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Recensione The LEGO Movie 2 Videogame

di: Simone Cantini

La nostra vita è fatta di certezze oramai granitiche, consuetudini radicate che fanno parte del nostro consolidato quotidiano: l’aumento delle tasse, la (mia) maledetta allergia primaverile, l’ennesimo reality show del menga, il brutto tempo nei giorni di ferie e, per finire, la solita annuale manciata di videogame LEGO. E visto che l’anno 2019 è già iniziato da un bel po’, quale migliore occasione dell’uscita di The LEGO Movie 2 Videogame, complice il debutto in sala dell’omonimo lungometraggio, per dare forza a quanto appena scritto?

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Buio in sala

Inutile dire come, trattandosi di un tie-in, la storia che funge da collante alle azioni di The LEGO Movie 2 Videogame è quella dell’omonima pellicola, sequel della spettacolare digressione sul grande schermo dei popolari mattoncini danesi, che 5 anni or sono riuscì a spiazzare e divertire tutti quanti i fan. Le vicende qua narrate si riallacciano proprio all’epilogo della precedente avventura, con Bricksburg pronta ad essere devastata dai bizzarri alieni del pianeta Duplo. Il tutto prende il via, nel vero senso del termine, qualche anno più tardi, con il colorato mondo di Emmet ridotto ad una landa postapocalittica che sprizza madmaxitudine da tutti i pori: per il nostro positivo mastro costruttore, comunque, il mondo continua ad essere sempre meraviglioso, nonostante una nuova minaccia, incarnata dal misterioso generale Sconquasso, sia pronta a rimettere in discussione la sua esistenza e quella dei suoi amici. Questi, dopo aver attaccato la città di Apocalypseburg, rapisce Batman, Barbacciaio, Benny ed Unikitty, per portarli al cospetto della sovrano del Sistema Sorellare. Spetterà ad Emmet e Lucy lanciarsi nel loro salvataggio, ovviamente dopo aver accumulato una discreta dose di mattoncini e superato una serie di quest, utili per sbloccare i vari mondo che compongono l’universo di gioco. Va detto che, pur adattandosi alla narrativa del film, The LEGO Movie 2 Videogame si prende più di una licenza, diluendo il ritmo originale in maniera alquanto evidente, sia per mezzo di vere modifiche alla storyline originale per motivi di gameplay, sia introducendo una cospicua serie di sezioni inedite. L’idea, almeno potenzialmente, avrebbe anche potuto avere il suo bravo perché, vista l’abilità che da anni i ragazzi di Traveller’s Tales hanno dimostrato di avere in fatto di trasposizioni cinematografiche a cubetti: il problema, però, è che almeno in questo caso il voler ampliare un plot di suo molto semplice, ha finito per sfilacciare in maniera troppo marcata il ritmo generale, complice anche una narrazione che, ricorrendo ad una voce guida e limitando al minimo le spassose cinematiche a cui i giochi LEGO ci hanno abituato, conferisce a tutta la produzione un tono alquanto dimesso. E su ciò influisce anche l’assenza del massiccio doppiaggio tipico del brand, con i personaggi che si limiteranno ad emettere soltanto dei suoni incomprensibili. Insomma, chiedere una fedele riproposizione 1:1 della pellicola sarebbe stato troppo, oltre che assurdo, ma una volta sviscerato il titolo sembra quasi che l’opera a cui si accosta funga solo da esile pretesto per imbastire tutto quanto il castello: in soldoni, ho trovato molto più carisma nelle espansioni dello sfortunato LEGO Dimensions che in questo The LEGO Movie 2 Videogame.

 

Appiattimento totale

La scelta di adottare l’engine alla base di LEGO Worlds, si è riflettuta in modo assai marcato anche sul gameplay di The LEGO Movie 2 Videogame, al punto da farlo quasi assomigliare più ad una sorta di mod del sandbox che ad un titolo vero e proprio. Questo si evince, in primis, dalla costruzione dei vari mondi che ci troveremo a visitare, che sono risultati privi della complessità e delle chicche di level design che abbiamo finito per apprezzare nel corso degli anni. Tutto è all’insegna dell’anonimato, con pochissimi elementi in grado di spiccare e attirare l’attenzione del giocatore. Lo stesso gameplay risulta modellato attorno al creation game a marchio LEGO, riprendendo la meccanica di raccolta di determinati blocchi colorati per poter dare vita alle varie costruzioni. Sono spariti anche gli elementi da assemblare per risolvere i vari enigmi, sostituiti da piattaforme sulle quali collocare i vari set che andremo di volta in volta a sbloccare progredendo nell’avventura: ad uno sguardo superficiale può sembrare un cambiamento marginale, ma per gli affezionati (come il sottoscritto) si tratta di un netto passo indietro, visto anche il modo in cui va ad impattare sulla distruzione sistematica degli ambienti, adesso non più indispensabile come in passato. Questo è dovuto anche al fatto che non sono presenti reward derivanti dall’accumulo di mattoncini, che sono state sostituite da un sistema di cimeli, simili a delle loot box, che ci verranno elargiti superando le missioni e che, una volta riscattati presso gli shop presenti in ogni mondo, ci ricompenseranno con personalizzazioni per i nostri avatar. Questi ultimi, fortunatamente, tornano in quantità massiccia, anche se non saranno più caratterizzati da peculiari qualità uniche, soppiantate da un sistema di gadget universali che potranno essere equipaggiati da chiunque. Nulla di nuovo, invece, sul fronte delle meccaniche base, con i classici combattimenti dallo stile minimal. Sotto tono il comparto tecnico che, a dispetto della presentazione scenica non certo emozionante, non lesina qualche piccola incertezza, oramai una costante della serie di giochi LEGO.

The LEGO Movie 2 Videogame non è certo la migliore scorribanda videoludica dei popolari mattoncini danesi, a causa della sua natura che, pur potendo contare su di un riuscito lungometraggio, finisce per risultare alquanto insipida e priva di mordente, oltre che sorretta da una narrativa non linea con i fasti del passato. Lo stesso gameplay, inoltre, sceglie un profilo alquanto basso, calandosi privo di guizzi all’interno di un level design sin troppo anonimo. Almeno la giocabilità, comunque, è rimasta la stessa di sempre e riesce a salvare la produzione Traveller’s Tales dalla mediocrità, restituendoci un titolo in grado di intrattenere, pur senza particolari guizzi creativi.