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Recensione Tamagotchi Plaza

di: Marco Licandro

Tamagotchi non ha bisogno di presentazioni. Il cucciolo virtuale che spopolava negli anni ’90 continua imperterrito a decadi di distanza, presentando ancora una line-up che include giochi elettronici, videogiochi per console e smartphone, nonché un merchandising infinito. Bandai sta puntando molto sul marchio, sfornando nuovi prodotti per attirare un nuovo pubblico, e persino riedizioni delle prime generazioni, sfruttando il fattore nostalgia. È innegabile il fascino che la serie esercita su giovani e meno giovani, ma la domanda ora è: cos’è Tamagotchi Plaza, e qual è il suo target? Analizzeremo quindi il titolo giudicandone i vari aspetti, così che possiate fare un acquisto ponderato.

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Di cosa si tratta?

Tamagotchi Plaza è sostanzialmente un seguito spirituale dei vari Tamagotchi Corner Shop, usciti su Nintendo DS. La prova è proprio la tipologia del titolo, che presenta numerosi mini-giochi, alcuni identici a quelli visti su DS, mentre altri sono esclusivi per questa versione.

Il giocatore verrà trasportato nello spazio, tramite una navicella, per arrivare nella Piazza Tamagotchi, aiutando gli abitanti a migliorare i loro negozi e raggiungere le 5 stelle ciascuno, così da essere pronti per i festeggiamenti. Una volta scelto il nostro nome, verrà aggiunto il suffisso “-tchi”, così da integrarci completamente nell’universo Tama.

Nel mio caso, Marcotchi sarà l’addetto alla riuscita dei festeggiamenti, e potrà scegliere un vice tra i Tama più famosi, incluso Mametchi, praticamente mascotte ufficiale della serie. Esploreremo una piazza tridimensionale, entreremo nei negozi per giocare, e useremo lo smartphone per leggere messaggi, controllare la mappa, e personalizzare l’esperienza.

Tutto qui?

Non proprio, ma quasi. I tipi di mini-giochi sono tutti basati sul controller, e dovremo muovere un cursore virtuale per interagire con i vari oggetti.

Il funzionamento generale è questo: un Tama entra nel negozio e fa una richiesta. Per soddisfarla dovremo imitare, quando presente, il disegno di ciò che il cliente si aspetta. Questo significa che, nel negozio di bici, dovremo riparare i difetti o i componenti mancanti, per poi verniciare o aggiungere modifiche finché il risultato non sia identico alla figura. Nella sartoria dovremo individuare i pezzi e i pattern per creare esattamente il vestito richiesto. Nel negozio di sushi dovremo fornire i pezzi così come richiesti, e nell’ordine corretto.

Ci sono minigiochi già visti, come quello del dentista, dove il team di sviluppo ha deciso di lasciare le meccaniche assolutamente invariate rispetto alla versione DS, facendo muovere il cursore sui denti per spazzolarli o tirar fuori le carie e intrappolarle.

Tutto ciò fa pensare a un pubblico molto, molto giovane, quello che ancora non si è interessato a Roblox o Fortnite, essenzialmente, dato che il tipo di richieste e gameplay richiede assolutamente zero sforzo mentale.

Se possedete un Tamagotchi Uni, potrete usare lo smartphone per inserire un codice, sbloccare una breve cinematica esclusiva e guadagnare qualche soldino extra sul dispositivo fisico.

Semplice, eppure sbagliato

Nonostante il target e la semplicità del titolo, vi sono svariate pecche a rovinare l’esperienza, non solo a livello di gameplay, ma anche errori concettuali a livello di sviluppo, che spiegherò con attenzione di seguito.

Sebbene i minigiochi siano fondamentalmente semplici, manca una cosa essenziale, che specialmente per i più piccoli è assolutamente basilare: un tutorial. Ogni gioco, infatti, inizierà senza spiegare nulla al giocatore, che dovrà quindi  imparare le regole, sbagliando e riprovando, e ascoltando il giudizio finale, che ci valuterà da 0 a 3 stelle con dei suggerimenti su cosa avremmo potuto fare meglio.

Alcuni esempi: nel negozio di sushi ci sono due tipi da imitare, e una freccia verso sinistra alla fine. Solo dopo due o tre partite ho finalmente capito che la freccia indicava la direzione da cui iniziare a servire, ovvero da destra. Ogni sushi andava anche grattugiato e arricchito con wasabi, nonostante ciò non fosse visibile nella richiesta, e come giocatore sono stato penalizzato senza un motivo chiaro.

Alcuni minigiochi addirittura non spiegano con chiarezza la richiesta stessa. Nel negozio di manga, bisogna creare un fumetto basandosi sulla spiegazione del cliente. Questa però appare in forma testuale, e a meno che non conosciate perfettamente i nomi dei Tama, non c’è modo di sapere a chi si riferisca, portando automaticamente a lasciare il cliente insoddisfatto, e rallentando la progressione del titolo.

Nella sala da tè, invece, dovremo servire prodotti sulla base di una richiesta testuale. Ma come fa il giocatore a sapere che, insieme a un tè fruttato, vanno serviti anche prodotti salati?

Questi sono solo alcuni dei problemi riscontrati giocando, che finiscono per frustrare il giocatore proprio per la mancanza di indicazioni chiare. Considerate anche che, in qualità di recensore, cerco di mettermi nei panni del mio target, e non vedo come un bambino possa capire come giocare senza una spiegazione iniziale chiara.

Concettualmente non adatto ai comandi

Nintendo Switch, e Nintendo Switch 2, offrono un grande schermo, comandi fisici, un ampio touch screen, e nel caso della seconda, anche una modalità mouse esclusiva. Incredibilmente, Tamagotchi Plaza fa muovere il cursore interamente con i comandi fisici, ignorando completamente il touch screen.

L’intero titolo, fatta eccezione per l’esplorazione della piazza (fine a sé stessa e priva di interazioni), richiede l’uso dei controlli fisici. Ma il tipo di gameplay proposto, con un cursore da muovere, è lo stesso di minigiochi come quello del dentista, nati su Nintendo DS proprio per essere giocati con il pennino. Riproporre tutto ciò su Switch è oggettivamente fuori luogo, e la mancanza dei comandi touch fa pensare che questo sia semplicemente un titolo pensato per DS, riciclato per le console attuali.

In aggiunta, la versione per Nintendo Switch 2, chiamata Nintendo Switch 2 Edition, è a pagamento. Questa include tre negozi esclusivi utilizzabili con la modalità mouse, tuttavia non aggiunge nulla di sostanziale all’esperienza: si tratta sempre dello stesso cursore da muovere, come negli altri mini-giochi dove invece utilizzavamo l’analogico. Il risultato è un contenuto extra poco significativo per Switch 2, che giustifica a fatica i 10 euro aggiuntivi richiesti per questa versione.

In conclusione

Tamagotchi è una serie con personaggi unici e dal grande fascino, ma Tamagotchi Plaza manca il bersaglio, non offrendo un’esperienza adatta al suo pubblico e proponendo un gameplay che sembra concepito per un’altra piattaforma.

La mancanza di tutorial e di richieste ben definite fa sì che alcuni negozi richiedano numerosi tentativi prima di capirne il funzionamento, rallentando un ritmo già monotono e ripetitivo, e offrendo ben poco al giocatore. Non riesco nemmeno a consigliare con convinzione la versione per Nintendo Switch 2, dato che la modalità mouse non aggiunge nulla di sostanziale per giustificare un costo extra già poco motivato.

Dopo aver giocato a Tamagotchi Adventure Kingdom, pensavo che la direzione della saga fosse ormai chiara. Tamagotchi Plaza sembra invece un passo indietro sotto ogni aspetto, e spero vivamente in un cambio di rotta completo, sia nello sviluppo che nella visione, prima di vedere altri titoli che rischiano di compromettere la qualità di questa storica saga.