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Recensione The Mobius Machine

di: Luca Saati

Di Metroidvania non se ne ha mai abbastanza e da qualche giorno è disponibile The Mobius Machine a cura dello studio spagnolo Madruga Works. Con la sua ambientazione sci-fi e le meccaniche shooter, The Mobius Machine si trova più dalle parti di un Metroid che di Vania.

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The Mobius Machine inizia con il protagonista intrappolato su un pianeta alieno, ma è solo un incubo e al suo risveglio riceve una chiamata di soccorso da un pianeta apparentemente disabitato. Nell’atterraggio la sua nave si schianta e ben presto quello che fino a poco fa era solo un incubo diventa la realtà. Non c’è altro da dire sulla storia dell’opera di Madruga Works che si è rivelata più un semplice pretesto per trasportare il protagonista in questo inospitale pianeto alieno per le circa 14 ore richieste per arrivare ai titoli di coda.

I primi istanti di gioco mettono immediatamente in mostra un gameplay molto tradizionale che mescola fasi platform 2D ad altre action shooter in cui si mira con la levetta destra e con i grilletti si spara. Inizialmente il protagonista può effettuare un semplice salto e utilizzare una semplice pistola laser, ma con il proseguo dell’avventura si sbloccano nuove armi come una sorta di fucile a pompa letale a corto raggio e nuovi sistemi di movimento come la schivata e l’arrampicata sulle pareti.

Nella loro semplicità, la fasi di combattimento si sono rivelate piuttosto buone grazie a una buona aggressività dei nemici capaci di togliere un discreto quantitativo di salute con pochi colpi. La morte porta poi alla perdita di parte dei propri progressi che andranno recuperati raggiungendo nuovamente quel luogo che è stato fatale. Questo avviene se si gioca in modailtà Standard, i più coraggiosi possono optare invece per la modalità Retro che comporta la perdita di tutto in caso di morte.

Uccidendo i nemici ed esplorando lo scenario si raccolgono gli scarti, una moneta utile per sviluppare nuovi progetti e sbloccare ulteriori potenziamenti per il protagonista. Il tutto però a patto di aver trovato tutte le parti che vanno a comporre l’apposito progetto. Trovare i progetti si può però rivelare un compito molto arduo a causa del funzionamento della mappa. Il gioco è suddiviso in diversi settori, ognuno con la propria mappa. Ogni qualvolta che si accede a un’area la mappa ovviamente non è consultabile e resta tale anche esplorando lo scenario mano a mano. L’unico modo per sbloccare la mappa è scaricarla tramite un apposito terminale posto in una stanza del settore di corrispondenza. Un sistema che non ho apprezzato particolarmente poiché spesso ho perso l’orientamento vagando inutilmente avanti e dietro, almeno fino al ritrovamento della mappa del settore.

The Mobius Machine presenta scenari 3D all’interno di una struttura di gioco 2D. Pur non facendo gridare al miracolo e nonostante un’ambientazione un po’ ripetitiva alla lunga, il gioco è molto piacevole da vedere con scenari ben fatti ed effetti particellari tutto sommati molto buoni. Sarebbe bastata un po’ più di varietà e unicità tra i vari settori per dare un carattere unico al pianeta alieno in cui è ambientato The Mobius Machine. Il comparto sonoro fa il suo lavoro senza nessuna vetta di eccellenza.

Commento finale

The Mobius Machine si è rivelato un metroidvania sci-fi molto divertente da giocare grazie a un gameplay tra platform shooting molto gradevole e un livello di sfida da non sottovalutare. Un gioco che i fan del genere possono tenere in considerazione, a patto di accettarne alcuni limiti strutturali e una ripetitività dovuti probabilmente dalla natura indipendente della produzione.