato all’originale, con stanze separate e risolvibili senza dover andare da nessun’altra parte, mentre per proseguire con la trama dovremo risolvere almeno 8 puzzle per zona, sapendo che ogni zona conterrà 8 puzzle più 2 extra. Cosa succederà se risolveremo tutti e 10 i puzzle per zona? Niente, almeno inizialmente. Caratteristica infatti del titolo è che tutto si muove lentamente, le cose appariranno più chiare dopo svariate ore dall’interazione, e anche nel caso dei puzzle extra ci vorrà un po’ prima di renderci conto che un portale specifico inizierà ad illuminarsi parzialmente…

Manca qualcosa… no, ok, risolto

Voglio approfittare di questo paragrafo per parlarvi dei puzzles, visto che sono l’anima e il cuore del gioco. Mettiamo quindi subito in chiaro una cosa: sono complessi. Se siete abili con i puzzle e la logica, e pensate di riuscire a passarli tutti in men che non si dica, iniziate a ripensarci. Alcuni effettivamente saranno abbastanza ovvi, e una volta osservata la stanza potremo andare a colpo sicuro. Molti altri invece, sembreranno chiari fin quando proveremo a risolverli, scoprendo invece un blocco enorme, una sfida posta dallo sviluppatore, per impedirci di risolvere il puzzle nella maniera che a noi sembrava ottimale, spronandoci quindi a sperimentare.

È molto difficile creare dei puzzle logici e risolvibili, perché ognuno ha la sua maniera di pensare, e ovviamente uno sviluppatore vuole che il giocatore sia capace di farcela, ma Croteam è andato oltre. Vuole che tentiamo, vuole vederci sbagliare, vuole vederci riprovare ancora e ancora, e infine, esausti, trovare una soluzione, così da sentire quella sensazione meravigliosa che i giocatori dei souls-like conoscono dopo essere riusciti ad uccidere un boss al settantesimo tentativo. Vittoria.

Continuamente, ci troveremo di fronte alla sensazione che qualcosa sia sbagliato, che manchi un pezzo, o che non abbiamo compreso bene cosa ci chiede l’enigma. Personalmente mi son ritrovato svariate volte ad allontanarmi verso un angolo del livello così da avere una visione più ampia, e iniziare a parlare ad alta voce per definire ciò che il puzzle mi stava chiedendo insieme  all’impossiblità nel farlo, così da capire se stavo procedendo nel verso giusto, e nel caso così non fosse, che opzioni avessi per poterlo risolvere. Parlare ad alta voce non è una cosa che faccio normalmente, visto che riesco sempre a tenere i pensieri ben ordinati nella mia testa, ma nel caso di The Talos Principle II ho sentito la necessità di ascoltare ciò che pensavo per poterlo scandire e comprendere meglio, e questo dovrebbe dirvi qualcosa sulla complessità dei puzzle, che nonostante tutto sono risolvibili, sempre, senza bisogno di pezzi aggiuntivi come potrebbe essere lecito pensare inizialmente.

Talvolta la soluzione sembra quasi cheating, posizionando gli elementi del puzzle in maniera tale che non sembra praticamente lecito, ma tutto nel gioco è ben pensato e strutturato appositamente per dar fastidio, ostacolare, e far pensare svariate soluzioni alternative. Addirittura verremo ricompensati da un trofeo/obiettivo se spenderemo più di 20 minuti nello stesso puzzle (!) senza però gettare la corda.

Considerazioni finali

The Talos Principle II è una evoluzione in tutto e per tutto del primo capitolo, aggiungendo quel gameplay e quella profondità tali da renderlo ormai un capostipite del genere. La varietà offerta dal titolo genera curiosità nel giocatore, che si ritroverà a spenderci ben più ore di quanto avrebbe inizialmente considerato, cosa che ha infatti rallentato la pubblicazione di questa stessa recensione, proprio per la lunghezza nonché la sfida generata dal gioco che non smette mai di spronarvi a completare tutto al 100%.

Abbastanza ostico da farvi scervellare, ma mai così complesso da risultare impossibile. Il puzzle game perfetto.