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Recensione Tails of Iron 2: Whiskers of Winter

di: Luca Saati

 

Era il 2021 quando Odd Bug Studio pubblicò Tails of Iron, riuscendo a sorprendere con il suo peculiare stile artistico e un gameplay così brutale che qualcuno lo ha iniziato a paragonare a un Souls in 2D. Circa tre anni e mezzo dopo, ecco che il team di sviluppo ci riporta in quel mondo con un sequel: Tails of Iron 2: Whiskers of Winter.

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“Tu non sai niente Arlo”

La citazione a Game of Thrones appare quasi scontata, dato che il protagonista di Tails of Iron 2: Whiskers of Winter è Arlo, figlio bastardo del Re del Sud affidato ai Guardiani del Nord, ultimo baluardo del mondo contro un esercito di non-morti di ghiaccio. L’avventura inizia con Arlo che perde i genitori e la casa dopo l’attacco dell’esercito di non-morti, dando così il via a un viaggio di vendetta in cui il protagonista deve ricostruire il proprio castello e distruggere i nemici. Un Game of Thrones in chiave animalesca, insomma, dove il protagonista è un topo e i cattivi un esercito di pipistrelli che vogliono distruggere il mondo.

Quello di Tails of Iron 2: Whiskers of Winter è una fiaba dark fantasy che, nelle sue 10 ore per arrivare ai titoli di coda, scorre in maniera molto semplice, giustificando il viaggio del protagonista attraverso sei biomi differenti per reclutare alleati per combattere la guerra. I sei biomi sopracitati rappresentano anche altrettante differenti culture, con alleati di altre razze e culture come gufi, conigli, rane e molto altro. Insomma, la vera forza dell’opera di Odd Bug Studio non sta tanto nella sua storia, che in fin dei conti si rivela un mero pretesto, quanto piuttosto nell’ammirare le bellezze di nuove terre e scoprire nuove culture di questo sfaccettato e affascinante mondo esaltato da un comparto artistico sempre brillante e bellissimo da vedere.

Sempre brutale

Chi ha già giocato il suo predecessore si troverà immediatamente a casa con Tails of Iron 2: Whiskers of Winter. La base del gioco è rimasta pressoché intatta, con un gameplay 2D dalla struttura metroidvania che mescola esplorazione e combattimenti con alcuni elementi tipici dei Souls, come le panchine per salvare la partita, la boccetta per ripristinare la salute e un sistema di combattimento preciso e ragionato, in cui ogni mossa azzardata può costare la vita al protagonista. In ogni scontro è fondamentale leggere le mosse nemiche per comprendere quando attaccare, schivare o effettuare la parata.

Le novità comunque non mancano, con un’esplorazione che gode di una maggiore verticalità grazie al rampino di cui è equipaggiato Arlo. Quest’ultimo risulta anche più agile, anche se quella sensazione di pesantezza pad alla mano del primo capitolo resta immutata e varia a seconda del tipo di armatura indossata. La gestione degli equipaggiamenti ha subito alcune modifiche con l’introduzione delle resistenze elementali come fuoco, ghiaccio, veleno ed elettricità, che hanno una grande importanza nel combattimento. Ogni nemico, infatti, ha le sue debolezze, che possono essere sfruttate per avvantaggiarsi in combattimento. Lo stesso vale per la propria armatura, che può essere debole contro certi elementi e forte contro altri.

Dinamiche che danno ai combattimenti del gioco quel pizzico di pepe extra e che costringono a variare sempre il proprio equipaggiamento per non mettersi da soli i bastoni tra le ruote. Anche perché, come detto più sopra, il livello di sfida è settato abbastanza in alto e già al livello medio è assolutamente sconsigliato affrontare i combattimenti a testa bassa. Volendo, c’è anche un livello più basso pensato per chi vuole semplicemente godersi la storia, ma si perde del tutto quel senso di gratificazione che dà il superamento di ogni scontro, specie quando si affrontano i boss, che risultano sempre interessanti e permettono di sfruttare al meglio il nuovo sistema degli elementi che permea l’equipaggiamento.

Odd Bug Studio ha anche inserito delle semplicissime e funzionali meccaniche da gestionale nella sua opera. Il castello del protagonista è distrutto e disabitato, per questo motivo Arlo inizia un viaggio per reclutare alleati che svolgano ruoli fondamentali come il fabbro, il mercante, il carpentiere e la cuoca. Ognuno di loro si rivela utile per arricchire il proprio equipaggiamento e vanta il proprio edificio, che è potenziabile spendendo oro e risorse ottenibili dai nemici, esplorando l’ambiente e completando le missioni secondarie.

Cronache di topi e pipistrelli

Tails of Iron 2: Whiskers of Winter è il classico more of the same, che riprende la formula che ha fatto la fortuna del suo predecessore, limitandosi — nel bene e nel male — ad espanderla con un paio di piccole novità e deliziando gli occhi con un comparto artistico particolarmente ispirato. Un videogioco pensato innanzitutto per i fan del primo capitolo e adatto anche a chi cerca un metroidvania impegnativo.