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Recensione The Legend of Zelda: Breath of the Wild

di: Marco Licandro

Dopo due settimane dal rilascio, da parte di Nintendo, del nuovo capitolo di Zelda, siamo sicuri che voi del Tribe abbiate già letto tutto il possibile riguardo al titolo, e abbiate quindi tratto le vostre conclusioni. Molti altri siti hanno recensito in fretta e furia, ma noi ce la siamo presa con calma. Questo non è soltanto un nuovo capitolo della saga, ma è anche uno dei più vasti open world che abbiamo mai esplorato, il quale oltretutto segna un ritorno al passato, approcciando invece un gameplay nuovo e variegato. Senza tenervi oltre sulle spine, vi invito ad introdurvi con noi nel mondo di Hyrule.

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Genera alte aspettative, e poi superale.

Da fan della saga, delle musiche, delle iconografie, e della serialità in quanto struttura di gioco, ci immaginavamo già il classico menù, seguito dalla schermata di selezione del file con la classica soundtrack. Invece l’inizio è tutt’altro, dando un calcio alla serialità prima citata, con logo su schermo nero ed inizio gioco istantaneo, quasi come a catapultarci nella trama senza attendere oltre. Ma nonostante la differenza iniziale, rivediamo subito un tratto distintivo della saga: Link che apre gli occhi.

Salvo alcuni capitoli, il protagonista ha quasi sempre iniziato le sue avventure svegliandosi, spesso in ritardo. In Breath of the Wild, Link ha dormito per cento anni, e perso completamente la memoria. Sarà la voce della principessa Zelda a guidarlo, anche se inizialmente non saprà riconoscerla. Bastano attimi per prendere confidenza con i comandi, e trovare subito un’altra similitudine con il passato: la barra di stamina presente in Skyward Sword. Tutto sembra semplice, finché non ci ritroviamo all’aria aperta, e ci pervade una sensazione di smarrimento ed eccitazione.

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Hyrule, in tutto il suo splendore

Il posto sembra immenso ed esplorabile, ed a tutti gli effetti lo è. Ma vi è anche qualche punto chiave che ci aiuta a decifrare la vastità del luogo: una stretta discesa, che sembra fatta per essere seguita, un anziano signore riparato sotto una roccia, ed una imponente cattedrale in rovina. Questo basta per iniziare, e subito ci incamminiamo per analizzare l’ambiente di gioco.

Impressioni immediate, che sono rimaste impresse in memoria sin dai primi minuti di gameplay: la natura sembra viva, è possibile arrampicarsi sugli alberi e sulle rocce, è possibile spingere massi ed abbattere alberi, e questi rotoleranno giù per i pendii seguendo una fisica realistica e naturale.

Non passa molto prima di trovarci di fronte ad alcuni nemici con le sembianze di goblins, e la prima cosa che realizzeremo è quella di non avere nessun’arma in possesso. Il nemico si avvicina, e noi non siamo attrezzati per affrontarlo. Istintivamente scorgiamo un ramo dall’aspetto robusto e lo raccogliamo. Il gioco suggerisce di utilizzare l’inventario. Scopriamo che è possibile entrare in un menù di pausa per gestire gli oggetti raccolti, ed equipaggiare quindi il nostro ramo. Sarà sufficiente? Deve per forza esserlo. Ed eccoci quindi a frustare il nemico finché questo non sparirà in una nuvola di fumo, lasciando… la sua arma.

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Armi di una certa consistenza

La gestione delle armi è qualcosa di completamente nuovo in Zelda. Solitamente l’inventario è fatto per ospitare un certo numero di armi o strumenti, i quali verranno scoperti gradualmente durante il corso dell’avventura. Una volta acquisiti, questi sono ormai lì per restare, ed il level design è spesso strutturato per far sì che alcune azioni e percorsi non possono essere effettuati prima di entrarne in possesso. In Breath of the Wild è invece possibile trovare, sin dai primi minuti di gioco, un gran numero di armi, archi, e scudi, i quali però possono essere facilmente distrutti a causa di usura, danno, ed effetti vari. Ad esempio, armi ed utensili in legno saranno soggetti a calore eccessivo e fiamme, prendendo fuoco. L’elettricità verrà invece attratta dagli oggetti di metallo, mentre subire un colpo elettrico vedrà l’arma sfuggirci dalle mani, oltre che arrecarci un danno aggiuntivo.

L’inventario diventa quindi essenziale per equipaggiare, anche richiamando il menù rapido, ciò che più serve nel momento opportuno. Lo stesso accadrà per il cibo, il quale potrà essere mangiato anche durante una fase di battaglia, grazie all’interruzione dell’azione all’apertura del menù. Questa funzione ricorda molto The Elder Scrolls, ma è più evoluta in quanto sarà possibile selezionare, combinare, e mettere insieme più elementi, che siano essi cibo o parti di mostri, cucinando e creando così nuove ricette e pozioni. A seconda dell’elemento utilizzato, sarà infatti possibile garantire a Link degli effetti a tempo limitato, quali difesa da caldo, freddo, elettricità, ma anche salute, attacco, resistenza, e furtività migliorata. Mettete insieme roba che non c’entra nulla, e creerete invece dei meravigliosi disastri culinari che non garantiranno nulla, e verranno addirittura censurati alla vista.

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Esplorazione ed obiettivi

Dimenticatevi di avere un singolo animale da trasporto sempre presente, poiché tutto ciò che è cavalcabile sarà a disposizione per il nostro protagonista, ammesso che abbiate abbastanza stamina e bravura per domarlo. Vi sono infatti diversi cavalli selvaggi, da approcciare silenziosamente senza farci vedere, per poi tentare di domarli perdendo molti punti stamina. Una volta docili sarà possibile portarli in delle stalle, posizionate in vari punti della mappa, così da registrarli. Il cavallo è sicuramente l’animale consigliato per attraversare velocemente grandi porzioni di mappa, ma non sentitevi timidi nel tentare di cavalcare altri animali selvaggi. Ricordatevi anche che, a differenza dei precedenti titoli della saga, uccidere nemici o distruggere vasi a caso non vi regalerà dei cuori. Se volete recuperare la vita, dovrete cacciare animali e cucinarne la carne.

A proposito della mappa… abbiamo detto quanto questa sia davvero immensa? Vi sono diversi elementi chiave che ci spingeranno ad esplorare. Tra questi, su tutti, le torri, che una volta scalate ci permetteranno di sbloccare la mappa della sezione nella quale ci troviamo, un po’ sullo stile Ubisoft visto con i vari Assassin’s Creed o Far Cry, ma con la differenza che trovare i punti di interesse richiederà un approccio manuale, cercandoli e puntandoli con la Sheikah Slate (ne parleremo in un minuto) e segnandone un punto sulla mappa come accadeva anche in Skyward Sword.

Servirà quindi tener d’occhio i vari sacrari sparsi per Hyrule, i quali metteranno alla prova le nostre abilità tramite sfide di logica, abilità, e combattimento, e sfoggeranno anche l’utilizzo di puzzle basati sui controlli di movimento. Completarne uno significherà provare di essere un eroe, e verremmo ricompensati da un globo speciale. Raccoglietene quattro, pregate di fronte ad una statua (anch’essa presente in Skyward Sword), e scegliete la vostra ricompensa, che va’ da un cuore aggiuntivo, indispensabile per rimanere in vita più a lungo, ad una sezione aggiuntiva di stamina, altrettanto indispensabile per molteplici occasioni, in particolar modo nelle scalate. Alcuni, invece, ci daranno accesso a poteri incredibilmente interessanti, quali il controllo del tempo, del metallo, dell’acqua, la materializzazione di bombe ad esplosione controllata, una fotocamera con doppia funzione di radar, ed infine una modalità Amiibo, che vedrà persino regalarci un compagno prezioso: il Wolf Link di Twilight Princess, a patto che abbiate ovviamente l’Amiibo corrispondente. I sacrari vedranno anche diversi tesori nascosti che potranno regalarci armi, materiali, e persino parti di armatura, che oltre all’aspetto visivo, ci garantiranno protezione e talvolta anche effetti aggiuntivi permanenti.

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Trama e personaggi

Il destino di Link viene snocciolato gradualmente, ad esempio parlando con i vari personaggi che ci daranno informazioni utili su ciò che è accaduto in passato. Lo scopo di Link verrà comunque chiarito nella prima porzione di gioco, dove è possibile vedere in lontananza un castello circondato da un’aura malvagia, ed è appunto lì dove il malvagio Ganon è temporaneamente imprigionato grazie alle fatiche di una instancabile Zelda, che sacrifica tutto pur di confinarlo ed evitare che vada in giro contaminando il regno. La situazione attuale è quindi tragica, e deriva da una battaglia persa cento anni prima. Toccherà quindi all’eroe, come vuole la tradizione, lo scopo di riportare la luce e sconfiggere Ganon definitivamente.

Durante il corso del gioco, Link sarà in grado di recuperare la memoria perduta, la quale sarà frammentata in diversi ricordi, ed il compito del giocatore consiste nel recarsi fisicamente in alcuni luoghi specifici, sparsi per Hyrule, i quali ci trasporteranno indietro nel tempo, regalandoci splendide cutscenes doppiate, e rivisionabili a piacimento tramite la Sheikah Slate, phablet multiuso che ricalca le forme del Nintendo Switch, il quale ci darà accesso a tutti i menù di gioco, inventario, caricamento e salvataggio, missioni, ed in generale tutte le funzionalità fino ad ora elencate.

Vi è un grande ritorno di razze e civiltà, che abbiamo visto in altri capitoli della saga, e le ritroveremo tutte in quest’unica grande Hyrule, che tanto ricorda il passato, sfoggiando la natura incontaminata che potevamo trovare nei primissimi Legend of Zelda in 8-bit, usciti ormai trent’anni fa. Dagli Zora, ai Gorons ma anche razze come i Gerudo, i Koroks, ed i Rito, con un Link sempre privo di tatto che chiede “…sei un uccello?” ad il primo Rito che incontra.

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Dungeons e nemici

Tornano ovviamente anche i dungeons, i quali arrivano sotto una nuova ed originale forma, essendo questi degli immensi guardiani, inizialmente creati con lo scopo di combattere Ganon, ma successivamente posseduti dal suo potere e divenuti quindi ostili. Una volta affrontati e sconfitti, sarà possibile entrarvi all’interno, essendo essi meccanici. L’interno metterà alla prova ingegno e pazienza, suggerendo zero indizi sul proseguire, e spingendovi a sperimentare e provare con le abilità che avrete a disposizione, ed in particolare i poteri trovati nei primissimi sacrari. Fermare il tempo per un oggetto, significherà anche poterlo colpire ripetutamente, dandogli una forza ed una direzione, scagliandolo lontano nel momento in cui il tempo ritornerà a fluire. Controllare il metallo permetterà a Link di aprire, spostare, spingere e tirare qualunque metallo presente, utile per aprire porte, spingere pulsanti, ruotare pesanti marchingegni, e dissotterrare antichi tesori. Ghiacciare l’acqua significherà invece creare e rimuovere delle piattaforme stabili e solide, le quali permetteranno di essere scalate, nonché di fare da perno per bloccare ingranaggi od ostacolare il movimento di oggetti. Tutto può servire e soprattutto deve essere utilizzato per arrivare a fine dungeon, dove il boss ci aspetta, pronto a darci del filo da torcere. 

I nemici nel mondo di Hyrule sono infatti parecchi, ognuno con la sua forza, personalità, comportamento e tipo di attacco. Combattere in Breath of the Wild non è facile, ed in generale il gioco non perdona facilmente gli errori, portando spesso, molto più comunemente di quanto succedeva nei precedenti capitoli, al game over. Bisogna prepararsi prima di affrontare il nemico, mettendo insieme innanzitutto cibo e pozioni per l’evenienza, in modo da avvantaggiarci o curarci. Dopodiché occorre scegliere uno scudo e/o le armi adeguate, le quali appunto saranno ad una o a due mani, ed infine memorizzare i movimenti del nemico ed anticiparli schivando all’ultimo istante, così da garantirci un’apertura, e sfoggiare così una serie sfrenata di attacchi, altrimenti più complessi da portare a compimento in quanto spesso parati da scudo.

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Un mondo naturale

La fisica gioca un ruolo fondamentale nel gameplay, così come nei combattimenti, rendendo Hyrule un posto vivo e realistico. Sarà possibile sfruttare infatti l’ambiente a proprio piacimento, tagliando tronchi d’alberi e sfruttandoli come ponti per oltrepassare dei dirupi, o lanciandoli giù per le colline, così da travolgere i nemici. L’arco con le frecce giocherà un ruolo prominente, poiché potremo utilizzarlo per un grandissimo numero di azioni. Dal semplice attacco al nido di vespe, le quali usciranno furiose ed attaccheranno i nemici circostanti, sino all’utilizzare tecniche più complesse tramite frecce incendiarie, così da dar fuoco alle foglie secche attorno ai nemici, o ancora utilizzando quelle elettriche, puntando alle pozze d’acqua formate dalla pioggia. Così come la fisica, infatti, anche il clima ha da dire la sua, bagnando le superfici e rendendo complesse, se non impossibili, le scalate, I venti forti di montagna saranno utili per planare, utilizzando l’apposito attrezzo, attraversando vaste superfici. Ed ancora potremo notare diversi effetti atmosferici, dalle tempeste di fulmini, i quali verranno attratti principalmente da alberi ed oggetti metallici, andando poi al calore delle zone vulcaniche, che ustiona e brucia, sino al freddo delle zone innevate che consuma gradualmente la vita; e guai a cadere in un fiume ghiacciato, sarà game over!

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Per concludere

Zelda è un mondo dove ogni piccola cosa sembra avere un senso ed un utilizzo, e persino dopo dodicimila caratteri non riusciamo a mettere insieme tutto ciò che vi sarebbe da dire. Internet, poi, sembra impazzito, dopo aver capito che più si gioca e più il titolo si rivela, condividendo in rete ogni scoperta, come ad esempio l’approccio con i cani, dove se vi abbasserete vicino e ruoterete su voi stessi, loro vi prenderanno in simpatia ed inizieranno a farlo a loro volta, o ancora mettendovi sul ciglio di un ponte, come per gettarvici, porterà dei personaggi ad implorarvi di scendere e valutare ciò che di più è bello nella vita, restando a parlare ancora un po’ con voi come per tenervi d’occhio. Vi sono parecchie differenze di stile con i precedenti Zelda, portando vastità ma anche una sorta di serietà e maturità al titolo.

La colonna sonora è anch’essa molto diversa, lasciando andare lo stile epico ed a tratti leggero, che dava carattere alle varie aree, diventando invece parte integrante della natura, come a far parte dello sfondo, in una maniera più sottile ma al contempo forte, facendo uso del pianoforte come strumento chiave per sottolineare la semplicità, ma anche la complessità e purezza della sua forma. Parlare con i personaggi regalerà approfondimenti sulla trama, numerose quest secondarie, selezionabili a piacimento dal menù, nonché una visuale sulla vasta caratterizzazione dei diversi luoghi e villaggi, grazie ad una personalità ben distinta per ogni singola persona del regno.

È un lavoro immenso, che trasuda passione, ingegno, talento, e probabilmente sta segnando, in questo momento, un nuovo inizio nel cammino videoludico, alzando a dismisura gli standard di valutazione da parte dei giocatori, i quali, dopo aver provato il titolo in questione, tendono a rivalutare i titoli tripla A della concorrenza, che incredibilmente risultano vuoti se paragonati allo spettacolo del gameplay offerto da quest’ultima istanza della saga.

Per tutto ciò che è stato detto, e per quant’altro vi sarebbe ancora da dire e da scoprire, a costo di sembrare quasi banali, non possiamo che dare un ultimo, finale, voto a quello che è probabilmente uno dei migliori giochi mai usciti fino ad oggi: cento.

Prendi questo, fuori è pericoloso

Immagino abbiate capito che il nuovo capitolo di Legend of Zelda: Breath of the Wild sia un’avventura immensa. È così grande che molti di voi lo porteranno a termine senza vedere tutto ciò che il mondo ha da offrire.
Poteva quindi mancare una guida che ci accompagni passo passo nelle terre di Hyrule?
Piggyback è venuta in nostro soccorso con una delle sue bellissime guide e per l’occasione ha creato ben 3 versioni: standard, Collector’s (quella da noi esaminata) e Deluxe.
La versione Collector’s Edition si differenzia dalla standard per la copertina rigida, una mappa poster con indicata la posizione di tutti i sacrari e 16 pagine aggiuntive con bozzetti, extra che non aggiungono niente di funzionale ma impreziosiscono la guida. La versione Deluxe offre lo stesso contenuto della Collector’s ma è di dimensioni più grandi oltre ad essere disponibile solo in quantità limitata.
La guida è composta da 370 pagine di altissima qualità e alta grammatura, suddivise in:
– Introduzione – dove viene spiegato il sistema di gioco, il gameplay e viene dato un veloce excursus su tutte le caratteristiche di gioco
– Soluzione – una guida passo passo che ci accompagna in tutte le missioni principali
– Sacrari – l’elenco di tutti i sacrari divisi per zona con tanto di foto e guida alla posizione e alla soluzione degli enigmi all’interno
– Minisfide – qui possiamo trovare tutte le secondarie sempre divise per zona
– Borsa – un insieme di varie tabelle con tutto ciò che potremo portare nel nostro inventario, dall’equipaggiamento ai materiali. Più una pratica guida a tutte le ricette che potremo realizzare con i materiali in nostro possesso
– Bestiario – tutte le creature che affronteremo troveranno la loro descrizione in questa sezione con tanto di oggetti che potremo ottenere, punti vita e strategie di ingaggio
– Extra – qui potremo trovare una raccolta di tutti i collezionabili e le informazioni extra sui boss secondari

Tutta la guida è priva di spoiler inerenti alla trama e guiderà solo le azioni per procedere nell’avventura come da tradizione Piggyback.
Un ottimo aiuto per i completisti che potranno trovare ogni singola informazione sulla posizione dei vari collezionabili, boss o qualunque aspetto del gioco.

Purtroppo c’è qualche errore nei contenuti dei forzieri all’interno dei sacrari, che verrà forse affrontato con una errata corrige da scaricare dal sito ufficiale, come ci ha abituato la ditta.

La realizzazione è ottima come Piggyback ci ha abituato e la versione Collector’s presenta una copertina rigida con un artwork splendidamente realizzato senza scritte che copre sia il fronte che il retro, mentre la costola offre una scritta dorata.
Collezioniamo guide da molti anni e questa di Legend of Zelda: Breath of the Wild si guadagna una posizione d’onore sullo scaffale in bella mostra.

Se la nostra descrizione non vi ha convinti, potete visionare la bontà della guida nelle sue prime 28 pagine seguendo questo LINK

Dimensioni: 210mm X 280mm
Pagine: 368 (352 versione normale)
Prezzo: 29,90 (19,90 versione normale)
ISBN10 Versione Normale: 1911015346
ISBN10 Versione Collector’s: 1911015338