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Recensione Tales of Xillia

Qualcosa si muove, finalmente. Dopo periodi bui per tutti gli appassionati di jrpg, costretti a veder relegato in patria un corposo novero di prodotti, il 2013 sembra poter essere indicato come l’anno della svolta per questo genere spesso sin troppo bistrattato dal mercato occidentale. Infatti grazie agli sforzi (o forse alla lungimiranza: solo il tempo ce lo dirà) di Namco Bandai, seppur con colpevole ritardo, anche coloro che abitano a miglia di distanza dall’arcipelago nipponico hanno potuto mettere le mani sul pregevolissimo Ni No Kuni, segno evidente della volontà del publisher di allargare in maniera prepotente il bacino d’utenza non orientale. Gli sforzi compiuti, comunque, non sembrano destinati ad esauristi tanto in fretta, visto che da pochi giorni nei negozi è disponibile anche Tales of Xillia, titolo che, stando direttamente alle parole della compagnia giapponese, ha il compito di spianare la strada ad un processo di localizzazione che promette di snellire in maniera considerevole i tempi biblici a cui siamo (ahinoi) abituati. Sarà un buon biglietto da visita per simili, ottimistici propositi? Scopriamolo assieme.

di: Redazione

Qualcosa si muove, finalmente. Dopo periodi bui per tutti gli appassionati di jrpg, costretti a veder relegato in patria un corposo novero di prodotti, il 2013 sembra poter essere indicato come l’anno della svolta per questo genere spesso sin troppo bistrattato dal mercato occidentale. Infatti grazie agli sforzi (o forse alla lungimiranza: solo il tempo ce lo dirà) di Namco Bandai, seppur con colpevole ritardo, anche coloro che abitano a miglia di distanza dall’arcipelago nipponico hanno potuto mettere le mani sul pregevolissimo Ni No Kuni, segno evidente della volontà del publisher di allargare in maniera prepotente il bacino d’utenza non orientale. Gli sforzi compiuti, comunque, non sembrano destinati ad esauristi tanto in fretta, visto che da pochi giorni nei negozi è disponibile anche Tales of Xillia, titolo che, stando direttamente alle parole della compagnia giapponese, ha il compito di spianare la strada ad un processo di localizzazione che promette di snellire in maniera considerevole i tempi biblici a cui siamo (ahinoi) abituati. Sarà un buon biglietto da visita per simili, ottimistici propositi? Scopriamolo assieme.

Storia di dei e uomini

Partiamo dal presupposto che Milla Maxwell non è una ragazza come tante, bensì Dio sceso in terra e reincarnatosi! Lord Maxwell, signore degli spiriti e protettore del mondo di Rieze Maxia ha deciso di assumere forma umana per contrastare l’operato di una misteriosa organizzazione chiamata Exodus; durante una missione volta ad eliminare la Lancia di Kresnik, una potente arma Spyrix in grado di assorbire il mana uccidendo gli spiriti, incontra Jude Mathis. Il ragazzo viene immediatamente coinvolto nelle vicende quando i quattro grandi saggi elementali vengono assorbiti dalla lancia. La relazione tra i due ragazzi si costruirà pian piano lungo lo svolgersi delle vicende che costituiranno motivo di maturazione psicologica per Jude e analisi di coscienza per Milla, la quale è disposta a tutto pur di portare a termine la sua missione: salvare spiriti e uomini per salvaguardare l’equilibrio del mondo. Lei pragmatica, rigorosa e risoluta imparerà a conoscere l’animo umano tramite il carattere docile e sognatore di Jude, alla perenne ricerca di un’obiettivo nella vita. L’incipit delle vicende magnetizza l’attenzione focalizzandole sul personaggio di Milla per poi procedere con lentezza per molte ore prima di scuoterci da questo torpore con svariati colpi di scena in grado di rivalutare le azioni svolte e molte delle dinamiche tra i personaggi. A proposito di dinamiche, per la serie è sempre stato difficile riproporre personaggi così accattivanti nella loro caratterizzazione, da essere ricordati dai fan. In Xillia, Milla rimane la figura che più sa distinguersi dai comuni cliché, anche le Skit (che spesso si occupano di variegare le sfaccettature del carattere dei comprimari) a lei dedicate contribuiscono all’effetto finale. Eccezion fatta per Alvin, criptico e doppiogiochista, né LeiaRowen riescono a spiccare particolarmente nel gruppo sopratutto a causa di una tenerissima Elise che guadagna punti grazie alla bambola (s)parlante Teepo, espressione imprevista della sua stessa psiche. Per la prima volta in assoluto, ci troviamo di fronte alla possibilità di seguire due possibili storyline secondo la nostra decisione di intraprendere l’avventura tramite il punto di vista di Milla o Jude. La scelta non influenzerà l’ossatura delle vicende ma narrerà alcuni episodi in maniera diversa; capiterà spesso che alcune situazioni portino i due protagonisti a dividersi e in base alla storyline scelta affronteremo situazioni e scontri che non avremmo sperimentato, diversamente. Portare a termine l’avventura con entrambi i personaggi fornirà una visione più chiara e completa della storia (chi ha giocato a Kingdom Hearts: Birth By Sleep può iniziare a farsi un’idea) oltre a fornire un’ottimo stimolo per intraprendere un secondo playthrough grazie ai bonus derivanti dal consueto Grade Shop, che ricompenserà i titoli ottenuti nell’avventura (una sorta di “trofei nei trofei”) in boost di armi, statistiche, Gald ed experience per la successiva partita. Sebbene non si arrivi mai a giocare due storie differenti, il percorso narrativo è ricco di bivi o per meglio dire, deragliamenti i quali ci permettono di deviare leggermente dalla strada intrapresa per assaporare le sfaccettature che la trama assume se vista con gli occhi di un personaggio diverso.

La noia non abita più qui

Punto cardine di ogni jrpg che si rispetti è senza dubbio quello legato alcombat system, spesso al centro delle più feroci critiche da parte dei giocatori. La soluzione adottata in Xillia ha l’indubbio merito di valorizzare anche i tanto odiati combattimenti casuali, grazie a delle meccaniche che rendono gli scontri sempre dinamici e divertenti. L’azione, svolta tutta in tempo reale, prevede l’utilizzo di abilità fisiche ed arti magiche, che possono essere utilizzate combinando tra loro la pressione dei tasti Cerchio Croce ai movimenti dellostickanalogico sinistro: sarà quindi possibile collegare tra loro vari attacchi per dare origine a combo spettacolari, grazie ad un semplice sistema che ricalca i vecchi picchiaduro. Particolare interessante è la possibilità di unire le nostre azioni ad uno qualunque dei membri del party (che, novità per la serie, possono essere cambiati in tempo reale durante gli scontri!), elemento indispensabile per dare origine ad attacchi sempre più letali, oltre che ad accedere a delle super mosse combinate, attivabili al riempimento di una speciale barra, suddivisa in vari settori, ognuno dei quali consente l’esecuzione di questi attacchi speciali. Come se non bastasse, una volta che questa Link Gauge raggiunge il massimo, sarà possibile dare il via ad una fitta di rete di combo, sfruttando l’assistenza dei nostri compagni. In alternativa, una volta sbloccata, potremo liberare tutta in un colpo il potere del nostro personaggio, dando il via all’Arte Mistica a lui legata. Se considerate che a ciò è possibile abbinare anche la possibilità di pare e schivare gli attacchi avversari, è facile comprendere come ci si distacchi profondamente dai classici schemi che vedono l’esito degli scontri unicamente legato ai parametri dei propri personaggi. Non mancano, inoltre, elementi strategici, dato che ogni nemico incontrato sarà più o meno resistente ad una delle affinità elementali che caratterizzano i vari attacchi (sia nostri che dei nostri compagni): fortunatamente sarà possibile scegliere in ogni momento, persino durante gli scontri, l’equipaggiamento più consono alla situazione. Non neghiamo che all’inizio ci siamo trovati decisamente spiazzati da una simile mole di informazioni, ma dopo una manciata di combattimenti l’apparentemente insormontabile complessità si è dissolta, lasciandoci tra le mani un combat system profondo e divertentissimo. Una simile cura, però, sarebbe andata indubbiamente sprecata se avesse limitato la sua applicazione unicamente al grinding del party, tra l’altro qua presente in maniera decisamente più soft rispetto ad altre produzioni: la sconfitta di ogni avversario, oltre che con del denaro, ci ricompenserà con alcuni materiali, indispensabili per incrementare l’offerta dei vari shop. Questi ultimi, infatti, essendo tutti uguali tra loro varieranno la loro mercanzia unicamente se saremo noi in prima persona ad espanderli attraverso delle donazioni. Il viaggio, quindi, oltre che per far progredire l’avventura, sarà anche uno stimolo a fare incetta dei componenti richiesti, che potranno essere recuperati altresì all’interno delle varie aree di gioco, rendendo l’esplorazione un elemento da non sottovalutare. Proprio in merito agli spostamenti farà sicuramente discutere la decisione di non introdurre una world map liberamente attraversabile, in favore di un sistema a checkpoint che rende l’incedere decisamente più rapido, ma che limita sensibilmente la libertà di girovagare in lungo e in largo in cerca di anfratti nascosti.

L’arte del narrare

Lo stile artistico di Tales of Xillia è opera dei due storici designer della serie, Matsumi Inomata (Tales of Graces, Rebirth, Destiny) e Kosuke Fujishima (Abyss, Vesperia, Symphonia) i quali hanno collaborato a quattro mani creando rispettivamente il character design dei personaggi femminili e maschili del titolo. Il risultato è un tratto marcatamente più maturo, che abbandona la ricercatezza a tratti efebica e spesso super deformed di personaggi affrontati in Tales of Grace o Tales of Symphonia, per assicurare un taglio decisamente più adulto e ricercato come avvenne invece in Tales of the AbyssSi è scelto di abbandonare, come già scritto, la world map, come già accaduto in Tales of Grace, in favore di aree connettive ampie e ricche di mostri ben disegnati. La bellezza delle ambientazioni fa a pugni però con la mancanza di dettagli e particolari, dando luogo a paesaggi spogli di naturalezza ma ricchi di intricati percorsi da esplorare. Il motore grafico, invece, soffre il peso sia della concorrenza (purtroppo la serie non riceve budget da titolo “tripla A”), sia il ritardo d’uscita in territorio extra-nipponico di ben due anni. La scelta di riprodurre la maggior parte delle scene mediante il motore grafico in-game è quindi tanto azzardata quanto audace, specialmente contando che gli intermezzi anime realizzati da Ufotable non sono solo una caratteristica posticcia della serie ma una vera e propria goduria artistico/visiva che conferisce all’opera qualcosa di così distintivo dagli altri jrpg sul mercato che dovrebbe essere sfruttato come uno dei suoi punti cardine, in futuro!
La colonna sonora composta dal maestro Motoi Sakuraba è ormai un tocco d’autore e forse, proprio per la sua scontatezza non è riuscita a fornirci un tema più memorabile del solito sebbene tutta l’OST svolga il proprio dovere assumendo toni ricchi di epicità o spensieratezza, all’occorrenza.

Tales of Xillia conferma quindi il successo ottenuto in Giappone sapendo migliorarsi sia nella trama che nel battle system. Tales of è probabilmente la serie che più nel tempo è riuscita a rimanere fedele alle sue premesse senza avvertire l’occidentalizzazione del mercato in un genere ormai “fuori moda”.
L’annunciato arrivo di un seguito diretto di questo episodio non può che confermarci il positivo retrogusto di aspettative confermate, lasciatoci da questo episodio.