Recensione Tennis On-Court
di: Simone CantiniSono un boomer, e la citazione che sto per fare non può che confermare questo inevitabile assunto. Una citazione che serve per introdurre la recensione di Tennis On-Court, e che pesca dalla produzione del nostrano (ma nato in Vietnam e residente in Francia) cantautore riccioluto, che risponde al nome di Riccardo Cocciante, un cui celeberrimo (se si è boomer) successo si intitola Bella Senz’Anima. Un trittico di parole che si può applicare alla produzione firmata Fishing Cactus, che allo stato attuale vive in pieno questa peculiare situazione, in cui ad un indiscusso fascino ludico si accompagna una vuotezza contenutistica davvero disarmante. E dire che speravo di aver trovato una valida alternativa, meno psichedelica, all’ottimo C-Smash per PSVR2.
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Piccoli Sinner crescono
Nato dalla collaborazione tra Fishing Cactus e gli esperti del celebre marchio di attrezzature sportive Decathlon, Tennis On-Court si è sempre fregiato, sin dal suo trailer di annuncio, di essere la migliore simulazione tennistica virtuale. E sul piano puramente tecnico della questione non posso che concordare, dato il modo assai convincente e realistico con cui ha trasporto la disciplina sportiva all’interno delle pareti di PSVR2. La gestione fisica dei colpi e della palla, difatti, riesce a restituire un feeling assai credibile e plausibile, così da rendere davvero immersivi i vari scontri con gli altri tennisti, virtuali e non. A ciò si aggiunge la presenza dalla collaborazione con il marchio già citato, che ha visto l’implementazione di un set di racchette Artengo realmente esistenti, ognuna dotata di caratteristiche peculiari, in grado di adattarsi allo stile di ciascun giocatore. Insomma, un insieme di elementi che riesce a dare vita ad una struttura ludica dall’indubbio fascino, oltre che divertente da giocare, proprio in virtù delle sensazioni che riesce a trasmettere. Un aspetto che però va a cozzare in modo assai marcato con la confezione all’interno del quale l’essenza di gioco è calata, invero assai carente nella sua totalità.
Meglio soli che… soli
Per quanto riguarda il tutorial possiamo ritenerci pienamente soddisfatti, dato il suo essere estremamente completo ed esaustivo nell’illustrare le meccaniche ludiche della produzione, sia che si scelga l’impostazione di gameplay arcade che quella più realistica. Tramite un set di brevi lezioni, difatti, impareremo sia a gestire dritti e rovesci, battute e volee, oltre a sperimentare la presa a due mani e la rotazione della racchetta, legata al movimento dello stick destro del Sense Controller. Superato questo piccolo scoglio (tra l’altro facoltativo), necessario per non giungere impreparati sul terreno di gioco, verremo accolti da tre distinte modalità: singolo, torneo ed online. Nel primo caso sarà possibile impostare un match contro un player controllato dall’IA, determinandone durate e difficoltà. La seconda opzione rappresenta una sorta di abbozzato story mode, in cui saremo chiamati ad affrontare 4 tornei di difficoltà crescente, suddivisi ciascuno in 5 match in cui dovremo aggiudicarci 3 set. L’ultima modalità, come prevedibile, ci catapulterà all’interno della rete, dove potremo sfidare amici tramite invito, oppure partecipare a match amichevoli e classificati tramite matchmaking. Interessante, in ottica multiplayer, la possibilità di dare vita ad incontri singoli ed in doppio, anche se confesso come mi sia stato impossibile testare il tutto, data l’assenza di altri player: speriamo la situazione migliori nei prossimi giorni, altrimenti il futuro non si prospetta certo roseo per Tennis On-Court. Già, perché tutto ciò che esula dall’online è risultato essere alquanto blando in quanto ad offerta: se si può davvero chiedere poco ai semplici scontri 1vs1 contro i bot, assai deludente è risultata essere la modalità Torneo, che non offre davvero alcuna attrattiva una volta terminati i 4 mini circuiti. Non comprendo la decisione di non inserire una vera carriera, in cui magari avremmo potuto dare vita al nostro alter ego, per tentare la scalata del ranking mondiale, accumulando crediti per acquistare kit e personalizzazioni in corso d’opera. Niente di tutto questo è presente, anzi, si è preferito introdurre un basilare editor per il nostro personaggio, con tutti gli equipaggiamenti e gli indumenti già disponibili (tra l’altro in numero davvero risicato), annullando anche il desiderio di giocare semplicemente per sbloccare oggetti via via più interessanti. Sorvolo anche sulla presenza della modalità spettatore che, qualora avessi avuto la fortuna di imbattermi in altri giocatori, mi avrebbe permesso di osservare come pubblico un match in corso.
Madonna che silenzio c’è stasera
Anche sul fronte tecnico Tennis On-Court presta il fianco ad alcune critiche, in parte corrette in corsa da alcuni aggiornamenti, che però non hanno potuto fare a meno di mettere una pezza ad alcune decisioni strutturali incomprensibili. Se sul fronte estetico non ci possiamo lamentare, grazie ad una pulizia dell’immagine e ad una resa dei modelli di gioco e dei vari stadi tutto sommato convincente, non può non balzare all’occhio l’utilizzo di soli 3-4 modelli per il pubblico (tra l’altro non animato nella sua interezza). Una situazione che si avverte molto in occasione dei replay e negli istanti prematch, dato che la camera ci porterà ad osservare il tutto dal punto di vista di uno degli astanti. Rivedibile anche la scelta di ammutolire del tutto l’audio in occasione del sorteggio iniziale, tra l’altro non skippabile, che per una 30ina di secondi calerà il tutto all’interno di un’atmosfera inquietante. Non manca anche qualche bug nella gestione dei punti, dato che in rari casi mi è capitato di vedermi assegnato il colpo nonostante in ribattuta la palla avesse prima colpito la mia metà campo. Niente che non sia risolvibile con un ulteriore aggiornamento, sia chiaro, ma ci tenevo ad evidenziarlo (per quanto sia accaduto 4-5 volte in tutto). Ottima, invece, la gestione del movimento libero che, nonostante non permetta la possibilità di sprintare, riesce a coprire a dovere il nostro posizionamento in campo, senza causare il benchè minimo fastidio: forzare l’avversario a fondo campo, per poi correre a rete per una smorzata infame riesce a restituire una soddisfazione palpabile. Presente anche la possibilità di impostare il teletrasporto, ma vista la tipologia di gioco e l’ottima gestione del malessere, la trovo un’opzione da scartare. Davvero ben implementata, come citata in apertura, l’implementazione delle movenze delle braccia e delle mani: verrà estremamente naturale far rimbalzare la palla a terra prima di servire, proprio come stessimo giocando realmente. Rivedibile, invece, la modalità legata alla rotazione della racchetta, che invece di essere fluida è gestita a scatti, una scelta che la rende poco fruibile in tempi rapidi durante i match, rendendo preferibile la torsione del polso per fornire ai colpi i vari effetti.
Ci sono due anime all’interno di Tennis On-Court, nettamente in contrasto tra di loro: la prima è rappresentata dal suo essere una simulazione dello sport in questione davvero divertente e ben costruita, grazie ad una fisica convincente e ad un setup dei comandi reattivo e preciso, capace di rendere i match assai naturali e convincenti. L’altro lato della medaglia è costituito dalla sua offerta assai risicata, soprattutto per quanto riguarda la modalità single player, invero un compitino sin troppo essenziale e striminzito per essere apprezzato sul longo periodo. A risollevare le sorti del tutto, pertanto, spetterebbe al comparto multiplayer, a patto di vederlo popolato di giocatori in tempi brevi, pena la caduta nell’oblio sin troppo rapida della produzione targata Fishing Cactus. Tennis On-Court è un titolo dall’indubbio appeal e dall’ottimo potenziale, ma che rischia di essere malamente azzoppato dal suo voler rimandare all’utenza il compito di intrattenere a dovere.