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Recensione The Legend of Legacy HD Remastered

di: Marco Licandro

È con mera curiosità che mi sono avvicinato a questo remastered di The Legend of Legacy, uscito su Nintendo 3DS a fine 2015, e riportato in “alta” definizione proprio adesso nel 2024. Conoscevo già il titolo, in quanto l’anno scorso, durante la chiusura dello store del 3DS, la FOMO (fear of missing out) mi ha colto in pieno e mi son messo a recuperare tutti i giochi che ho potuto, soldi permettendo, e che non avrei potuto probabilmente recuperare fisicamente, e questo titolo è stato uno di quelli. Con le sue grafiche in stile chibi-anime, e quel logo così Final Fantasiesco, ha attratto la mia attenzione e mi ha convinto a provarlo. Rigiocarlo su PS5 ha dato una strana sensazione, nella quale scenderò nei dettagli dopo avervi spiegato di cosa tratta il titolo, per concludere al solito nel nostro personale consiglio sull’acquisto.

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Due parole sulla trama

Sviluppato da FuRyu, e pubblicato da NIS America, The Legend of Legacy HD Remastered ci porta nella terra di Avalon, potendo scegliere di utilizzare uno dei sette eroi a disposizione, ognuno con la propria backstory, scoprendo di più sulle loro motivazioni ed esplorando questa misteriosa terra ancora sconosciuta, generando e vendendo mappe dettagliate di gioco, in un gameplay che punta più all’esplorazione che al combattimento. Partendo dalla città di Initium, il re ci farà richiesta ufficiale di unirci alle missioni di esplorazioni, durante le quali incontreremo alcuni frammenti che ci riveleranno la storia ufficiale di Avalon. Inizieremo quindi questa avventura RPG esplorativa per capire di più su questa terra misteriosa e scoprire poco a poco la storia dell’antico regno che vi viveva, la sua relazione con gli Elementali, e le dinamiche che hanno portato questa terra a scomparire da tutte le mappe.

Oh no, un nemico

Per procedere in questo titolo dovremo soprattutto esplorare. L’esplorazione è infatti il focus principale del giocatore, che beneficerà nel farlo non solo grazie alla scoperta dei punti di interesse necessari per continuare la trama, ma anche perché alcuni mercanti ci illustreranno i pregi di creare mappe complete al 100% da poter rivendere per fare qualche gruzzoletto, utile per acquistare pozioni ed equipaggiamento. La mappa di gioco, proprio come UI, sarà infatti offuscata, e man mano che esploreremo le varie sezioni di gioco interconnesse tra loro, parti della mappa verranno mostrate, aggiungendosi alla percentuale di scoperta che una volta arrivata al 100% potrà garantirci un bonus in denaro. 

Tuttavia questa esplorazione non è poi così divertente, essendo il level design molto particolare, con oggetti che per ragioni stilistiche o di programmazione appaiono davanti a noi durante il movimento, come un pop-up, rendendo confusi non solo gli stessi livelli, ma soprattutto complicando il raggiungimento del 100% per via di zone relativamente ostiche da raggiungere, oltre alla costante mole di nemici, i quali sembrano essere praticamente un ostacolo piuttosto che parte integrante del gameplay.

I combattimenti saranno alquanto particolari, in quanto sì, a turni tradizionali, ma senza fornire effettiva esperienza per livellare. Basandosi infatti su un sistema abbastanza casuale di sblocco di abilità relative ad alcune armi od oggetti specifici, affronteremo nemici con una ripetitività estenuante, scegliendo gli attacchi più validi e tentando una disposizione sul terreno che possa in teoria beneficiarci, ma senza riuscire ad avere un’impronta reale, rendendo il combattimento per lo meno divertente.

L’energia dell’intera squadra viene rigenerata per completo a fine lotta, ma questo è forse un male, in quanto giustifica la mole costante di nemici che letteralmente ci rincorrerà a vista, o ci terrà agguati, mentre tenteremo di completare la scoperta delle mappe, rallentandoci e diventando pesante al lungo andare.

Tra il dire e il fare

Sulla carta, il titolo ha tutto per poter essere valido. Lo sviluppo del gioco originale iniziò con la supervisione di Atlus, con membri di Square a capo che lavorarono già su titoli di Final Fantasy e SaGa (da quest’ultimo vediamo infatti un combattimento molto ispirato). Dal punto di vista estetico infatti è impossibile non incuriosirsi a un titolo del genere, visto che il character design, nonché le illustrazioni, lo rendono una piccola gioia per gli occhi.

Ma quando dico piccola gioia intendo proprio piccola letteralmente, visto che la idea originale di sviluppo lo ha visto e pensato per essere sfruttato rapidamente ed in mobilità, prendendo ispirazione dai mobile games così in voga in Giappone, uscendo appunto sulla portatile Nintendo utilizzando funzioni come Street Pass.

Tutto questo perde in parte il senso una volta che la funzione viene sostituita da una strategia offline per inviare membri della squadra ad accaparrare oggetti tornando dopo un certo tempo, riducendo ciò che il remastered ha da offrire ad un semplice, per così dire, HD, in particolare su console del calibro di PS5 e Xbox Series X.

HD è un termine che andava sicuramente di moda al tempo di PS3 e Xbox 360, momento in cui è stato effettivamente effettuato il salto di risoluzione. Siamo adesso due generazioni avanti a quelle, perciò posso intuire la motivazione di chiamare HD un gioco portato dalla risoluzione di 800×240 pixel del 3DS per arrivare alle nostre TV 4K. Sicuramente i dettagli dei personaggi sono apprezzabili, comparati con la versione originale, ma ciò non toglie che essendo il gioco strutturato per la piccola portatile Nintendo, la maggior parte degli assets sono suoli senza poligoni con textures stirate, mentre altri fondali sono semplicemente disegnati. Questi dettagli sono fin troppo visibili anche e specialmente nella nuova versione del gioco, dove gli elementi – a definizione che ormai possiamo chiamare standard – vanno in netto contrasto con altri con aliasing visibile ed effetto sfocatura a bassa definizione.

In conclusione

Questo HD remastered porta sulle console attuali la stessa esperienza di gioco riservata al 3DS, meno per quanto riguarda Street Pass, cambiato invece per un sistema di invio dei personaggi così da recuperare ugualmente gli oggetti. Il lavoro effettuato sulle grafiche è sicuramente valido, ma non eccelle, per via di elementi ancora in bassa definizione, in particolare quelli illustrati, segno che il cambio è stato fatto più che altro sull’aliasing dei poligoni lasciando il tutto quanto possibile invariato, senza offirvi una migliore esperienza.

La storia, per quanto possa essere interessante, è relativamente minima e passa facilmente in secondo piano, narrata perlopiù durante lo stesso gameplay, interrompendo la monotonia della esplorazione e delle battaglie costanti. Niente da aggiungere quindi sulla qualità del remastered, che poco aggiunge alla versione uscita su 3DS, e si limita a fare il lavoretto, per un titolo che anche allora passò in qualche modo in secondo piano, forse per un motivo.