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Recensione The Golf Club

Passeggiare spensierati per verdeggianti boschetti, il cinguettio degli uccelli che carezza lievemente le orecchie. Una brezza sottile agita con dolcezza le fronde ed increspa a fatica la superficie dello stagno. Lassù, in cima ad una piccola collinetta erbosa, un coniglio mi fissa con i suoi occhietti curiosi. Un suono sordo, poi un urlo. Lo vedo fuggire via, in preda allo spavento. Stormi di passeri lo seguono, allertati da quel grido inumano. La mazza cade a terra, scaraventata lontano con forza. Si alza una zolla di terra, l’ennesima, mentre mi affanno a colpire quella maledetta pallina: ma chi ha detto che il golf è uno sport rilassante? Speriamo che The Golf Club non sia foriero di danni per le nostre alcove videoludiche.

di: Simone Cantini

Passeggiare spensierati per verdeggianti boschetti, il cinguettio degli uccelli che carezza lievemente le orecchie. Una brezza sottile agita con dolcezza le fronde ed increspa a fatica la superficie dello stagno. Lassù, in cima ad una piccola collinetta erbosa, un coniglio mi fissa con i suoi occhietti curiosi. Un suono sordo, poi un urlo. Lo vedo fuggire via, in preda allo spavento. Stormi di passeri lo seguono, allertati da quel grido inumano. La mazza cade a terra, scaraventata lontano con forza. Si alza una zolla di terra, l’ennesima, mentre mi affanno a colpire quella maledetta pallina: ma chi ha detto che il golf è uno sport rilassante? Speriamo che The Golf Club non sia foriero di danni per le nostre alcove videoludiche.

Dove gioco oggi?

Pronti, via: partiti. Brutale come incipit ma anche in linea con il primo impatto restituitoci dalla produzione HB Games che, lontana dal vezzo odierno che vuole i videogiochi prendere per mano i giocatori sin dall’inserimento del disco nel carrello, lascia davvero un po’ spiazzati. Anche chi, come il sottoscritto, non ama molto gli spesso inutilmente prolissi tutorial. È anche vero, però, che almeno una piccola sessione di pratica, utile per prendere confidenza con i controlli di gioco, ma anche solo per comprendere il significato di alcuni termini oscuri a chi non mangia quotidianamente pane e golf, non sarebbero stati fuori luogo. Va ammesso, però, che il target a cui è rivolto The Golf Club non è certo quello del giocatore che per la prima volta si avvicina a tale sport. Superato lo spaesamento iniziale, ci si accorge subito di come il titolo si ponga come una essenziale (ma decisamente molto curata) simulazione, lontana dai lustrini e dalle licenze economicamente dispendiose che appartengono ad esponenti più conosciuti della categoria. Poche, pochissime le opzioni di gioco disponibili: singolo percorso, tour e torneo, le quali possono essere affrontate sia offline che connessi alla rete. Ed è proprio quest’ultima possibilità che meglio si adatta alle caratteristiche di The Golf Club e che, unita all’interessante editor di percorsi (ci arrivo, ci arrivo), rende la produzione di HB Games davvero unica nel suo genere. Non potendo, difatti, contare su di un budget ingente, capace di incamerare nomi e location celebri del circuito golfistico mondiale, i ragazzi del team hanno scelto intelligentemente di puntare tutto sulla community dei giocatori, dando loro la possibilità di creare i propri percorsi personali, da dare ovviamente in pasto a tutti i possessori del gioco. Prendete la filosofia di fondo vista in uno qualunque dei LittleBigPlanet usciti fino ad oggi, sostituite ai Sackboy fairway, green e bunker ed avrete un’idea più precisa di quello che è possibile creare tramite l’editor presente in The Golf Club. Per i meno ambiziosi sarà sufficiente selezionare il tema del percorso, la densità di alberi, rilievi e specchi d’acqua, per dare vita ad un set di buche generato in maniera randomica dal gioco. I più pignoli, una volta specificati i suddetti parametri, potranno intervenire minuziosamente su ogni centimetro (pardon, piede) del percorso creato, di modo da poter dare vita alla gare dei propri sogni. E per vedere se i nostri sforzi sono stati sufficienti basterà pubblicare il tutto online, dando modo così agli altri giocatori di lanciarsi in gare vere e proprie e, perché no, inserire il tutto all’interno della propria lista di tracciati preferiti.

Ammazza che mazza

Dite la verità, l’idea di fondo vi stuzzica e non vedete l’ora di impugnare la mazza (ehm)? Prima però sarà meglio che vi prepariate a fare i conti con una curva di apprendimento decisamente ripida che, complice l’assenza dei già citati tutorial, vi porterà via un po’ di tempo prima di riuscire a padroneggiare a dovere legni e ferri. Lasciati a casa indicatori di traiettorie, livelli di potenza e quanto altro possa servire per calibrare un tiro perfetto, dovremo fare i conti con la saggia gestione dello stick analogico sinistro (o destro, a seconda delle impostazioni), a cui sono demandate il controllo della potenza e degli effetti. Imparare a dosare di volta in volta potenza e tempismo è un’impresa che potrebbe scoraggiare i meno pazienti, ma come Demon’s Dark Souls ci insegnano sono le sfide apparentemente insormontabili a riservare le soddisfazioni maggiori. E quando realizzerete il vostro primo birdie tutto vi sarà magicamente più chiaro.

Ci vuole una fisica bestiale

No, non ci siamo, per lo meno se si parla di un gioco diretto a Xbox One e PS4. Tecnicamente parlando The Golf Club non giustifica affatto la sua presenza sulle nuove console di casa Microsoft e Sony: pop up, clipping, modellazione e texture rivedibili, unite ad un motore non sempre fluido non rendono certo giustizia all’hardware su cui il gioco si trova a girare. Soprattutto alla luce dei dettagli che il tutto è chiamato a gestire. Fastidioso e incomprensibile, inoltre, l’input lag che affligge i movimenti del cursore all’interno del menu, nemmeno fosse il più caotico dei free roaming mai concepiti. Trascurabile il sonoro, non perché sia brutto, ma proprio perché non spingendosi oltre un semplice tema musicale e qualche effetto ambientale risulta difficile da giudicare. Meno male che, guardando alla sostanza, la fisica dei colpi e della gestione della palla è di tutta altra pasta, in grado di restituire un feeling decisamente realistico e coerente con le varie superfici di impatto. Che poi, in un gioco del genere, è quello che conta, ma fa specie vedere una versione per Xbox One costretta a girare a 720p, contro i 1080p di PS4 (che non brilla comunque per impatto estetico, sia chiaro).

Niente fronzoli, qua si gioca a golf. Il titolo HB Games, alla prova dei fatti, si è rivelata la miglior trasposizione videoludica del genere attualmente disponibile su console. E non fate i maliziosi, tale primato non è dovuto al fatto che sia l’unico titolo golfistico al momento in commercio. Sopperendo alla carenza pecuniaria con delle idee azzeccate,The Golf Club si presenta come un titolo davvero originale, capace di garantire ore di divertimento e sfide sempre nuove grazie all’editor e alla community che, si spera, riesca a crescere giorno dopo giorno. Certo, visivamente non è un’esperienza memorabile, ma quando vi ritroverete a sacramentare per l’ennesimo colpo finito in acqua, di certo non vi metterete a contare i pixel.