Recensione The Fall
The Fall è un gioco sviluppato dalla canadese Over The Moon,, finanziato tramite una raccolta fondi su Kickstarter. Già in quel periodo, il concept alla base del gioco suscitò un discreto interesse portando la raccolta fondi a concludersi con il doppio del capitale richiesto dagli sviluppatori. Complici del successo furono le dichiarate ispirazioni alla base del gioco: le avventure grafiche del periodo Lucasarts e un’ambientazione alla Metroid.
John Warner, capo del progetto, durante la campagna fondi ha dichiarato che The Fall sarà composto da tre capitoli e che questi verranno distribuiti a distanza di tempo tra loro. Questo avrebbe permesso allo studio, dalle ridotte dimensioni, un approccio meno oneroso in termini di risorse e tempi.
Abbiamo giocato il primo di questi capitoli, già disponibile dall’anno scorso per PC ed ora giunto anche su console, fortunatamente autoconclusivo, della durata di cinque ore all’incirca.
di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara
The Fall è un gioco sviluppato dalla canadese Over The Moon,, finanziato tramite una raccolta fondi su Kickstarter. Già in quel periodo, il concept alla base del gioco suscitò un discreto interesse portando la raccolta fondi a concludersi con il doppio del capitale richiesto dagli sviluppatori. Complici del successo furono le dichiarate ispirazioni alla base del gioco: le avventure grafiche del periodo Lucasarts e un’ambientazione alla Metroid.
John Warner, capo del progetto, durante la campagna fondi ha dichiarato che The Fall sarà composto da tre capitoli e che questi verranno distribuiti a distanza di tempo tra loro. Questo avrebbe permesso allo studio, dalle ridotte dimensioni, un approccio meno oneroso in termini di risorse e tempi.
Abbiamo giocato il primo di questi capitoli, già disponibile dall’anno scorso per PC ed ora giunto anche su console, fortunatamente autoconclusivo, della durata di cinque ore all’incirca.
A.I.
La protagonista delle nostre avventure è A.R.I.D., un’intelligenza artificiale installata in una tuta spaziale che si attiva subito dopo che il possessore precipita su un pianeta sconosciuto perdendo conoscenza. Lo scopo primario di A.R.I.D. è mantenere in salute l’umano dentro la tuta e questo le permette di controllare quest’ultima totalmente, muovendo il corpo dell’ospite e prendere decisioni in sua vece.
Proseguendo nell’avventura veniamo a conoscenza dell’identità dell’umano svenuto all’interno di A.R.I.D., ma non ne vediamo mai la figura. Una scelta azzeccata e per certi versi affascinante, con la sola intelligenza artificiale a porsi le domande e a confrontarsi con i rigidi vincoli imposti dalla sua programmazione. Argomento alla base dell’intero gioco è infatti l’eterno dilemma della robotica, affrontato in più romanzi e descritto in modo esaustivo nei racconti di Asimov: può un costrutto artificiale sviluppare una propria coscienza?
Quando i mondi si scontrano
The Fall unisce in modo convincente e brillante le due anime che rappresentano il titolo: la prima è quella di un gioco di azione, che si sviluppa su due dimensioni, con semplicissime sezioni platform e sparatorie in cui il giocatore deve puntare l’arma utilizzando il secondo stick, con il quale imposta l’angolo di fuoco. E’ possibile anche sfruttare coperture per evitare i colpi nemici o assassinare gli avversari arrivando furtivamente alle spalle.
La seconda anima è quella di un’avventura grafica. Grazie alla torcia montata sulla nostra arma è possibile puntare gli oggetti dello scenario e interagirci, raccoglierli, oppure combinarli con un oggetto dell’inventario. Mirandoli compare una breve descrizione, che spesso nasconde qualche indizio su come proseguire nella storia. Gli enigmi non sono mai troppo difficili, essendo molto attinenti al mondo reale e non astrusi o surreali come capita in molte avventure grafiche, e richiedono ovviamente molta attenzione ai particolari e una mente pronta a vedere le cose da più prospettive, come da tradizione di questo genere. Ciò porta ad avanzare nell’avventura senza reali problemi.
Difficilmente ci è capitato di vedere due anime ben distinte fondersi in modo così convincente, The Fall riesce con incredibile facilità a offrire un’esperienza nuova in questo mercato forse troppo statico, senza stravolgere le normali regole del buon gusto e del videogioco in quanto tale, come capita spesso nel mondo indie.
Io, Robot
A.R.I.D. dispone di una serie di funzioni per il combattimento che sarebbero molto utili durante l’avventura, ma proprio per i vincoli sopra descritti, il giocatore è impossibilitato ad accedervi. L’unica possibilità che il sistema sblocchi le funzioni avanzate della tuta è se queste sono necessarie alla sopravvivenza dell’umano all’interno. La nostra protagonista per raggiungere la sezione medica e portare cure al proprio ospite, si troverà a metterlo volontariamente in pericolo di vita per poter così attivare le funzioni più avanzate. Questa contraddizione farà da sfondo al contrasto con l’antagonista di questo primo capitolo.
A.R.I.D. giustifica le sue azioni per il bene dell’umano al suo interno ma allo stesso tempo contravviene alla sua programmazione mettendolo in pericolo. Proseguendo nell’avventura, l’argomento si fa sempre più pressante fino al colpo di scena finale che personalmente mi ha lasciato con un bel sorriso di soddisfazione misto a incredulità.
Ogni aspetto del gioco è curato per ricreare un’ambientazione fantascientifica cupa e convincente.
I personaggi sono doppiati in inglese in modo magistrale e soprattutto il doppiaggio della protagonista è reso alla perfezione. La voce atona non trasmette emozioni nonostante le situazioni in cui si trova A.R.I.D., questo aiuta a renderla una delle voci artificiali più convincenti viste in un videogioco. La parte di azione risulta molto semplice e perfettamente in linea con il resto del gioco senza diventare troppo complessa, rischiando così di rubare la scena alle vere regine del palco: la trama e l’ambientazione.
Ad onor di cronaca abbiamo notato qualche sbavatura nel sistema di controllo e qualche scattino in alcune fasi ma niente che comprometta l’esperienza di gioco. Per i non anglofoni farà piacere sapere che sono presenti i sottotitoli nella nostra lingua madre.
Senza esagerazione posso affermare di essere di fronte ad uno dei videogiochi di fantascienza più riusciti degli ultimi anni e di essere in ansiosa attesa del secondo atto.
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Storia affascinante
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Ambientazione cupa, inquietante e convincente
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Ottimo ibrido tra avventura grafica e gioco di azione
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Doppiaggio ben confezionato
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✘
4/5 ore per terminarlo senza motivi per rigiocarlo
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✘
Qualche incertezza tecnica e nei controlli
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✘
E’ solo il primo atto