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Recensione Tales of Xillia 2

Erano in molti a ritenere che Tales of Xillia, capitolo celebrativo del quindicesimo anno di vita del noto franchise "Tales of" di Namco Bandai, non sarebbe mai sbarcato in occidente.
In parte perché esponente di un genere, quello dei J-RPG, che in Europa risulta essere apprezzato da un bacino di utenza molto ristretto e dall'altra perché, a distanza di quasi un anno dalla pubblicazione sul suolo giapponese, avvenuta nel settembre del 2011, non si era avuta più alcuna notizia circa una eventuale localizzazione nel nostro continente.
Nel frattempo, anzi, veniva distribuito nei negozi nipponici il suo seguito diretto, Tales of Xillia 2, lasciando ben poche speranze di poter vedere entrambi i titoli tradotti, per lo meno, in lingua anglosassone. Eppure è bastato qualche mese affinché le cose cambiassero completamente e Namco Bandai decidesse che i tempi fossero maturi per poter condividere i suoi J-RPG con il pubblico occidentale. Una scelta della quale la software house non sembra essersi minimamente pentita, vista la volontà di voler espandere, fin da subito, il mercato dei futuri episodi della serie “Tales of” a partire da Tales of Zestiria.

di: Luca "RukaManni" Manni

Erano in molti a ritenere che Tales of Xillia, capitolo celebrativo del quindicesimo anno di vita del noto franchise “Tales of” di Namco Bandai, non sarebbe mai sbarcato in occidente.
In parte perché esponente di un genere, quello dei J-RPG, che in Europa risulta essere apprezzato da un bacino di utenza molto ristretto e dall’altra perché, a distanza di quasi un anno dalla pubblicazione sul suolo giapponese, avvenuta nel settembre del 2011, non si era avuta più alcuna notizia circa una eventuale localizzazione nel nostro continente.
Nel frattempo, anzi, veniva distribuito nei negozi nipponici il suo seguito diretto, Tales of Xillia 2, lasciando ben poche speranze di poter vedere entrambi i titoli tradotti, per lo meno, in lingua anglosassone. Eppure è bastato qualche mese affinché le cose cambiassero completamente e Namco Bandai decidesse che i tempi fossero maturi per poter condividere i suoi J-RPG con il pubblico occidentale. Una scelta della quale la software house non sembra essersi minimamente pentita, vista la volontà di voler espandere, fin da subito, il mercato dei futuri episodi della serie “Tales of” a partire da Tales of Zestiria.

Una lunga attesa

Tales of Xillia 2 inizia esattamente un anno dopo la conclusione degli eventi narrati nel primo capitolo. Eventi che, nonostante vengano raccontati attraverso dei brevi riassunti, è consigliabile aver giocato in prima persona.
A ricoprire il ruolo di protagonista in questo secondo episodio non sarà più Jude Mathis, ma un personaggio del tutto nuovo, Ludger Will Kresnik, un aspirante cuoco che, per sua immensa sfortuna, rimarrà coinvolto il suo primo giorno di lavoro in un attentato terroristico nella stazione ferroviaria dove avrebbe dovuto prestare servizio. Come non bastasse sarà costretto a prendersi cura di una bambina di nome Elle, in possesso di un strano orologio del tutto simile a quello di Julius, fratello di Ludger, scomparso in seguito al predetto attentato.
Il giovane protagonista, per sua fortuna, potrà contare sull’aiuto Jude, Milla, Elize e su tutto il cast di personaggi giocabili di Tales of Xillia, coinvolto anch’esso nelle vicende di cui è vittima il povero ragazzo.
La storia, fin da subito, risulta essere estremamente più fluida e intrigante rispetto a quella narrata nel primo episodio, complice la scelta di trattare temi e situazioni in maniera più adulta rispetto al passato. Nulla di trascendentale sia chiaro ma, per chi conosce bene la serie, fa un certo effetto camminare lungo i vagoni di un treno ricolmi dei cadaveri dei passeggeri appena uccisi dai terroristi. Discutibile, invece, è l’introduzione della tanto osannata “possibilità di scelta”, fulcro dell’intera campagna di marketing messa in piedi da Namco-Bandai. Spetterebbe al giocatore, pertanto, decidere come comportarsi o cosa dire in ogni situazione, scegliendo tra due possibili opzioni. In termini pratici, il tutto i riduce a prendere decisioni spesso totalmente irrilevanti il cui fine ultimo è indirizzare Ludger verso uno dei tre finali disponibili nel gioco.
A non convincere è la scelta di aver privato in questo modo il protagonista di una propria identità, rendendolo un burattino nelle mani del giocatore. Sensazione che viene ulteriormente alimentata dall’assenza di qualsivoglia doppiaggio per i dialoghi di Ludger che, come non bastasse, spesso e volentieri si ritrova escluso dalle conversazioni tra i coprotagonisti.
Al di là dell’aspetto narrativo quello che stupisce maggiormente di questo nuovo “Tales of” è il sistema di combattimento, un’evoluzione di quanto si era visto nel precedente episodio.
La vera novità è l’introduzione del sistema di cambio rapido delle armi che, come è facilmente intuibile, consente a Ludger di poter cambiare rapidamente il tipo di arma equipaggiata scegliendo tra le tre messe a disposizione in questo seguito, (doppie lame, pistole e martelli) ognuna con il proprio pattern di attacchi e le proprie “arti”. Un’idea originale che rende ogni scontro ancor più fluido e dinamico di quanto non lo fosse già nel precedente Xillia, divertendo come mai prima d’ora.
Un cambiamento significativo invece riguarda il sistema di sviluppo dei personaggi che, per ragioni narrative, è stato completamente rivisto passando dall’uso delle sfere Illium (una sorta di sferografia molto simile a quanto visto in Final Fantasy X) a quello delle sfere Allium. La differenza, al di la del nome, è sostanziale.
In questo nuovo capitolo, infatti, i personaggi acquisiscono arti e abilità equipaggiando particolari strumenti, chiamati “estrattori” e raggiungendo la quantità di “minerali” richiesta per ciascuna. Quest’ultimi ovviamente rappresentano i classici punti abilità, ottenibili sia al termine di ciascun combattimento sia raccogliendoli all’interno delle mappe di gioco. Il risultato, in termini pratici, non si discosta molto da quello raggiunto con le sfere Illium garantendo un buon grado di personalizzazione per ciascun personaggio. D’altro canto il sistema ha subito un’eccessiva semplificazione che potrebbe far storcere il naso a chi aveva particolarmente apprezzato la vecchia “sferografia”.
Un ulteriore elemento che ha subito una netta modifica rispetto al precedente episodio è il sistema delle sub quest, accessibili in qualsiasi città da un apposito “banco informazioni”. Per lo più si tratterà di uccidere determinati nemici o raccogliere specifici oggetti ma la loro utilità è strettamente correlata con il sistema di progressione del gioco. Completare le missioni è il modo più facile per ottenere Gald, (la moneta corrente nel mondo di gioco) indispensabili per poter ricoprire il debito di due milioni contratto da Ludger con la banca in seguito ad una serie di sfortunate circostanze. Restituendolo, poco alla volta, sarà possibile accedere a nuove aree e progredire così attraverso i capitoli in cui è suddiviso il gioco.
Un’altra differenza che salterà subito agli occhi per chi ha avuto modo di giocare al primo Xillia, è il cambio di ambientazione: se infatti nel precedente episodio la storia muoveva i primi passi sul mondo di Rieze Maxia, consentendola di esplorare in lungo e in largo prima di approdare su Elympios, qui succede l’esatto contrario. Una scelta saggia che consente di limitare, per quanto possibile, il riciclo dei vecchi asset di gioco.

Animazione in Cel Shading

Rispetto al precedente capitolo il divario grafico non è particolarmente evidente, nonostante sia stato effettuato un lavoro di pulizia generale sulle texture, mentre la caratterizzazione dei protagonisti è nettamente sopra la media rispetto a quella degli ultimi “Tales of”. 
Per contro le ambientazioni, città comprese, risultano essere un tantino spoglie e monocromatiche, a tratti prive di vita, nonostante la mole di NPC che popola Elympios e Rieze Maxia.
Purtroppo, come già avvenuto nel precedente capitolo, anche in questo Xillia 2 si sente fortemente la mancanza di un doppiaggio in lingua originale e che sicuramente sarebbe stato preferibile a quello anglosassone, vista la qualità di alcuni dialoghi.

Conclusione

Tales of Xillia 2 incarna quanto di meglio ha da offrire attualmente il mercato giapponese in termini di J-RPG.
Personaggi carismatici e ottimamente caratterizzati raccontano una storia ricca di colpi di scena capace di tenere viva l’attenzione del giocatore. Per quanto la bilancia dei pro e i contro penda nettamente a favore dei primi, la riproposizione di personaggi, nemici e intere ambientazioni tratte dal precedente episodio potrebbe non piacere a tutti, così come la mancanza di personalità del povero Ludger. Sbavature sulle quali si deve assolutamente chiudere un occhio, in virtù di quello che Tales of Xillia 2, per storia e contenuti, ha da offrire.