Recensione The Order 1886
Il mondo di The Order 1886 è cupo, oscuro, pericoloso. Fatto da organizzazioni segrete, creature mostruose e micidiali e complotti che vanno ben oltre la politica e i giochi di potere. Il risultato finale è un gioco controverso ma interessante.
Leggete la recensione di The Order 1886 di Console-Tribe, a cura di Giorgio “Nadim” Catania!
di: Giorgio "Nadim" Catania
Misteri, complotti, battaglie. Questo è The Order 1886, nuova esclusiva PlayStation 4 sviluppata dai ragazzi di Ready at Dawn. Un miscuglio esplosivo, interessante, forte di una trama oscura e di una regia eccezionale. Un titolo che mostra un comparto grafico come pochi se ne vedono, specie su console. E che vuole imporsi come prodotto originale, che cerca di allontanarsi dagli stereotipi tipici degli sparatutto in terza persona – i TPS – per dare ai giocatori qualcosa di nuovo. Il risultato è… atipico, potremmo dire. Qualcosa che può rubare il cuore al giocatore che decide di vestire i panni di Sir Galahad, il baffuto protagonista. O che può far odiare questo inconsueto videogioco in un modo inguaribile.
La sacralità dell’Ordine
Se non credete alla leggenda di Re Artù, dovete ravvedervi. Perché, sì: Re Artù è realmente esistito. Ed è stato lui a fondare l’Ordine. Un’organizzazione segreta che lotta da secoli contro le creature delle tenebre, con il sacro scopo di salvare l’umanità dall’estinzione. Come? Grazie alla potenza rigenerativa del Sacro Graal, un elisir di lunga vita capace di donare una quasi eterna giovinezza a chi lo beve. Ecco quindi che la nostra storia inizia nel lontano 1886, in un’Inghilterra diversa da quella che conosciamo. Mentre il nostro eroe, Sir Galahad, si trova a lottare contro bestie immonde e ribelli dai modi bellicosi.
Questo è più o meno l’incipit di The Order 1886. Gioco che fa della propria storia uno dei principali punti di forza. Sia chiaro: anche in questo titolo capita di imbattersi in qualche cliché un po’ abusato. Tuttavia il risultato finale è un dipanarsi di eventi che riesce a tenere incollato il giocatore allo schermo, complice una regia degna del miglior film hollywoodiano. Dettaglio questo che in molti potrebbero apprezzare.
Potrebbero. Il termine non è stato scritto a caso. Perché nel videogioco The Order 1886 talvolta la natura ‘video’ del prodotto assume un ruolo di maggior rilievo rispetto alla natura ‘gioco’ dello stesso. E al giocatore capita di ritrovarsi ad ammirare serie di filmati ben girati e appassionanti, sì, ma assai poco interattivi. L’interazione prima o poi arriva, certo, attraverso sparatorie divertenti o emozionanti Quick Time Event, alias QTE, ma non sempre il suo ruolo si dimostra preponderante, anzi. Se si vuole giocare a The Order 1886, quindi, si deve essere consci che un’abbondante metà del tempo la si passa a vedere filmati di intermezzo. Cosa che può far storcere o meno il naso, a seconda.
L’oscurità del nostro mondo
Quando però si gioca, lo si fa per bene. Infatti il titolo, seppur inframmezzato da tantissime sequenze video, porta il giocatore ad affrontare un sacco di sparatorie. Ecco quindi un gameplay abbastanza classico, in cui si fa fuoco con l’arma di turno, si ricarica, ci si copre dietro un riparo… nulla di nuovo sotto il sole, ad eccezione della “Visione Oscura” – una sorta di bullet time attivabile di quando in quando. Il tutto però viene presentato per bene. Non solo con un comparto grafico che aiuta non poco nell’immedesimazione, ma grazie anche ad una piacevole sensazione di pesantezza delle armi, ad una discreta varietà delle stesse – un paio sono davvero spettacolari – e a nemici che non brilleranno di intelligenza, ma che riescono a mettere il bastone tra le ruote in più occasioni – perlomeno a “difficile”, la modalità su cui è basata la recensione.
Tra i nemici non ci sono soltanto umani armati di tutto punto e ben intenzionati a fermarci. Ci sono anche i Lycan, creature simili ai lupi mannari, altrettanto affamate di carne umana. Gli scontri con quest’ultimi in realtà lasciano un po’ l’amaro in bocca, perché gestiti o attraverso sparatorie prevedibili o tramite QTE – spettacolari, ma sempre QTE restano. Tuttavia aggiungono un po’ di varietà al tutto.
Anche il sistema di copertura, per quanto funzioni bene, soffre qualche sbavatura. Nulla di terribile, ma capita di mettersi al riparo quando non lo si desidera o di uscire dallo stesso nei momenti meno opportuni. Delle rarità, a dire la verità, che però intaccano leggermente il risultato finale.
Ad ogni modo, la parte videoludica in The Order 1886 c’è, ed è costantemente alternata da sequenze in QTE o filmati. Il risultato finale è affascinante, ma potrebbe far storcere non poco il naso a chi si aspettava una maggior preponderanza del gameplay. Specie di fronte ad una longevità abbastanza limitata, ad una rigiocabilità quasi assente e ad una linearità eccessiva. Uniche vere pecche del gioco.
La luce del Graal
Tecnicamente c’è ben poco da contestare a The Order 1886. Infatti la creatura di Ready at Dawn mostra un comparto grafico con i muscoli, splendido in ogni suo dettaglio, capace di far sfigurare qualsiasi altro gioco su console – ad eccezione di Ryse per Xbox One. A partire dai modelli poligonali dei protagonisti eccezionali, che fanno sembrare ogni personaggio quasi reale. Stesso discorso per le location, dettagliatissime, forti di texture di ottima fattura, illuminate divinamente. Le uniche cose che non brillano in modo particolare per realizzazione sono le fiamme, buone ma non eccellenti, ma per il resto non c’è di che lamentarsi. Niente da eccepire anche al comparto audio. Forte di musiche incalzanti e coinvolgenti, di un doppiaggio di alta qualità – seppur con una sincronizzazione labiale talvolta sbavata – e di effetti sonori realistici, non delude mai.
Insomma, da questo punto di vista The Order 1886 si rivela un’esclusiva per PlayStation 4 di altissima qualità.
La fine di un’epoca
In molti se lo chiedono: The Order 1886 merita di essere acquistato o no? La risposta è senza dubbio affermativa, ma con qualche riserva. Infatti se state cercando un TPS spettacolare, duraturo, in cui non si faccia altro che sparare per tutto il tempo, questo titolo potrebbe deludervi. Se invece state cercando un gioco sperimentale e con una storia articolata, in cui il gameplay c’è ma è diluito, allora avete trovato il prodotto che fa per voi.
Perché The Order 1886 è un buono sparatutto, ma prima ancora è un interessante miscuglio tra film e videogioco. C’è chi l’alternanza tra filmati e sessioni di gioco la adora, chi invece la detesta. Voi in che categoria rientrate?