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Recensione Tales of Zestiria

Tales of Zestiria è il nuovo capitolo della serie Tales of sviluppato da Bandai Namco e Tri-Crescendo. Un'antica leggenda narra di un tempo in cui le tenebre regnavano sulla terra, e l'unica salvezza era riposta negli Sheperds (Redentori, nella traduzione Italiana), guardiani capaci di trovare la luce nei tempi più bui. Per lungo tempo tutto andò bene, ma gli Sheperds, lentamente, sparirono, ed in tempi recenti, le tenebre tornarono nuovamente a comparire la terra. Le persone, vissero tempi di buio e caos, gli Hellion (in Italiano Avernali), creature malevole che si nutrono delle emozioni negative, si stabiliscono in mezzo alla gente comune, che ricomincia così a credere nelle leggende e nel ritorno degli Sheperds, così che essi ritornino a salvare il mondo e riportare la luce. La nostra storia parla di uno di essi.

di: Marco Licandro

Tales of Zestiria è il nuovo capitolo della serie Tales of sviluppato da Bandai Namco e Tri-Crescendo. Un’antica leggenda narra di un tempo in cui le tenebre regnavano sulla terra, e l’unica salvezza era riposta negli Sheperds (Redentori, nella traduzione Italiana), guardiani capaci di trovare la luce nei tempi più bui. Per lungo tempo tutto andò bene, ma gli Sheperds, lentamente, sparirono, ed in tempi recenti, le tenebre tornarono nuovamente a comparire la terra. Le persone, vissero tempi di buio e caos, gli Hellion (in Italiano Avernali), creature malevole che si nutrono delle emozioni negative, si stabiliscono in mezzo alla gente comune, che ricomincia così a credere nelle leggende e nel ritorno degli Sheperds, così che essi ritornino a salvare il mondo e riportare la luce. La nostra storia parla di uno di essi.

I serafini ed il redentore

Sorey è un ragazzo umano cresciuto in un villaggio, lontano dagli occhi delle persone comuni, su nelle montagne. Mikleo è cresciuto con lui, ed è il suo migliore amico, ma Mikleo di umano, oltre alla forma, ha ben poco. La sua gente, come quella del villaggio, appartiene ad un’altra razza, i Seraphim (in Italiano Serafini), una sorta di spiriti benevoli che fa in modo di tenersi invisibile agli occhi degli umani, visti ovviamente come portatori di male e opportunismo. Nonostante ciò, hanno cresciuto Sorey come uno di loro, e per questo motivo lui può vederli.
Il libro degli Sheperds è una delle sue letture preferite, e per via di queste, i due amici si recano spesso a visitare le rovine, affascinati dallo scoprire qualcosa in più su quelle che credono siano leggende, quando un giorno qualcosa accadde, ed i due ragazzi si ritrovano all’interno di una rovina apparentemente molto antica, che sembri provare il mito dietro agli Sheperds. All’interno, svenuta, una ragazza. Umana, la prima della sua razza ad incontrare gli occhi di Sorey, e per questo motivo tra i due scatta un legame fatto di rispetto e anche riconoscenza.
Nel momento in cui un demone mangia uomini, uno dei tanti possibili Hellion presenti nel gioco, si presenta nel villaggio, annuncia di essere in cerca della ragazza, tutto cambia nella mente di Sorey, che decide di abbandonare il villaggio per andare ad aiutarla, ed scoprire anche così suo mondo di appartenenza.

Dinamiche classiche

Il gioco è il tipico jrpg classico, con una buona grafica 3D mista a cartoon, dialoghi doppiati (inglese o giapponese), scenette in 2D, percorsi lineari e tesori sparsi ovunque. Ciò che non vi è di classico è il combattimento, non a turni, ma pur sempre con uno stampo rpg. Saranno presenti due barre, una della salute, e una per le azioni. Il nostro personaggio avanzerà inizialmente in modo automatico, iniziando l’attacco non appena il nemico è a portata di tiro, consumando punti azione. Questi sono recuperabili parando gli attacchi dei nemici, o rimanendo fuori dall’azione.
Per semplificare le cose a chi è nuovo allo stile di gioco, molte azioni verranno effettuate automaticamente, come alcune parate, per poi poter essere disabilitate e personalizzate a seconda dello stile di gioco dl giocatore.
Avremo un pulsante per parare. Un attacco di base di arti marziali il quale premuto ripetutamente garantirà una combo di massimo quattro colpi, ed un attacco per le arti nascoste, personalizzabili nel menù, ed utilizzabil strategicamente dopo aver indebolito il nemico o come parte di combo.
Le arti possibili sono tre: marziali (Martial Artes), mistiche (Hidden Artes) e spiritiche (Seraphim Artes). Le marziali interrompono le spiritiche mentre evocate. Durante le arti mistiche si è immuni dalle arti marziali. Evocando quelle spiritiche sí è immuni dalle mistiche.
I nemici sono visibili nell’area di gioco. Il contatto con essi porterà al combattimento (aumentando il numero di nemici), ma sferrare un attacco prima che questo inizi ci porterà in una situazione di vantaggio.
Nel caso di Hellions, essi sono particolari, e non è possibile sconfiggerli normalmente, se non tramite il potere della purificazione, che tuttavia è assente ad inizio gioco, permettendoci comunque di sbarazzarcene per un po’ di tempo.
Il resoconto di fine battaglia ci mostrerà vari punteggi, tra cui il massimo del danno inflitto, l’esperienza accumulata, tempistica, ed il denaro accumulato.
Il menù dei personaggi è un’area essenziale per ogni rpg che si rispetti. Essa è suddivisa in più sezioni. Come anticipato prima, avremo a disposizione diverse arti, intercambiabili man mano che esse vengano scoperte. L’inventario ci permette di controllare gli oggetti che abbiamo trovato nel corso dell’avventura, tra cui i consumabili, che ci permetteranno ad esempio di incrementare uno status del nostro personaggio, come la salute massima, oppure riprendere un po’ di quella persa.
Il sistema di abilità è attivato dagli oggetti che potremo indossare, e vi sono tre modi per ottenere dei bonus.
Il tutto sta nel tenere più copie degli stessi oggetti, ma disporli in maniera diversa nella tabella dedicata. Abilità diverse disposte in verticale o in orizzontale daranno dei bonus. È possibile tenerne fino a cinque nella stessa riga verticale, ma sarà anche possibile averne invece cinque in orizzontale e rimuoverne uno centrale, così da avere due set di abilità diversi e potenziare così il bonus x2.
Il tutorial non è chiarissimo a riguardo, e spiegarlo è più complesso che provarlo, per questo motivo disporre le abilità ed ottenere bonus non è immediato ad inizio gioco, ma con la pratica ci si fa l’occhio (e si sblocca persino qualche trofeo).

Un evolversi costante 

La narrazione è uno dei punti forti di Tales of Zestiria. Grazie a numerose scene animate e dialoghi, il gioco mischia gameplay e storia insieme, regalando al giocatore una narrazione continua e fluida, sempre interessante ed in continua evoluzione.
Nuovi personaggi, nuovi nemici, miti e leggende, e tante missioni, ci lanceranno in un mondo vivo, in perfetto stile anime. Il gioco non è per nulla scontato, e nonostante il nostro sia l’eroe che deve portare la luce nel mondo, spesso ci ritroveremo di fronte a scelte più mature di quelle che ci saremmo aspettati, come ad esempio la classica missione del signore del villaggio che deve consegnare la medicina ad un parente lontano, sorprendentemente rifiutata dal nostro team di protagonisti in quanto occorre focalizzarsi alla radice del problema, ed imparare a dire no sin da subito, prima che le richieste diventino all’ordine del giorno.
Non solo la storia, ma anche il gameplay presenta evoluzioni costanti, grazie alle nuove abilità che lo Sheperd acquisirà con il tempo, come una fusione tra il protagonista ed uno dei Seraphim a scelta chiamata Armatizzazione. L’introduzione di più Seraphim nel team permetterà di intercambiare strategie nel corso del combattimento, così da sfruttare gli effetti degli elementi di cui fanno parte.
Tante nozioni, praticamente impossibili da memorizzare sin da subito. Ecco che quindi il titolo proverà ad informarci gradualmente ad ogni fine battaglia, o tramite i monoliti, che serviranno oltretutto ad aumentare esperienza.

Il quarto muro

Nonostante ciò, il gioco ha purtroppo alcune pecche grafiche che allontanano il giocatore dal mondo di gioco, riportandolo alla realtà. Parliamo di movimenti assenti da parte dei personaggi non giocanti. Intere città fatte sostanzialmente da manichini, con sporadici accenni di animazioni in un modello su trenta. Accostarsi ad uno di essi per parlare, è forse ancora più alienante, in quanto i dialoghi compariranno su schermo, ma tutto, protagonista a parte, sembrerà essere fatto di cera.
Una pecca voluta dalla fretta nel farlo uscire, o dalla pigrizia nella conversione su PS4. Qualcuno addirittura potrà vederla come scelta di stile, ma la sensazione finale è quella di ritrovarsi in un mondo finto, lontano dalle città vive che abbiamo visto in diversi JRPG sin dai tempi della PS2.
Alcuni nemici poi sembreranno essere completamente fuori luogo con l’ambiente circostante. Sebbene ci potremmo aspettare lupi e falchi in una radura, è alquanto bizzarro notare invece dei molluschi, in particolare dei grandi polipi, aggirarsi in mezzo alle piante, e persino approcciarsi minacciosi una volta accortisi della nostra presenza.
Poca cura nei dettagli e grande scarsità di elementi se vogliamo invece analizzare le zone fuori città, che presenteranno piatte textures di piante, tre o quattro alberi piantati qua e la, e tanta nebbia, riducendo al minimo gli elementi e l’area di gioco visualizzati, lasciando al giocatore una sensazione di incompiuto che, se non fosse per la storia ed i dialoghi, riuscirebbero ad estraniarlo completamente.

Conclusione

Tales of Zestiria è un buon JRPG, e anche se, a detta di molti fan della serie, non è proprio il più riuscito. L’avventura di Sorey e dei suoi Seraphim è comunque sufficientemente valida da passarci tante ore, grazie ad una narrazione fluida, un gameplay in costante evoluzione, e dei personaggi sufficientemente caratterizzati. Essendo il gioco pensato e sviluppato per uscire su PS3, il passaggio a nuova generazione non è proprio andato a buon fine, mostrando molti limiti ormai inescusabili su PS4. In aggiunta, il titolo farà storcere il naso a molti fan della serie, per via di personaggi e trame che sanno di già visto, ed una semplificazione delle dinamiche di gioco per i neofiti della serie. Tuttavia, la possibilità di dialogare con i personaggi, le varietà di missioni, e la complessità delle personalizzazioni, rendono comunque il titolo interessante e longevo, e alla fine dei conti valido, e consigliato a tutti i fan dei giochi di ruolo a stampo giapponese.